“Il costume come pretesto per introdurre nel magico mondo del colore, della luce e della fantasia”: è lo stesso scenografo e pittore di fama mondiale Gaetano Castelli a fornire la cifra per comprendere e godere la mostra “La Magia del Costume” aperta a Roma nella Galleria Paolo Antonacci, dopo essere stata esposta nelle grandi città della Cina e a Londra.
Quando Paolo Antonacci ha visto questi magnifici dipinti a oilio nello studio dell’artista a via Margutta a Roma, gli ha subito proposto di esporli nella propria galleria. Scenografo acclamato e famoso in tutto il mondo Castelli, direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Roma, ha ottenuto oggi successo di critica e pubblico anche come pittore. Ecco quindi questa mostra di dipinti che parlano di “costume”, che è “parte integrante dello spettacolo”, come spiega Castelli stesso.
“Uso il costume come pretesto per introdurre nel magico mondo del colore, della luce e della fantasia. Dipingendo costumi indossati da manichini senza volto invito lo spettatore a sognare quale sia il personaggio che interpreti quel ruolo e che indossi quel costume”.
E gli abiti non sono altro che pretesti per poter dipingere, modelli interpretati dal pittore che li traspone su tela nella maniera più scenografica ed elegante si possa immaginare. “Con i miei dipinti desidero rendere omaggio al mondo degli artigiani, il cui lavoro silenzioso, dietro le quinte, rende possibile la magia dello spettacolo. In questa mostra c’è un’opera cui sono particolarmente affezionato. È un omaggio a Danilo Donati, e ritrae il costume indossato da Richard Burton ne “La Bisbetica Domata” di Franco Zeffirelli. Il costume fa parte dell’archivio della Sartoria Farani che lo ha realizzato. Queste realtà artigiane, certosine e silenziose, sono parte del mio mondo, il mondo che ritraggo nei miei dipinti”.
La mostra è un trionfo di colore e di luce, con citazioni che riportano alla moda, alle scenografie disegnate da Castelli stesso, alle decorazioni Lalique, ai temi cari a Botticelli, De Chirico, Van Gogh.
Al di là della sua fama conquistata con 40 anni di attività per la televisione, durante i quali ha creato scenografie divenute modello di riferimento di design, e 19 edizioni del Festival di San Remo in cui ha scatenato la sua creatività anche con audaci invenzioni tecnologiche, Castelli dedica ora la sua ispirazione e creatività alla pittura, con opere in cui riversa quanto assorbito dal mondo dello spettacolo.
Di “raffinatezza esecutiva”, di “pagina pittorica” e “messa in scena” “assai forti” “dove regna soprattutto il colore” parla il critico Paolo Levi, che di fronte ai dipinti di Castelli non esita a riconoscere che “la grande pittura non è mai morta”.
Per lo storico dell’arte e saggista Gabriele Simongini con la sua pittura Gaetano Castelli “ci porge una profonda meditazione sulla propria identità. Ci invita a riempire con le nostre anime i suoi costumi, seducendoci con colori colmi di una luminescenza interna e ormai visionari”.
Di “poeta monologante all’interno del proprio atelier, che medita prima sul soggetto, per poi intervenire sulla tela intonsa con una matita sottile che seziona lo spazio senza lasciare traccia, per articolare i volumi e per programmare gli spessori plastici dell’oggetto ritratto”, parla Vittorio Sgarbi.
Per visitare la mostra www.paoloantonacci.com
Galleria Paolo Antonacci – Via Alibert 16/A – 00187 Roma
fino al 10 dicembre 2017 dal lunedì al sabato 10:00 – 14:00 ; 15:00 – 19:00; festivi 10:00 14:00