Classe 1984, ben dieci libri pubblicati nel corso della sua carriera, una casa editrice no-profit e un’intramontabile passione, Simone Di Matteo è uno scrittore, editore e curatore della DiamonD EditricE. Lo abbiamo conosciuto sul piccolo schermo nella quinta edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express al fianco di Tina Cipollari, con la quale formava l’indimenticabile duo de #GliSpostati, e per la sua partecipazione in qualità di ospite al salotto domenicale di Barbara d’Urso per discutere del caso mediatico della Marchesa d’Aragona. Oggi lo ritroviamo nelle vesti de L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo grazie al quale è riuscito a consacrarsi come il “Giustiziere dei Vip”. Penna affilata quanto una lama e opinionista più temuto del Web degli ultimi tempi, da circa tre anni Di Matteo cura settimanalmente delle rubriche satiriche su svariate testate giornalistiche accreditate, all’interno delle quali commenta il patinato mondo delle celebrità e i suoi quasi inaccessibili retroscena, osserva il vasto universo dei social network e non perde occasione per sparare a zero sui loro, a detta sua discutibili, rappresentanti. Il tutto ovviamente condito con quella buona dose di ironia e sarcasmo che lo contraddistinguono.
Abbiamo parlato con Simone Di Matteo affinché raccontasse a The Way Magazine la sua quotidianità appena trascorsa, quella che ha vissuto durante il lockdown, e perché no, per scoprire alcune interessanti curiosità su quello che a tutti gli effetti è un personaggio atipico e certamente sui generis.
- Benvenuto Simone tra le pagine di The Way Magazine. Sei uno scrittore più volte prestato alla tv, ma parlaci meglio di te. Chi è Simone Di Matteo, quello lontano dai riflettori e dalle telecamere?
In generale non amo molto parlare di me, lascio che siano gli altri a farlo, tuttavia, posso orgogliosamente affermare di essere esattamente la stessa persona che avete conosciuto qualche anno fa in televisione, né più, né meno. E fidatevi di me, non è da tutti. Sono una persona limpida, chi mi conosce lo sa, non ho niente da nascondere o di cui vergognarmi sebbene sia timido. Mi ritengo un umile e inguaribile sognatore che comunque non si aspetta nulla da nessuno e crede fortemente che nella vita non si arrivi mai da nessuna parte, perché l’unica cosa che conta davvero è riuscire a rimanere fedeli a se stessi!
- Come hai affrontato il periodo del lockdown?
Naturalmente, restando a casa, come il premier Giuseppe Conte ci ha chiesto di fare. È stato un periodo di grande apprensione, e lo è tutt’ora, visto il particolare momento che stiamo attraversando, ma non ho mai perso la speranza di poter tornare alla normalità, perché accadrà, un passo alla volta magari, ma arriverà quel giorno in cui tutto questo sarà soltanto un brutto ricordo. Il Coronavirus ci ha dimostrato che non esistono barriere, caste o confini che tengano, pertanto è fondamentale continuare a rispettare le direttive che ci vengono date!
- Qual era la tua giornata – tipo?
Ho trascorso la quarantena con i miei 7 gatti e 3 ratti, circondato da tutto l’amore e l’affetto di cui ho bisogno, e questo sinceramente mi è bastato. Non essendo io un tipo dinamico o dedito alla vita mondana, poi, non mi è risultato difficile seguire le regole comportamentali. A differenza di tutti quelli che si sono adoperati per fomentare allarmismo, alimentare teorie complottistiche e diffondere fake news in ogni angolo del Web, ho dedicato un momento di ogni mia giornata alla scrittura e da appassionato di cinema quale sono, non ho perso occasione per gustarmi qualche buon film su Netflix e Disney Plus!
- Di recente ti sei trasferito a Milano, fino a poco tempo fa classificata come zona rossa. Come trascorri lì il tuo tempo?
