In tempi di Coronavirus e mobilitazione per arginare il contagio da Covid-19, contro il virus scende in campo la moda. Molti stilisti hanno fatto donazioni, altri hanno iniziato a produrre mascherine.
Oggi sono arrivate in Italia tramite il volo Alitalia da Shanghai, 3,5 milioni di mascherine per la Protezione civile. Un’accelerazione sui tempi scandalosi che abbiamo dovuto aspettare nel nostro paese all’improvviso colpito dall’emergenza. Rileviamo con sconcerto che, all’inizio dell’epidemia, molti commentatori avevano anche minimizzato sulla loro utilità. Oggi, a paese bloccato, sappiamo che sono essenziali, e vi rendiamo conto del fatto che Rif Line è riuscita ad organizzare in tempi record la spedizione di questo importante carico.
“Da anni siamo presenti in diverse città in Cina con i nostri uffici. – ha detto Francesco Isola, CEO di Rif Line, azienda italiana di logistica internazionale presente in molti paesi del mondo – Conosciamo bene il mercato della logistica cinese, le procedure da rispettare e abbiamo diversi contatti in loco. Questo ci ha permesso di organizzare il trasporto della merce in breve tempo e con successo. Il prezioso contributo di Alitalia, infine, lo ha reso possibile”.
PELLEMODA – Pellemoda da lunedì 23 marzo ha deciso di riconvertire una parte della produzione, proprio in funzione delle necessità legate al contagio da Coronavirus, per la realizzazione di 100.000 mascherine protettive. Pellemoda, ha il know how e le capacità produttive per realizzare mascherine e camici per chiunque ne facesse richiesta in questo momento di totale urgenza nazionale. Azzurra Morelli, CEO di Pellemoda, racconta: “La Cina è rimasta l’unico produttore su grandi volumi e on line si trovano mascherine a dieci volte il prezzo di costo. Con il nostro team di ricerca e sviluppo abbiamo cercato di capire come potevamo mettere a disposizione le nostre competenzee il nostro spirito di innovazione per creare un prodotto tutto italiano, come da disposizioni delle autorità”.
Nel frattempo sono arrivate anche le richieste da parte delle istituzioni visto che Azzurra Morelli è vicepresidente di Confindustria Firenze e le capacità produttive del suo team sono comprovate: “La nostra azienda si è resa disponibile a fare da capo progetto per coordinare e trasmettere il nostro know-how e guidare la produzione delle mascherine insieme ad altre realtà del settore. Stiamo lavorando per produrre qualche decina di migliaia di mascherine, 50.000 richiesteda terzi, altrettante le produrremo noi. In aggiunta,abbiamoanchegià avviato una catena di produzione per i camici, altro dispositivo di cui c’è estremaesigenza. Molta di questa produzione la doneremo in beneficenza a enti e associazioni del territorio, come il Comune di Empoli, l’Ospedale S. Giuseppee la Protezione Civile di Empoli solo per citarne alcuni, che sonosul fronte e rischiano la loro vita per aiutare tutti noi”.
Forte dell’esperienza degli oltre 250 artigiani distribuiti nelle due unità produttive di Empoli, dove sono iniziati i lavori per la costruzione di un terzo polo, l’azienda è in grado di realizzare circa 200.000 capi l’anno in pelle e tessuto.
LES COPAINS – l brand bolognese Les Copains ha risposto all’appello delle istituzioni con un gesto concreto e immediato, mettendo a disposizione impianti e risorse dell’azienda: dalla scorsa settimana è iniziata infatti la produzione di mascherine filtranti all’interno dello stabilimento produttivo di Bologna. Realizzate con tessuto lavabile della società Etique srl-guidata da Mariagrazia Picchi e storico fornitore Les Copains-le mascherine diventano prodotto finito all’interno degli stabilimenti di proprietà della famiglia Zambelli, che fin dall’inizio ha dimostrato sensibilità nei confronti dei propri dipendenti, clienti e della crisi sanitaria in corso.
