Se il business degli affitti brevi vale in Italia 11 miliardi l’anno un motivo ci sarà. Dopo la pandemia c’è voglia di viaggiare e afferrare quanto più è possibile delle nostre città. Ma quando l’overtourism forgia lo scenario di cui si nutre in “esperienza a tempo breve” un problema sorge.
Il fenomeno del viaggiatore fai-da-te dilaga in tutto il mondo e la sua portata è paragonabile all’avvento delle low cost nel mercato delle compagnie aeree. Le città, anche le più dimenticate dai circuiti ufficiali si attrezzano per accogliere visitatori e turisti. Con le ‘scadenze’ tipiche di questi flussi. Iniziano così a mancare servizi e si fa avanti invece un’abbondanza di attività commerciali che poco hanno a che fare con chi vive quel territorio. Meglio panini al volo che sostegno all’artigianato locale, per dirne una.
Ma il trend degli spostamenti a tempo è alimentato anche dal nomadismo digitale (le persone giovani che lavorano ‘da remoto’ vogliono cambiare città e abitudini da veri indipendenti) e dal ritorno dei grandi eventi di massa, che coinvolgono a tempo le città e lasciano poi nella maggior parte dei casi, solo cocci.
Prendiamo Milano, che con il Fuorisalone 2024 ha calcolato un arrivo in città di 400mila persone per una settimana. L’indotto del design ha rivitalizzato spazi inconsueti, risvegliato attività commerciali, rimpinguato i conti della ristorazione. Ma cosa resta? Anzitutto, vero, ricchezza per chi ha affittato case a tempo determinato. Ma la città nella versione normale continua ad avere pro e contro che cozzano. In più, l’uso a tempo delle abitazioni della short term city (a Milano come Venezia o Roma) crea frattura tra le due popolazioni, quella locale e residente e quella internazionale e transitoria. I due blocchi di persone si trovano oggi a competere per la stessa risorsa limitata, cioè case, molto spesso in aree molto ristrette e concentrate, causando o aumentando disuguaglianze spaziali e segregazioni.
Questo in parte spiega l’incontrollato aumento dei prezzi dell’abitare (cioè casa e cibo, in prevalenza) in zone specifiche delle città. In sostanza ci sono due mercati immobiliari (affitti brevi e tradizionali) che negli anni si sono sempre più distaccati dall’andamento dell’economia locale e sono sempre più influenzati da agenti esterni. E anche fare la spesa costa di meno o di più a seconda della ‘coolness’ che in quel dato periodo i quartieri vivono per effetto degli eventi ‘transitori’.
I proprietari di case, e quelli di attività ristorative, sono contenti, certo. Ma le piattaforme digitali stanno cambiando le città in molti modi sottili: rimodellano pratiche e immaginari urbani, cambiano le relazioni sociali, perché in molti casi gli abitanti stabili sono portati ad allontanarsi dai centri nevralgici di interesse internazionali.
Poi c’è un’altra analisi da considerare, quando si parla di short term city. Ed è quella ‘valoriale’. A Napoli, il turismo culturale è stato soppiantato in larga parte dal turismo alimentato dai fenomeni dei social media. È più facile trovare code chilometriche davanti a negozi e ristoranti di web-star che per entrare nei musei e scoprire i patrimoni artistici. È davvero questa l’idea di arricchimento di un viaggio?
Foto di apertura: The Amazing Walk, installazione nel cortile del Settecento dell’Università Statale di Milano. Foto simbolo del Fuorisalone 2024 di Gianni Foraboschi per The Way Magazine.
Commenti e opinioni
Short term city: buone e cattive idee
Commenti e opinioni
Short term city: buone e cattive idee
Commenti e opinioni
Short term city: buone e cattive idee
Se il business degli affitti brevi vale in Italia 11 miliardi l’anno un motivo ci sarà. Dopo la pandemia c’è voglia di viaggiare e afferrare quanto più è possibile delle nostre città. Ma quando l’overtourism forgia lo scenario di cui si nutre in “esperienza a tempo breve” un problema sorge.
Il fenomeno del viaggiatore fai-da-te dilaga in tutto il mondo e la sua portata è paragonabile all’avvento delle low cost nel mercato delle compagnie aeree. Le città, anche le più dimenticate dai circuiti ufficiali si attrezzano per accogliere visitatori e turisti. Con le ‘scadenze’ tipiche di questi flussi. Iniziano così a mancare servizi e si fa avanti invece un’abbondanza di attività commerciali che poco hanno a che fare con chi vive quel territorio. Meglio panini al volo che sostegno all’artigianato locale, per dirne una.
