Milano piace a chi inizia a viaggiare negli anni della globalizzazione. E della digital age. Ce lo dice uno studio Fondazione Altagamma con il Boston Consulting Group che mette brasiliani, cinesi e arabi al primo posto come nazionalità e aree geografiche che meglio valutano la loro permanenza in città. Milano è terza preferita dai consumatori di lusso per il 2016 dietro solo a Parigi e New York (era quinta nel 2014).
Quindi la città da cui vi scriviamo è una mecca per la spesa importante, quella dei beni preziosi, che è poi uno di quei comparti che stanno tirando l’economia globalmente. Si viene per comprare beni che identificano uno status, soprattutto perché “li si compra nella patria del ben fatto” e vicino alle sedi dove vengono costruiti e pensati, dicono i consumatori. Un’indicazione importante, sicuramente da valorizzare, anche per noi che quotidianamente vi raccontiamo il mondo del buon vivere da Milano.
Si viene anche per comprare ben più che abbigliamento. Lo sviluppo di quartieri interi, nell’occhio dello shopping immobiliare mondiale, ne è un esempio.
E mentre salutiamo l’annuncio di Unipol che a Porta Nuova spenderà 300 milioni per nuove case di lusso e hotel, salutiamo anche i coraggiosi fashion manager inglesi che stanno investendo in aperture a NoLo, il quartiere trendy in zona Stazione Centrale che ancora deve decollare del tutto. Questo mese poi è il banco di prova per un’altra riqualificazione urbana che farà parlare di sé nei prossimi anni: Grandi Stazioni sta per essere presa in carico da una cordata con a capo Deutsche Bank e finalmente la zona di Ferrante Aporti vedrà la tanto invocata riqualificazione.
Chi non compra case o capannoni, compra ricordi di lusso. Secondo Bain & Company a Milano nel 2015 si sono spesi 5 miliardi di euro in beni di lusso. Certo non siamo ai livelli di New York (27 miliardi) ma è il miglior risultato d’Europa nella classifica, dopo Parigi e Londra.
Il capoluogo lombardo trova un nuovo slancio e viene indicata come destinazione sempre più cool e trendy dal 49% del campione (la definisce così il 60% dei cinesi e il 52% di russi, brasiliani e coreani, rispetto al 45% di chi proviene da mercati maturi).
Un quarto degli americani pensa a Milano come a una città di food e sport, il 18% degli europei come polo per il business e il 20% dei brasiliani come location d’eccellenza per la vita notturna.
Ma la smart city ancora deve consolidarsi per essere alla pari con le veloci capitali europee. L’Università Bocconi ha lanciato un appello: se alle attuali modalità di pagamento dei servizi di trasporto pubblico dell’area metropolitana di Milano e del Malpensa Express si affiancasse la possibilità di pagare con una carta di credito contactless direttamente ai tornelli, ne deriverebbe un beneficio complessivo pari a 200 milioni di euro in dieci anni.
Anche di questo dovranno tener conto gli amministratori che dal 5 giugno guideranno la città: gli strumenti di pagamento sono leve per lo sviluppo di una smart city.
Commenti e opinioni
Milano al centro dello shopping. E non solo di abbigliamento.
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Milano al centro dello shopping. E non solo di abbigliamento.
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Milano al centro dello shopping. E non solo di abbigliamento.
Milano piace a chi inizia a viaggiare negli anni della globalizzazione. E della digital age. Ce lo dice uno studio Fondazione Altagamma con il Boston Consulting Group che mette brasiliani, cinesi e arabi al primo posto come nazionalità e aree geografiche che meglio valutano la loro permanenza in città. Milano è terza preferita dai consumatori di lusso per il 2016 dietro solo a Parigi e New York (era quinta nel 2014).
Quindi la città da cui vi scriviamo è una mecca per la spesa importante, quella dei beni preziosi, che è poi uno di quei comparti che stanno tirando l’economia globalmente. Si viene per comprare beni che identificano uno status, soprattutto perché “li si compra nella patria del ben fatto” e vicino alle sedi dove vengono costruiti e pensati, dicono i consumatori. Un’indicazione importante, sicuramente da valorizzare, anche per noi che quotidianamente vi raccontiamo il mondo del buon vivere da Milano.
Si viene anche per comprare ben più che abbigliamento. Lo sviluppo di quartieri interi, nell’occhio dello shopping immobiliare mondiale, ne è un esempio.
E mentre salutiamo l’annuncio di Unipol che a Porta Nuova spenderà 300 milioni per nuove case di lusso e hotel, salutiamo anche i coraggiosi fashion manager inglesi che stanno investendo in aperture a NoLo, il quartiere trendy in zona Stazione Centrale che ancora deve decollare del tutto. Questo mese poi è il banco di prova per un’altra riqualificazione urbana che farà parlare di sé nei prossimi anni: Grandi Stazioni sta per essere presa in carico da una cordata con a capo Deutsche Bank e finalmente la zona di Ferrante Aporti vedrà la tanto invocata riqualificazione.
Chi non compra case o capannoni, compra ricordi di lusso. Secondo Bain & Company a Milano nel 2015 si sono spesi 5 miliardi di euro in beni di lusso. Certo non siamo ai livelli di New York (27 miliardi) ma è il miglior risultato d’Europa nella classifica, dopo Parigi e Londra.
Il capoluogo lombardo trova un nuovo slancio e viene indicata come destinazione sempre più cool e trendy dal 49% del campione (la definisce così il 60% dei cinesi e il 52% di russi, brasiliani e coreani, rispetto al 45% di chi proviene da mercati maturi).
Un quarto degli americani pensa a Milano come a una città di food e sport, il 18% degli europei come polo per il business e il 20% dei brasiliani come location d’eccellenza per la vita notturna.
Ma la smart city ancora deve consolidarsi per essere alla pari con le veloci capitali europee. L’Università Bocconi ha lanciato un appello: se alle attuali modalità di pagamento dei servizi di trasporto pubblico dell’area metropolitana di Milano e del Malpensa Express si affiancasse la possibilità di pagare con una carta di credito contactless direttamente ai tornelli, ne deriverebbe un beneficio complessivo pari a 200 milioni di euro in dieci anni.
Anche di questo dovranno tener conto gli amministratori che dal 5 giugno guideranno la città: gli strumenti di pagamento sono leve per lo sviluppo di una smart city.
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Christian D'Antonio
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