Mr Landart vuol dire Marco Rateni, che è il creativo che c’è dietro questa azienda di green design di Campobasso che ha stupito tutti i visitatori di Orticolario 2017. All’evento dell’eleganza green creativa, Marco ha portato una delle sue creazioni più riuscite: la copertina di The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd trasportata in un giardino. Con tanto di vita annessa: insetti, fiori che mutano, ciclo vitale completo su un’opera d’arte che riproduce in realtà quello che abbiamo sempre visto bidimensionalmente
L’idea innovativa che è alla base dell’arte di questo giovane architetto è quella di abbellire gli spazi verdi con un concetto che ricordi l’altra passione che lo muove nel campo della creatività, la musica appunto. “Non bisogna avere necessariamente il giardino di una grande villa per realizzare questi disegni – dice Marco Rateni spiegandoci il suo lavoro – . Il campo d’azione può essere tanto un piccolo giardinetto domestico, come una terrazza di un condominio. Tanto può essere un design di un ambiente interno, come addirittura un rivestimento di facciata”.
Come sei arrivato a Orticolario?
A febbraio ho partecipato alla selezione per un concorso, “Spazi Creativi”, inviando un bozzetto di progetto ispirato al tema “la Luna”. L’idea di riprendere una delle più celebri copertine della storia del rock, Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd mi è venuta in maniera talmente spontanea che il disegno era già pronto nella mia mente ancor prima di presentarlo. La sera stessa feci una passeggiata in centro con degli amici. Una mia amica, appena rientrata da una vacanza a Londra, mi riportò una cartolina con.. Dark side of the moon! Era destino.
Sei riuscito a fondere due passioni apparentemente opposte, il rock e il green design.
La musica in giardino ora per me significa anche un qualcosa di visivo, una suggestione che si può vedere realmente. Questo filone compositivo l’ho ripreso poi per riqualificare una rotatoria della città di Campobasso, nel mese di maggio, ispirandomi ad una copertina dei Def Leppard (Adrenalize) e a una canzone di Lenny Kravitz (Little girl’s eyes), ho disegnato con la ghiaia un grande occhio blu nei pressi di contrada Selvapiana.
So che non ti sei fermato da allora. Cosa è successo? Come si sta sviluppando Mr Landart?
Sono partito per gli States in cerca di contatti e quando sono rientrato, nel mese di agosto, ho coinvolto due amici informatici, Giordano Cardillo e Carlo Branca per realizzare assieme dei supporti digitali per il progetto. Agli inizi di settembre, ho iniziato i lavori per l’allestimento del concorso su citato. Ho costruito la struttura di legno, l’ho spedita e sono partito per Como armato solo di badile e rastrello. Quando sono arrivato lì, mi sono ritrovato in un contesto unico. Una splendida villa storica, villa Erba con il parco ghermito di espositori. Sono stato lieto di scoprire che mi era stata assegnata una posizione fantastica, con la villa a farmi da quinta.
Come hai montato l’opera in loco?
Da solo, con tanta forza di volontà, in tre giorni ho messo su tutta la struttura aiutato unicamente per la parte delle illuminazioni dall’azienda Platek, che mi aveva fornito dei materiali. La manifestazione mi ha permesso di trovarmi in contatto con migliaia di persone e spero di aver lasciato un bel ricordo nei visitatori che si avvicinavano incuriositi dalle note di Brain damage ed Eclipse.
Sei cosciente di fare qualcosa di totalmente nuovo e inaspettato?
Sì, lo so perché ho iniziato a creare giardini artistici per i clienti di mio padre che ha un’azienda edile e vedevo che funzionava. E mi piace vedere la reazione dei committenti, ognuno ci vede qualcosa di diverso. In fondo è questo a cui punto, creare degli spazi di cui le persone possano goderne, magari emozionandosi come mi emoziono io.
Con il verde e la creatività si possono fare davvero cose utili anche alla nostra vita, vero?
Sono esperimenti di abbellimento che riqualificano gli spazi comuni con un gusto mai casuale. Io scelgo personalmente le pietre, le piante giuste per ottenere effetti cromatici adatti a quello che voglio rappresentare. E poi bisogna stare attenti anche alla vita dei fiori e del verde in generale, calcolare i tempi. La cosa sorprendente è che non sono sculture fatte per restare uguali, cambiano col tempo. Per questo sono anche perfette per stare in contesti più piccoli, anche in case non spaziose. Le si gode più da vicino.