Carrà e Venier danno speranza al servizio pubblico tv
Tocca a due signore note al grande pubblico ridare dignità a un mezzo che sembrava confinato a intollerabili bassezze. Con loro si vola alto.
Un’altra Italia dell’intrattenimento è possibile. Nel senso che fare spettacolo e informazione in un modo pacato, inventivo e informativo è possibile e non è vero che interessa una nicchia rispetto alla massa chiassosa. Se abbiamo imparato qualcosa dall’ultima stagione tv che si sta per chiudere, è proprio che è possibile aspirare a una televisione di leggerezza e di contenuto che con un minimo di innovazione sa ancora stupire.
Come nel caso della Domenica In di Mara Venier, partita con ospiti fissi e tabelloni retaggi del passato, e gradita poi sul finale di stagione soprattutto per le interviste faccia a faccia con i protagonisti della cronaca e della vita pubblica della nazione. Così, in maniera informale e mai banale, ma senza il can can delle esclusive e sensazionalismi a tutti i costi. Tanto normale da apparire, anche agli ascoltatori più esperti di programmi, straordinari. Tre milioni di persone ogni domenica l’hanno scelta. E il direttore di Rai Uno, Teresa De Sanctis, dice in chiusura di programma: “Considero Mara Venier una risorsa primaria e splendida per la rete ammiraglia del Servizio Pubblico“.
Altro stampo, altri faccia a faccia (in esterna) per una bella novità di un volto noto: Raffaella Carrà, con un programma che doveva intitolarsi “Mi casa es tu casa” e che invece Fiorello (in foto con la diva in macchina) ha suggerito l’efficace calembour “A raccontare comincia tu“. Le puntate con Maria De Filippi, Fiorello e Sophia Loren rimarranno nel cuore di chi ha visto questo condensato di umanità impacchettato coi fiocchi in un gradevole format inedito. Che ha riportato a una dimensione intima una grande star internazionale, la Carrà, per popolarità e prestigio, e forse questo era il sale della partita, pari di quelli che intervistava. Mai una polemica, mai una intollerabile sorpresa alla “Carramba”. Si è visto vicinanza di anime. Che in tv, a quanto pare, con le giuste misure, è ancora possibile.
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Come nel caso della Domenica In di Mara Venier, partita con ospiti fissi e tabelloni retaggi del passato, e gradita poi sul finale di stagione soprattutto per le interviste faccia a faccia con i protagonisti della cronaca e della vita pubblica della nazione. Così, in maniera informale e mai banale, ma senza il can can delle esclusive e sensazionalismi a tutti i costi. Tanto normale da apparire, anche agli ascoltatori più esperti di programmi, straordinari. Tre milioni di persone ogni domenica l’hanno scelta. E il direttore di Rai Uno, Teresa De Sanctis, dice in chiusura di programma: “Considero Mara Venier una risorsa primaria e splendida per la rete ammiraglia del Servizio Pubblico“.
Altro stampo, altri faccia a faccia (in esterna) per una bella novità di un volto noto: Raffaella Carrà, con un programma che doveva intitolarsi “Mi casa es tu casa” e che invece Fiorello (in foto con la diva in macchina) ha suggerito l’efficace calembour “A raccontare comincia tu“. Le puntate con Maria De Filippi, Fiorello e Sophia Loren rimarranno nel cuore di chi ha visto questo condensato di umanità impacchettato coi fiocchi in un gradevole format inedito. Che ha riportato a una dimensione intima una grande star internazionale, la Carrà, per popolarità e prestigio, e forse questo era il sale della partita, pari di quelli che intervistava. Mai una polemica, mai una intollerabile sorpresa alla “Carramba”. Si è visto vicinanza di anime. Che in tv, a quanto pare, con le giuste misure, è ancora possibile.
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