Gli oggetti di uso comune che si trovano nelle case di tutti noi italiani, ripensati. Colé Italia ha avuto il pregio nel corso degli anni di approcciarsi alla rilettura della tradizione del deisgn con un piglio avanguardistico che nell’idea dei fondatori, doveva seguire la rivoluzionaria forma mentis degli sperimentatori degli anni 20 e 30. E l’azienda ci è riuscita, visto che è appena stata proclamata vincitrice del PREMIO GIOVANI IMPRESE – Believing in the Future di ALTAGAMMA per la categoria Design.
Il riconoscimento, assegnato dalla prestigiosa Fondazione che riunisce le aziende dell’alta industria culturale e creativa italiana, ritenute autentiche ambasciatrici dello stile italiano nel mondo, conferma la validità di una visione strategica incentrata su qualità e ricerca, che ha portato l’azienda fondata da Matteo De Ponti e Laura Macagno nel 2011 a distinguersi sulla scena italiana e internazionale per la sua capacità di coniugare le più alte performance estetiche e produttive. Dando vita a una collezione di mobili, oggetti e complementi che seducono perché nascono dal confronto con la tradizione, si definiscono nella relazione con le avanguardie artistiche e arrivano a dare forma a “case con un’anima”.
Colé Italia è un brand italiano che produce mobili, oggetti e complementi di altissima qualità insignito da importanti riconoscimenti a livello internazionale, tra cui Le Palmarès de l’Archi Design Club by Muuz e il Premio Giovani Imprese Altagamma, edizione 2020. Fondato da Matteo De Ponti, che vanta una precedente esperienza strategica nell’azienda di famiglia (Driade), e da Laura Macagno,che unisce a una solida formazione in business un’originale visione estetica permeata dalla sua provenienza dall’Argentina, propone un originalissimo modo di fare design basato su una sofisticata ricerca espressiva, molto vicina al mondo dell’arte, e su una cultura della qualità produttiva che si esprime in ogni dettaglio (dalla forma al materiale e da questo al processo di lavorazione), secondo la migliore lezione del Made in Italy.
Le collezioni, prodotte apartire dal 2011 ,sono il frutto di un a riflessione sui mobili della memoria e di un gusto colto per la contaminazione disegni, materiali e culture.
Le collabroazioni che il brand ha stabilito negli anni includono Julia Dozsa, Lorenz/Kaz, Aksu/Suardi, Lorenza Bozzoli, Emmanuel Gallina, Hagit Pincovici, Agustina Bottoni, Miki Astori, Martinelli/Venezia, Bellavista/Piccini, Bracchetti/Saibene
Sostenibilità, vicinanza ai territori e innovazione i valori che Altagamma ha riconosciuto nei vincitori della sesta edizione del Premio, i cui partner sono Borsa Italiana, ELITE e SDA Bocconi. Identificando le migliori imprese – future protagoniste del lusso italiano – nelle categorie: moda, design, gioielleria, alimentare, velocità, hotellerie & wellness e, infine, innovation attraverso il lavoro di una giuria d’eccellenza, costituita dai Vice Presidenti di Altagamma e da Silvia Baruffaldi (Auto&Design), Gilda Bojardi (Interni), Alba Cappellieri (Museo del Gioiello di Vicenza), Cesare Cunaccia (giornalista e docente), Luca Dini (AD Italia e Traveller), Barbara Lunghi (Borsa Italiana), Livia Peraldo Matton (Elle Decor Italia), Nicoletta Polla-Mattiot (How to Spend It de Il Sole 24 Ore), Fernanda Roggero (Il Sole 24 Ore), Maurizio Rossi (H-Farm) e Sara Sozzani Maino (Vogue Italia). E riconoscendo alle aziende premiate il valore di un “nuovo umanesimo”, che risulta tanto più prezioso se messo in relazione con la difficile congiuntura storico-economica che stiamo attraversando.
“Conosciamo Altagamma da tanti anni”, commentano Matteo De Ponti e Laura Macagno. “E il grande lavoro di promozione e di supporto al Made in Italy che la Fondazione svolge nel mondo. Fare parte di questa comunità ci lusinga e ci apre la visione su nuove prospettive. Crediamo fermamente nel Made in Italy e nella qualità del nostro lavoro. Questo riconoscimento ci conferma che siamo sulla strada giusta e ci ripaga per la fatica che, come tante piccole realtà di nicchia, stiamo facendo per emergere in uno scenario altamente competitivo. Il nostro ringraziamento va ai nostri fornitori, ai designer, alla stampa che ci ha sempre sostenuti e ai primi clienti, che da subito hanno credulo in noi e con i quali si è instaurato un rapporto che va al di là del mero lavoro”.
“Il mio pensiero va soprattutto al mio mentore Enrico Astori, titolare di Driade, mancato proprio quest’anno”, aggiunge Matteo De Ponti “Che in tanti anni di attività insieme mi ha insegnato a inseguire e a perseguire i sogni. Oggi più che mai bisogna credere nell’Italia e in un futuro per le nuove generazioni; perché i nostri figli non abbiano tutti voglia di scappare dal Paese più bello del mondo e trovare altrove ciò che potrebbero avere qui, se solo tutto funzionasse come dovrebbe”..