Fare dell’ordinario lo straordinario. E con la fama che il marchio piemontese lessi si è guadagnata in oltre 100 anni di storia nel mondo, le sorprese non finiscono mai. Dopo tutto il fragore mediatico relativo alla data ragguardevole del secolo di produzione, nel 2023 Alessi è tornato anche agli elementi di arredo in cucina. “Sono circa 20 anni che provo a realizzare una sedia con Philippe Starck e finalmente ci siamo riusciti. Gli ho chiesto se fosse possibile progettare una sedia realizzata come una padella, utilizzando la tecnologia dello stampaggio a freddo del metallo di Alessi. Come sempre accade con Starck, tutto è iniziato con una sovversione”, dice Alberto Alessi, presidente di Alessi. L’azienda di Crusinallo (provincia del Verbano-Cusio-Orsola) nasce come laboratorio metallurgico con fonderia. Ora che si sono successe tre generazioni, dagli elementi di cucina semplici ma di una accattivante austerità, si è arrivati alla produzione totale di tutto quello che serve in cucina. Posateria e anche elementi di arredo.
Quest’anno si celebra anche il 25esimo anno di vita del Museo Alessi, allestito in un immobile all’interno della fabbrica di Crusinallo di Omegna (Verbania). Il museo d’impresa contiene un vasto insieme di prototipi, prodotti non più a catalogo, stampi, allestimenti d’autore, documenti grafici e progettuali, fotografie, libri, cataloghi e riviste. Il complesso di questi materiali costituisce un archivio organizzato dell’identità culturale della Alessi e, più in generale, una collezione di arte applicata e di design del XX e XXI secolo, con pezzi ormai rarissimi.
E c’è anche un altro step della storia del marchio da ricordare.
Nel 1983 Alessi lanciò “Tea & coffee piazza“, coordinata da Alessandro Mendini, un’operazione sperimentale di ricerca di nuovi talenti capaci di rinnovare il linguaggio progettuale degli oggetti domestici. Furono coinvolti dieci architetti: Michael Graves, Hans Hollein, Charles Jencks, Richard Meier, Paolo Portoghesi, Aldo Rossi, Stanley Tigerman, Oscar Tusquets, Robert Venturi, Kazumasa Yamashita e lo stesso Mendini.
Agli autori fu chiesto di affrontare la progettazione di un servizio da tè e caffè in termini molto liberi, non condizionati dalla logica della produzione di massa. Il tema proposto è frutto di una precisa scelta culturale: una “micro architettura” per la tavola, dove il vassoio circoscrive uno spazio (un “quadrato”), in cui gli elementi del servizio sono disposti come edifici in miniatura. I servizi in argento sono realizzati a mano: la libertà espressiva lasciata agli autori ha portato a forme straordinarie, che non avrebbero potuto essere prodotte tramite un processo industriale.