Ma il trend degli spostamenti a tempo è alimentato anche dal nomadismo digitale (le persone giovani che lavorano ‘da remoto’ vogliono cambiare città e abitudini da veri indipendenti) e dal ritorno dei grandi eventi di massa, che coinvolgono a tempo le città e lasciano poi nella maggior parte dei casi, solo cocci.
Prendiamo Milano, che con il Fuorisalone 2024 ha calcolato un arrivo in città di 400mila persone per una settimana. L’indotto del design ha rivitalizzato spazi inconsueti, risvegliato attività commerciali, rimpinguato i conti della ristorazione. Ma cosa resta? Anzitutto, vero, ricchezza per chi ha affittato case a tempo determinato. Ma la città nella versione normale continua ad avere pro e contro che cozzano. In più, l’uso a tempo delle abitazioni della short term city (a Milano come Venezia o Roma) crea frattura tra le due popolazioni, quella locale e residente e quella internazionale e transitoria. I due blocchi di persone si trovano oggi a competere per la stessa risorsa limitata, cioè case, molto spesso in aree molto ristrette e concentrate, causando o aumentando disuguaglianze spaziali e segregazioni.
Questo in parte spiega l’incontrollato aumento dei prezzi dell’abitare (cioè casa e cibo, in prevalenza) in zone specifiche delle città. In sostanza ci sono due mercati immobiliari (affitti brevi e tradizionali) che negli anni si sono sempre più distaccati dall’andamento dell’economia locale e sono sempre più influenzati da agenti esterni. E anche fare la spesa costa di meno o di più a seconda della ‘coolness’ che in quel dato periodo i quartieri vivono per effetto degli eventi ‘transitori’.
I proprietari di case, e quelli di attività ristorative, sono contenti, certo. Ma le piattaforme digitali stanno cambiando le città in molti modi sottili: rimodellano pratiche e immaginari urbani, cambiano le relazioni sociali, perché in molti casi gli abitanti stabili sono portati ad allontanarsi dai centri nevralgici di interesse internazionali.
Poi c’è un’altra analisi da considerare, quando si parla di short term city. Ed è quella ‘valoriale’. A Napoli, il turismo culturale è stato soppiantato in larga parte dal turismo alimentato dai fenomeni dei social media. È più facile trovare code chilometriche davanti a negozi e ristoranti di web-star che per entrare nei musei e scoprire i patrimoni artistici. È davvero questa l’idea di arricchimento di un viaggio?
Foto di apertura: The Amazing Walk, installazione nel cortile del Settecento dell’Università Statale di Milano. Foto simbolo del Fuorisalone 2024 di Gianni Foraboschi per The Way Magazine.
Read in:
Redazione
Carlo Gasperoni, mostra a Venezia
“Nature Wonder” mostra personale di Carlo Gasperoni è in visione dal 29 agosto al 5 settembre alla Scoletta Battioro e
Michele Di Paolo e l’eleganza su Zoom: “Vi insegno lo stile anche a distanza”
La vostra personalità?
La nostra missione!
Ci impegniamo ogni giorno per dare forma alla bellezza nelle sue mille sfaccettature, rispecchiando sempre la personalità e unicità dei nostri clienti. Michele di Paolo nasce come parrucchiere, diventa formatore in azienda e si specializza in tutti settori coinvolti nel ramo immagine quali:
make up
image consulting
personal image
business image
Rorsmy e Javier Rojas in video a 4mila metri
“Controregola” di Rosmy ha un clip dove insieme alla cantautrice si esibisce il ballerino JAVIER ROJAS vincitore categoria danza del
Al Marca di Catanzaro il Millennio maggiorenne in mostra
C’è chi si ricorda le schede telefoniche e chi preferisce riguardarsi i Vhs. Ma il Millennio che diventa maggiorenne nel
Gennaro Battiloro, pizza multisensoriale in Versilia
Siete alla ricerca delle migliori pizzerie in Versilia per il 2024? Senza dubbio, nella lista dei migliori maestri pizzaioli d’Italia,
Emmanuel Conte: “Il mio libro per difendere il primato di Milano”
Emmanuel Conte, presidente della Commissione Bilancio del Comune di Milano, è un “naturalizzato milanese” e a giudicare dallo stile con
Vibar Fireworks, fuochi italiani in Messico
Entusiasmo per lo spettacolo piromusicale della ditta Vibar Fireworks di Barbara Braghin, con sede nel Delta del Po, in occasione
Totò Cascio, un attore da Oscar al Messina Book Festival 2023
Si svolge a Messina presso il “Circolo del Tennis e della Vela”, il 28 Luglio 2023 il “Messina Book Festival”,