Diciamo che la noia è la mia più fedele compagna, nonostante Milano tutto sia fuorché un luogo nel quale annoiarsi. È una città a misura d’uomo, dalle mille risorse ed è diventata ormai la mia seconda casa. Viste le restrizioni in vigore, mi ritaglio un’oretta al giorno per andare a fare delle lunghe passeggiate rilassanti al parco Indro Montanelli vicino casa oppure al Cimitero Monumentale, uno dei posti più poetici e romantici che abbia mai visitato, e mi reco, se possibile, al Castello Sfarzesco o al Crazy Cats Cafè. Ci sono delle colonie feline meravigliose e ne approfitto per assaporare quella sensazione di calore che il più delle volte solamente gli animali riescono a trasmetterci!
- Sei originario di Latina. C’è qualcosa che più di ogni altra ti manca e che a Milano non riusciresti a trovare pur volendo?
Innanzitutto, devo ammettere che passare interi giorni, settimane, mesi, lontano dai miei cari, per quanto a Milano abbia stretto delle ottime amicizie, dalla mia famiglia e dai miei animali, è a dir poco straziante. Come potrebbe essere altrimenti?! Ciò nonostante, quello che mi manca di più in assoluto sono proprio i miei gatti, non potrei mai vivere senza, e sebbene siano stati affidati a mani sicure e amiche, ogni volta che posso, torno a Latina per passare del tempo con loro. E poi c’è il mare, l’unico posto dove mi sento veramente in pace con me stesso e con il mondo.
- Parlando di animali, la paura del contagio ha portato molte persone ad abbandonare i loro amici a quattro zampe. Cosa ne pensi a riguardo?
Penso che all’idiozia e all’egoismo umano non ci siano confini. Siamo sempre pronti a batterci il petto per difendere gli animali e ad indignarci quando vengono maltrattati, ma se si tratta della nostra pelle ad essere a rischio, cosa tra l’altro non vera, non ci pensiamo due volte a lasciarli soli in mezzo ad una strada. I miei gatti e miei topi sono parte di me e non potrei mai fare loro una cosa del genere, non riuscirei mai ad abbandonarli. E poi, diciamocela tutta, l’unico contagio che può esservi tra noi è quello dell’amore, è la stupidità umana ciò di cui ho più timore!!!
- Secondo te l’emergenza epidemica da Covid-19 come ha cambiato il modo di vivere i rapporti interpersonali?
Le difficoltà legate agli spostamenti, e non solo, hanno senza ombra di dubbio influito sulle nostre relazioni. Fisicamente ci siamo allontanati, forse in alcuni casi perfino emotivamente. La pandemia ci ha messi a dura prova, ma allo stesso ci tempo ci ha permesso di comprendere quali fossero quei rapporti per cui valesse realmente la pena superare qualunque ostacolo, anche fosse una epidemia globale. In questo senso i social network si sono rivelati davvero utili, un caso più unico che raro. Per carità, non fraintendetemi, non ci hanno impedito di rimanere distanti, ma ci hanno sono stati comunque in grado di farci sentire uniti, e amati!
- La scrittura è parte integrante di te. Da cosa trai ispirazione?
Ripongo molta fiducia nella forza delle parole e delle intenzioni, dopotutto sono un autore. Scrivo perché scrivere, editare pensieri e parole fino a farmi mancare il fiato, è tra le poche cose che mi riescono bene. Traggo ispirazione dalla mia vita e dalle esperienze degli altri, dai luoghi che visito, da quegli incontri inaspettati che la vita ci riserva, dalle avventure che intraprendo, metto nero su bianco le emozioni che provo. Insomma, scrivo punto e basta, e mi lascio “guidare” dalla mia penna!
Sei anche un assiduo commentatore e un affezionato telespettatore della nostra amata tv. Quali sono le tue trasmissioni preferite?
