Interessante esperimento sul design “di breve durata” a Milano, che per una sera sola è divenuto protagonista di un percorso in mostra fotografica. “Ciò che resta del tempo: racconti del divenire, design degli istanti” è una mostra – a cura di Alessandra Dalloli, Nemo Monti, Walter Terruso con fotografie di Andrea Martiradonna – che ha messo in scena, per una sera soltanto, installazioni ed opere, situazioni estetiche create utilizzando soltanto gli elementi che erano già presenti nello spazio abbandonato.
La mostra di “opere effimere” si interroga sul valore delle memorie mettendo in scena opere di luce e composizioni di elementi arredi, oggetti senza destino. In questo contesto di preesistenze va in scena un racconto per sottrazione: design degli istanti.
Opere concettuali create utilizzando i resti del tempo: frammenti di memoria sopravvissuti alle trasformazioni. Stanze, arredi, strutture, fratture, si trasformano in elementi di un racconto per immagini: opere di luce, design dell’effimero, del transitorio. Archeologia domestica.
A Quinto Piano di via Milazzo 10 a Milano si è rievocato il 28 giugno 1973. L’ultimo giorno in cui lo spazio è stato abitato. Poi solo il tempo, a lavorare e quello che si vedeva erano solo gli elementi che erano già presenti nello spazio abbandonato.
Frammenti di memoria si succedono nelle forme di stanze, arredi, oggetti senza destino, opere di luce, design dell’effimero, del transitorio. Archeologia domestica. Andrea Martiradonna è intervenuto a fermare il tempo, interpretando gli spazi prima che fossero oggetto di attenzione. La riflessione si allarga nelle sue foto dai luoghi fisici a concetti astratti.
Fotoservizio di Andrea Martiradonna.