Per questa ragione le mascherine vengono distribuite a prezzo di costo, senza quindi finalità lucrative. Le prime 1200 mascherine finite sono state consegnate nella giornata di ieri, ma la produzione continua con l’obiettivo di realizzarne altre 2000 entro fine settimana. I destinatari sono altre aziende distribuite sul territorio emiliano (in particolare nelle zone “rosse” di Parma e Piacenza) che continuano la propria attività perché di prima necessità, come alimentari e farmacie. Le mascherine realizzate da Les Copains, sebbene non siano dispositivi certificati, hanno la primaria funzione di proteggere da liquidi ed impediscono a chi le indossa di toccarsi anche involontariamente bocca e naso, al fine di combattere la diffusione del COVID-19.
GERARDO ORLANDO – Lo stilista campano Gerardo Orlando si è rivolto per le sue ultime collezioni a un’azienda eccellente nella realizzazione di ricami. La Alice Srl, a Gabbro, provincia di Livorno, ora con grande senso di responsabilità, mette a disposizione il proprio laoratorio per produrre mascherine riutilizzabili fino a quattro volte, se sterilizzate. Possono essere lasciate a bagno in acqua con liquidi disinfettanti tipo Amuchina o Napisan. L’idea è venuta ai titolari Graziano Malanima e Fabiana Collecchi e chiunque in zona ne avesse necessità, ci fa sapere Orlando, ci si può rivolgere a via Vecchia Livornese 9, non lontano dalla piazza di Gabbro.
MANUEL MAIDA – Dal quartiere più creativo di Milano, Too Much Abbigliamento gestito dallo stilista Manuel Maida (di cui vi avevamo parlato qui) continua a sfornare inventive mascherine. Il negozio fisico è chiuso ma le ordinazioni vanno bene, anche personalizzate.
SAN PELLEGRINO – Non è un marchio di moda ma sicuramente uno dei brand più conosciuti del Made in Italy e ha sede nelle valli bergamasche. Il Gruppo Sanpellegrino ha stanziato 250.000 euro a favore dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo, soprattutto per le attività sociosanitarie extra-ospedaliere che si stanno implementando sul territorio (strutture di accoglienza per la gestione dei pazienti usciti dalla terapia intensiva o di pazienti con altre patologie, in modo da lasciare più spazi possibile ai posti di terapia intensiva all’interno degli ospedali) nonché a supporto degli operatori sanitari che svolgono anche attività di assistenza domiciliare, nel bergamasco e in particolare nella Val Brembana. Inoltre Sanpellegrino ha ordinato una fornitura di 10.000 mascherine e altri dispositivi di protezione individuale.
AMANUENSI DEL FRIULI – Utilizzare le abilità manuali degli amanuensi associati in Friuli per realizzare a mano mascherine protettive da distribuire alle case per anziani, agli ospedali, e a quanti sono quotidianamente impegnati nella lotta alla diffusione del Coronavirus e nella cura degli ammalati. Partendo da questa semplice idea, il presidente dello Scriptorium Foroiuliense di San Daniele del Friuli, Roberto Giurano, in pochi giorni è riuscito a mettere in piedi una piccola “fabbrica” di mascherine che, grazie ai volontari, oggi riesce a realizzare 500 mascherine al giorno.
«All’inizio – spiega Giurano – abbiamo dovuto capire bene come realizzarle e quali materiali utilizzare. Fin da subito, però, ci è venuta in aiuto la Cartiera di Cordenons, dell’omonimo gruppo, con la quale collaboriamo da tempo, fornendoci un tipo di carta alimentare che unita in triplo strato, riesce a creare una barriera identica a quella offerta dalle tradizionali mascherine chirurgiche. La vera novità delle ultime ore, però – sottolinea il presidente dello Scriptorium – è che la Cartiera di Cordenons sta tentando di mettere a punto una speciale carta virucida (capace, cioè, di attenuare la carica virale) che potrebbe rappresentare una grande innovazione. Lunedì dovremmo avere a disposizione i primi fogli e testeremo la produzione di alcune mascherine dalle caratteristiche innovative».
Assemblate e cucite a mano dai volontari, le mascherine dello Scriptorium sono state richieste anche dagli operatori, tant’è che è in partenza una fornitura per l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” di Trieste.