Beh, che dire, le seguo tutte comodamente da casa e, dovendo commentarle nei panni de L’Irriverente, ci sparo anche sopra. Ad ogni modo, tra quell’infinità di trasmissioni televisive, reality shock e salottini vari che il panorama dello show biz nostrano ci propone, apprezzo particolarmente i talk show di Barbara d’Urso, una delle poche che nell’era dell’apparire continua ancora ad essere. Una stakanovista inarrestabile, la sua professionalità è ampiamente riconosciuta, capace di condurre qualsiasi tipo di programma tv, trattare le più disparate tematiche nel giro di pochi minuti e in una maniera completamente unica nel suo genere.
A tal proposito, in molti ti conoscono come L’Irriverente. Chi è questo personaggio e cosa rappresenta per te?
L’irriverente è l’opinionista meno ruffiano e più spietato della tv. È il mio alter ego, quella parte di me che riesce dove io fallisco, e con questo pseudonimo curo da circa tre anni un’omonima rubrica satirica su svariate testate giornalistiche, all’interno delle quali commento tutto ciò che la televisione ha da offrire, sebbene, visto l’andazzo, le sia rimasto ben poco da poter esibire. Non vorrei essere banale e scontato, ma l’ambiente televisivo, ormai, pullula di personaggi che sono soltanto ombre di quel successo che molti inseguono disperatamente ma che in pochi riescono effettivamente a conquistare. L’irriverente nasce per fare la differenza, e la fa, modestamente!!
Negli ultimi tempi ti sei scagliato duramente contro il GfVip5 di Alfonso Signorini. Come mai?
Nonostante sia un affezionato telespettatore del Grande Fratello, apprezzare un programma televisivo non significa in alcun modo condividerne necessariamente le scelte. Ho trovato questa edizione capitanata da Alfonso Signorini piuttosto noiosa, piena di dinamiche soporifere, figli di e parenti di, opinionisti completamente inadatti al ruolo che ricoprono, personaggi visti e rivisti, difatti gli autori hanno richiamato a rapporto proprio concorrenti delle passate edizioni, e mi dispiace dirlo, alcune pagine di brutta televisione. Basti pensare al caso di Fausto Leali oppure a quello di Mario Balotelli. Nulla togliere ad Alfonso, ma credo che uno svecchiamento della produzione e della trasmissione stessa sarebbe a mio avviso, ora più che mai, d’obbligo!
Ti abbiamo conosciuto proprio grazie alla partecipazione a Pechino Express al fianco di Tina Cipollari. Com’è oggi il vostro rapporto?
Tra me e Tina c’è sempre stato un solidissimo rapporto di amicizia e complicità, d’altronde è la mia migliore amica. Dal primo momento in cui ci siamo incontrati, è stato quasi “amore a prima vista” e da allora non ci siamo mai più separati, tant’è che ormai ci conosciamo da più di vent’anni. Siamo l’uno la metà dell’altra, due facce della stessa medaglia. Che dire, ci completiamo a vicenda! Viviamo alla giornata e qualunque sia la sfida che la vita ci pone davanti la affrontiamo insieme con molta ironia e spensieratezza, perché sappiamo di poter contare l’una sull’altro.
A livello umano, cosa ha cambiato in te la pandemia? E a livello professionale?
Oltre ad aver rivoluzionato le nostre vite, penso che la pandemia ci abbia cambiati tutti, chi in meglio, chi in peggio. Personalmente, dovendo restare a casa, ho avuto molto tempo a disposizione per riflettere su quelle cose che magari si davano per scontate e ho iniziato a dare maggior valore a ciò che, e soprattutto a chi, realmente lo merita. Ad oggi, posso affermare con chiarezza di avere delle consapevolezze differenti rispetto al passato e in base questo prendo le mie decisioni in maniera diversa, che si tratti di rapporti professionali o affettivi, di scelte lavorative o di vita.
Cosa ti auguri per il 2021?
Beh, le festività natalizie e il Capodanno sono ormai prossimi, mi auguro solamente di arrivare al 2021 sano e salvo e il più in fretta possibile. In fondo, questo 2020 più che un anno da ricordare è stato un’autentica prova di coraggio!