Deamicisarchitetti, lo studio di architettura milanese che con il progetto Alpine Foothills House è all’attuale Biennale d’Architettura a Venezia, è protagonista di un fenomeno sempre più diffuso.
In Italia, le minicipalità piccole di campagna o montagna, si stanno facendo interpreti di un nuovo modo di vivere. Ritorno alle origini, rivalutazione del territorio, atteggiamento slow, lifestyle contemporaneo nella natura. Per questo, anche in assenza di monumenti o posti di grido da visitare, la dorsale alpina e appenninica italiana, anche dal punto di vista architettonico, mostra un graduale risveglio.
Se ne sono accorti gli stranieri per primi, ce ne accorgeremo anche noi presto. La vera Italia è lì, lontano dalle città, con il cibo e il clima buono.
deamicisarchitetti promuove il valore aggiunto del progetto architettonico: culturalmente italiano, contemporaneo, differente, contaminato, specifico. E lo studio si propone di realizzare luoghi nuovi che rimangano tali nel tempo, come queste case di mezza montagna a Borgiallo, un paese che nel suo equilibrio architettonico e nel suo peculiare rapporto con il paesaggio circostante, caratterizzato da una tipologia, costituita da unità abitative, poste una accanto all’altra: compongono edifici a cortina che seguono l’orografia del luogo.
A garantire l’unità dell’insieme è un linguaggio architettonico comune. Le costruzioni sono tutte minute, con tetti a falda ma soprattutto hanno le facciate ritmate da pilastri di color bianco. Nonostante si tratti di pilastri tra loro leggermente diversi, il colpo d’occhio è unitario e l’effetto particolarmente piacevole. Anche per questo motivo la presenza dei pilastri bianchi – proprio perché garantisce un ordine alla varietà dei temi architettonici- è vincolata ed ogni nuovo inserimento edilizio deve tenerne conto.
La casa che è stata realizzata dallo studio deamicisarchitetti a Borgiallo ha dovuto fare i conti con queste problematiche, cercando appunto la soluzione ottimale.
Da qui la scelta di prevedere per la falda dei tetti esposta a nord la pietra di spacco e per quella a sud dei più semplici coppi. E la scelta di utilizzare per la facciata posta a nord, e quindi maggiormente oggetto alle intemperie, il rivestimento in pietra e per quella a sud l’intonaco. Scelta questa, imposta, oltretutto dalla necessità di agganciare formalmente l’inserto edilizio con la restante parte della cortina, caratterizzata, appunto, dai pilastri bianchi di cui accennavamo.
Come capita a tutta la buona architettura, ogni scelta funzionale è più che la risposta a una semplice necessità d’uso. L’obiettivo, come appare chiaramente a chi guardi la nuova costruzione, è di ottenere un oggetto con forte valenza estetica.
“La scelta di inserire questo lavoro all’interno del Padiglione Italia (Arcipelago Italia) della Biennale di Venezia, che si è occupata della riqualificazione delle aree interne, mi sembra quindi che sia stata, per questi motivi di metodo, fertile e opportuna”, dice Luigi Prestinenza Puglisi, saggista, critico e storico dell’architettura italiano.