Una folla di adulti che si mette in ridicolo, piccolini che si divertono e gli irriverenti mostri sui carri che irridono ai potenti.
Con una sfilata di carrozze addobbate a festa, il giorno di Martedì Grasso del 1873, nasceva il Carnevale di Viareggio. Quest’anno, a 150 anni dalla prima festa, il rito si ripete con grande enfasi mediatica. E a buon titolo, visto che i magnifici carri sono arte e maestria locale, quel genere di commistioni culturali e artigiane che nessuna imitazione può replicare se non in quel luogo, in quel lungomare toscano.
Basterà l’anniversario tondo a riportare in auge presso tutta la popolazione un rito che più italiano non si può?
Il Carnevale non è ancora cool come Halloween per esempio. La festa americana si è presa i meriti propagandistici dei social media. La tradizione carnascialesca dello Stivale, derivata da riti pagani “endemici” nella nostra società, è troppo legata all’infanzia, ai ricordi sbiaditi per risultare interessante. Eppure, al netto dell’imbarazzo delle foto da bambini, dovremmo riconoscere che non c’è niente di più instagrammabile e divertente di una sfilata di carri allegorici. Una folla di adulti che si mette in ridicolo, piccolini che si divertono e gli irriverenti mostri sui carri che irridono ai potenti.
Opere artigianali i maestri della cartapesta, hanno raccontato e raccontano la nostra contemporaneità, riletta con gli occhi della satira.
CARNEVALE DI VIAREGGIO 2023: 150 anni di Carnevale. Grandi Corsi Mascherati. II giganteschi carri allegorici in cartapesta sfilano sui Viali a Mare. Un bozzetto firmato dall’artista Uberto Bonetti per annunciare i 150 anni che il Carnevale di Viareggio.
L’origine della sfilata del carnevale è affascinante. L’idea di una sfilata di carrozze per festeggiare il Carnevale, all’aperto, fra la gente, un po’ come si faceva nelle città italiane e toscane in particolar modo. A Lucca si ha testimonianza del Carnevale in sfilata fino al 1872. Nella Firenze Capitale del Regno d’Italia si usava la cartapesta per piccoli carri allegorici fino al 1869. Il successo e la partecipazione a quella prima sfilata lungo la via principale di Viareggio (via Regia) furono notevoli. Sul finire del secolo, comparvero i carri trionfali, costruiti in legno, scagliola e juta, modellati da scultori e messi insieme da carpentieri e fabbri
Per approfondimenti sulla festa viareggina:
La storia del Carnevale di Viareggio dal 1873 al 1923 nel volume “Travolgente frenesia” di Giampiero Petrucci e Claudia Menichini. La presentazione si tiene martedì 7 febbraio alle 15 nella sala Fanfani a palazzo del Pegaso (via Cavour 4, Firenze).
Figlio degli anni 70, colonna del newsfeed di The Way, nasce come giornalista economico, poi prestato alla musica e infine convertito al racconto del lifestyle dei giorni nostri. Ossessionato dal tempo e dall’essere in accordo con quello che vive, cerca il buono in tutto e curiosa ovunque per riportarlo. Meridionale italiano col Nord Europa nel cuore, vive il contrappunto geografico con serenità e ironia. Moda, arte e spettacoli tv anni 80 compongono il suo brunch preferito.
Un condensato di una carriera trentennale portato sul palco con molta energie e una band misurata ma molto precisa. Il
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Commenti e opinioni
Perché il Carnevale non è ancora cool
Una folla di adulti che si mette in ridicolo, piccolini che si divertono e gli irriverenti mostri sui carri che irridono ai potenti.
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Perché il Carnevale non è ancora cool
Una folla di adulti che si mette in ridicolo, piccolini che si divertono e gli irriverenti mostri sui carri che irridono ai potenti.
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Perché il Carnevale non è ancora cool
Una folla di adulti che si mette in ridicolo, piccolini che si divertono e gli irriverenti mostri sui carri che irridono ai potenti.
Con una sfilata di carrozze addobbate a festa, il giorno di Martedì Grasso del 1873, nasceva il Carnevale di Viareggio. Quest’anno, a 150 anni dalla prima festa, il rito si ripete con grande enfasi mediatica. E a buon titolo, visto che i magnifici carri sono arte e maestria locale, quel genere di commistioni culturali e artigiane che nessuna imitazione può replicare se non in quel luogo, in quel lungomare toscano.
Basterà l’anniversario tondo a riportare in auge presso tutta la popolazione un rito che più italiano non si può?
Il Carnevale non è ancora cool come Halloween per esempio. La festa americana si è presa i meriti propagandistici dei social media. La tradizione carnascialesca dello Stivale, derivata da riti pagani “endemici” nella nostra società, è troppo legata all’infanzia, ai ricordi sbiaditi per risultare interessante. Eppure, al netto dell’imbarazzo delle foto da bambini, dovremmo riconoscere che non c’è niente di più instagrammabile e divertente di una sfilata di carri allegorici. Una folla di adulti che si mette in ridicolo, piccolini che si divertono e gli irriverenti mostri sui carri che irridono ai potenti.
Opere artigianali i maestri della cartapesta, hanno raccontato e raccontano la nostra contemporaneità, riletta con gli occhi della satira.
L’origine della sfilata del carnevale è affascinante. L’idea di una sfilata di carrozze per festeggiare il Carnevale, all’aperto, fra la gente, un po’ come si faceva nelle città italiane e toscane in particolar modo. A Lucca si ha testimonianza del Carnevale in sfilata fino al 1872. Nella Firenze Capitale del Regno d’Italia si usava la cartapesta per piccoli carri allegorici fino al 1869. Il successo e la partecipazione a quella prima sfilata lungo la via principale di Viareggio (via Regia) furono notevoli. Sul finire del secolo, comparvero i carri trionfali, costruiti in legno, scagliola e juta, modellati da scultori e messi insieme da carpentieri e fabbri
Per approfondimenti sulla festa viareggina:
La storia del Carnevale di Viareggio dal 1873 al 1923 nel volume “Travolgente frenesia” di Giampiero Petrucci e Claudia Menichini. La presentazione si tiene martedì 7 febbraio alle 15 nella sala Fanfani a palazzo del Pegaso (via Cavour 4, Firenze).
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Christian D'Antonio
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