17 Aprile 2023

Dan Flavin alle Gallerie d’Italia per la Milano Design Week 2023

L'artista statunitense minimalista era famoso per installazioni realizzate con comuni lampade fluorescenti da parete.

17 Aprile 2023

Dan Flavin alle Gallerie d’Italia per la Milano Design Week 2023

L'artista statunitense minimalista era famoso per installazioni realizzate con comuni lampade fluorescenti da parete.

17 Aprile 2023

Dan Flavin alle Gallerie d’Italia per la Milano Design Week 2023

L'artista statunitense minimalista era famoso per installazioni realizzate con comuni lampade fluorescenti da parete.

Le Gallerie d’Italia – Milano presentano fino all’autunno 2023 un importante nucleo di opere di Dan Flavin appartenenti alla Collezione Luigi e Peppino Agrati confluita, grazie al lascito del Cavalier Luigi Agrati, nel patrimonio storico-artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo.

Le opere di Dan Flavin saranno esposte nella Sala delle Colonne e lungo il percorso museale, illuminando le sale con nuovi colori in dialogo con le opere della collezione permanente.

Dan Flavin, come Donald Judd, Carl Andre, Sol Lewitt, è uno dei principali esponenti della Minimal Art americana, che tende a semplificare le forme fino a renderle elementi geometrici, in reazione alla carica emotiva dell’Espressionismo Astratto del secondo dopoguerra e degli anni Cinquanta e alla Pop Art con la sua riflessione sulla società dei consumi e dello spettacolo.

Dan Flavin alle Gallerie d’Italia di piazza Scala a Milano. Fotoservizio di Luca Carrà.

A partire dal 1963 Flavin sceglie di utilizzare delle lampade fluorescenti come elementi di una personale grammatica visiva. Una o più lampade, di uno o più colori e dimensioni standard, uguali o legate tra loro da proporzioni modulari, vengono collocate nello spazio, configurando delle installazioni che modificano luminosità e colore dell’ambiente: non vi è alcun riferimento contenutistico o simbolico, ma pura affermazione oggettiva dei materiali e della loro organizzazione. L’artista stesso descrive il suo lavoro come una “sequenza di decisioni implicite per combinare le tradizioni di pittura e scultura nell’architettura, con atti di luce elettrica che definiscono lo spazio” (D. Flavin, 1965).

Peppino Agrati fu uno dei primi collezionisti europei a intuire l’importanza di Flavin: nel 1969 acquistò la prima opera, Untitled (to Giuseppe Agrati), un pezzo del 1968 con una configurazione molto articolata delle lampade, le cui dimensioni corrispondono a una progressione modulare; tra il 1970 e il 1980 ne comprò altre quattro: Untitled (to Brad Gillaugh), Untitled (to Ileana and Michael Sonnabend), Untitled (to Giuseppe Agrati) e Untitled (to Mr. and Mrs. Giuseppe Agrati), tutte realizzate entro il 1970.

Cinque opere, cinque installazioni luminose, cinque episodi di appassionato e aggiornato collezionismo.

Il museo di Milano, insieme a quelli di Napoli, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca.

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