Si intitola “Thomas Stearns: un’esperienza di vetro e colore a Venezia” il nuovo programma didattico per le scuole a cura di Artsystem in occasione della mostra “Thomas Stearns alla Venini” che segue la mostra del celebre creativo di Philadelphia, nato nel 1936, che è anche una storia di apprendimento.
Per due anni dal 1960, il giovane discepolo americano acquisì dal maestro della grande azienda veneta, Checco Ongaro, la grande sapienza di mix di materiali e sperimentazioni, tanto da essere capostipite di una schiera di americani che negli anni a seguire si formarono a Venezia.
L’esperienza fu talmente forte che nel 1989 fu pubblicato un memoir della sua vita a Venezia, “The Facades of Venice: Recollections of my Residence in Venice”.
Per la nuova esposizione autunnale a LE STANZE DEL VETRO, Artsystem, nata come associazione ma oggi vera impresa che connette gli attori del mondo dell’arte, ha ideato e curato percorsi diversi per tutte le fasce d’età, progettati per soddisfare le diverse esigenze, coniugando divertimento e apprendimento. Tutte le attività sono gratuite, previa prenotazione (programma didattico completo è online).
Il progetto culturale pluriennale LE STANZE DEL VETRO è stato inaugurato all’apertura di un nuovo spazio espositivo permanente sull’isola di San Giorgio Maggiore, destinato a ospitare, con cadenza annuale, una serie di mostre monografiche e collettive dedicate ad artisti internazionali che hanno utilizzato il vetro, nell’arco della loro carriera, come strumento originale di espressione e mezzo di ricerca di una propria personale poetica.
Nell’ambito del progetto LE STANZE DEL VETRO la Fondazione Giorgio Cini con il supporto di Pentagram Stiftung ha inoltre costituito, in seno al proprio Istituto di Storia dell’Arte, un apposito Centro Studi che promuove la progressiva costituzione di un archivio generale del vetro veneziano, la creazione di una biblioteca specializzata, l’organizzazione di seminari e conferenze.
THOMAS STEARNS – L’artista americano (in esposizione fino al 5 gennaio 2020), frequentò la vetreria Venini nei primi anni Sessanta e, dopo un primo periodo in cui si avvicinò alle tecniche muranesi, cominciò a realizzare alcune opere dal carattere estremamente originale e insolito per la produzione locale.
Nacquero così delle piccole serie di vetri concepiti come un’espressione artistica dal carattere scultoreo, distinguibili per le forme asimmetriche e organiche e per i singolari tessuti vitrei, di grande matericità con inediti accostamenti cromatici.
Nel 1962, alla 31 Biennale, la Venini espose, insieme ai vetri di Tobia Scarpa, anche sei pezzi di Thomas Stearns.
In apertura: Thomas Stearns alla Venini, installation view, Ph. Enrico Fiorese