In costa d’Amalfi la ceramica è un’arte diffusa e praticata da secoli. Capita che però ancora ci si inventi qualcosa di diverso con l’ingegno e la fantasia. Come l'”Acquario sulla roccia”, un ensemble di 580 pezzi, una delle produzioni singole più corpose degli ultimi tempi per fini estetici. Lo ha realizzato il laboratorio di Ceramiche Annamaria ed Enzo Fusco con sede a Furore, a pochi chilometri di Amalfi.
Per ammirarlo bisogna essere facoltosi ospiti del resort Monastero Santa Rosa a Conca Dei Marini. “Avevamo l’idea di abbellire le pareti dei vialetti che conducono alla nostra infinity pool – ci racconta il general manager dell’hotel, Flavio Colantuoni – e ci è venuta l’idea di riprodurre con il materiale e la lavorazione tipica del luogo tutta la fauna più particolare e fantasiosa che si trova in questo mare”.
Il risultato, benché singolare, è davvero eccezionale. I tentacoli e le chele finemente riprodotte e colorate sono uno spettacolo per gli occhi. Anche i clienti del Monastero gradiscono molto, tanto che scattano “selfie” in continuazione con lo sfondo dell’acquario. “Per realizzare questi pezzi – racconta il direttore – siamo andati incontro a molte più difficoltà rispetto ai normali piatti o vasi. Ma abbiamo scelto davvero gli artigiani più bravi e inventivi che potevamo”.
Annamaria Fusco, la giovane ceramista di Furore che ha realizzato questi pezzi con Marco, è diplomata “maestra orafa” all’Istituto d’Arte di Sorrento, poi perfezionatasi in decorazione ceramica presso la scuola d’arte Romano Ranieri di Deruta.
Il panetto viene lavorato a mano, poi asciugato e infornato per un giorno intero a 940 gradi per poi abbassare la temperatura. Infine viene dipinto, solitamente coi colori tipici della ceramica di Amalfi, il verde delle foglie dei limoni, le nuance acquamarine, il giallo del sole, il blue intenso del mare. Per questi pesci da attaccare alla roccia la lavorazione è stata ancora più laboriosa, perché il risultato doveva essere tridimensionale, non schiacciato.
STORIA – Le ceramiche sono un prodotto tipico italiano ma la lavorazione che si è concentrata nel corso dei secoli a Vietri sul Mare e Positano in Costiera Amalfitana è un caso particolare. Già in epoca romana, essendo la terra ricca di argilla di materiale vulcanico, le ville gentilizie venivano decorate con la ceramica e spesso, riproducendo sui piatti o mattonelle le vedute splendide che qui si trovano.
La produzione ceramica in Costa d’Amalfi risale al Neolitico, circa 8000 anni fa, partendo da Tramonti per arrivare a Positano.
Frammenti del forno più antico della costiera si sono ritrovati ad Amalfi, risalente al 1300. Con una strana assonanza, non casuale, con un’altra città italiana famosa per le ceramiche, le fabbriche di ceramica di Vietri si chiamavano “faenzere”. Proprio la scuola vietrese ebbe diffusione tra Sette-Ottocento e ancora oggi è simbolo della lavorazione costiera della ceramica.