Luci e ombre della città partenopea, che vive un momento d’oro, tra cultura, turismo, scudetto.
Il 2023 come il 1987 per Napoli e i napoletani. Allora c’era Maradona e lo scudetto, una sacca di criminalità e società in pieno disagio. E oggi? Non è cambiato granché dal punto di vista calcistico, solo che Maradona è diventato un Dio (provate a visitare il murales nei Quartieri Spagnoli, esperienza simil-liturgica) ma il resto, dal punto di vista sociale, è abbastanza uguale. Lo speciale televisivo di sabato 15 aprile, in seconda serata, su Canale 5, «Napoli è…» proverà a fare il punto sulla città secondo BBC Travel, «con troppa storia da gestire». E tanto altro.
Folla costante per la salita ai Quartieri Spagnoli dove si trova il murales su un lato di un palazzo che raffigura Maradona. L’opera di Mauro Filardi fu realizzata all’epoca del secondo scudetto nel 1990 ed è in via Emanuele de Deo, 46.
Ora l’argomento del giorno è l’invasione turistica di massa, che ha rivitalizzato ogni angolo del centro storico, patrimonio Unesco, un concentrato unico di monumenti e siti archeologici, che ha portato nuove criticità che restano tali. Pattumiere a cielo aperto, scarsi servizi, residenti ostaggio della folla inaspettata. E abitudini che non cambiano, purtroppo. Pagare con moneta elettronica in molti esercizi resta un miraggio, l’assalto ai mezzi pubblici è costante, ma la città appare più ridente e sicuramente più sicura. Sembra che non ci siano più zone dove è sconsigliato andare, semplicemente perché tra alloggi a prezzi alti e riscoperta di gioielli storici, le persone si sono riappropriate del centro storico più affascinante d’Europa.
Eppure non basta il movimento spontaneo di enorme interesse per la città di Partenope. La direzione, la mano che regolamenta flussi e abitudini è totalmente assente. Napoli è cucina tipica (che invade le strade un tempo patria di botteghe artigianali), è riscoperta del folklore (che mischiato a incuria stimola post ironici di milioni di turisti sui social media). Sarebbe troppo riduttivo accontentarsi dell’immagine cartolina che piace a chi morde e fugge.
Oggi, la città partenopea vive un momento d’oro, legato a cultura, turismo, scudetto, che si contrappone a storie più opache, legate a malasanità e delinquenza.
Lo speciale televisivo Mediaset ha come testimoni del cambiamento, voci della vecchia e nuova Napoli: James Senese, grande jazzista che ha accompagnato in studio e in tour, con il suo sax, Pino Daniele; il pugile e campione olimpionico, Patrizio Oliva; lo scultore e pittore di culto, Lello Esposito; il proprietario della storica pizzeria Concettina ai Tre Santi, Ciro Oliva; la pluripremiata attrice Lina Sastri; l’attaccante del Napoli e nazionale della Nigeria, Victor Osimhen; il fondatore della Filmauro e presidente del Napoli Calcio, Aurelio De Laurentiis. Ma lo sforzo di andare oltre l’allure creato dal boom di canzoni e fiction spetta inevitabilmente ai cittadini che vivono Napoli. E anche a chi la visita per un weekend.
Figlio degli anni 70, colonna del newsfeed di The Way, nasce come giornalista economico, poi prestato alla musica e infine convertito al racconto del lifestyle dei giorni nostri. Ossessionato dal tempo e dall’essere in accordo con quello che vive, cerca il buono in tutto e curiosa ovunque per riportarlo. Meridionale italiano col Nord Europa nel cuore, vive il contrappunto geografico con serenità e ironia. Moda, arte e spettacoli tv anni 80 compongono il suo brunch preferito.
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Se Napoli non cambia e diventa un trend
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Ora l’argomento del giorno è l’invasione turistica di massa, che ha rivitalizzato ogni angolo del centro storico, patrimonio Unesco, un concentrato unico di monumenti e siti archeologici, che ha portato nuove criticità che restano tali. Pattumiere a cielo aperto, scarsi servizi, residenti ostaggio della folla inaspettata. E abitudini che non cambiano, purtroppo. Pagare con moneta elettronica in molti esercizi resta un miraggio, l’assalto ai mezzi pubblici è costante, ma la città appare più ridente e sicuramente più sicura. Sembra che non ci siano più zone dove è sconsigliato andare, semplicemente perché tra alloggi a prezzi alti e riscoperta di gioielli storici, le persone si sono riappropriate del centro storico più affascinante d’Europa.
Eppure non basta il movimento spontaneo di enorme interesse per la città di Partenope. La direzione, la mano che regolamenta flussi e abitudini è totalmente assente. Napoli è cucina tipica (che invade le strade un tempo patria di botteghe artigianali), è riscoperta del folklore (che mischiato a incuria stimola post ironici di milioni di turisti sui social media). Sarebbe troppo riduttivo accontentarsi dell’immagine cartolina che piace a chi morde e fugge.
Oggi, la città partenopea vive un momento d’oro, legato a cultura, turismo, scudetto, che si contrappone a storie più opache, legate a malasanità e delinquenza.
Lo speciale televisivo Mediaset ha come testimoni del cambiamento, voci della vecchia e nuova Napoli: James Senese, grande jazzista che ha accompagnato in studio e in tour, con il suo sax, Pino Daniele; il pugile e campione olimpionico, Patrizio Oliva; lo scultore e pittore di culto, Lello Esposito; il proprietario della storica pizzeria Concettina ai Tre Santi, Ciro Oliva; la pluripremiata attrice Lina Sastri; l’attaccante del Napoli e nazionale della Nigeria, Victor Osimhen; il fondatore della Filmauro e presidente del Napoli Calcio, Aurelio De Laurentiis. Ma lo sforzo di andare oltre l’allure creato dal boom di canzoni e fiction spetta inevitabilmente ai cittadini che vivono Napoli. E anche a chi la visita per un weekend.
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