Se state progettando un weekend alla scoperta delle bellezze del nord-est, aspettate fino a marzo. Perché nella prestigiosa residenza settecentesca di Villa Manin (a Piazza Manin, 10, 33033 Passariano, Codroipo – Udine) ci sarà un’interessante mostra fotografica di di Luisa Menazzi Moretti.
L’artista udinese, che è tornata in Italia dopo un periodo a Londra, è quotata e fa parte già di diverse collezioni internazionali. Dal 12 marzo al 15 maggio 2016 sarà protagonista di “Somewhere. Luisa Menazzi Moretti”, curata da Valerio Dehò e organizzata dall’Azienda Speciale Villa Manin.
Cinque le serie raccolte per l’occasione: Cose di natura, Words, P Greco, Solo e Ingredients for a Thought, ognuna delle quali è una narrazione, un racconto che indaga su temi diversi legati alla natura, al sociale, all’interiorità e intende creare, attraverso una forte carica partecipativa, una prospettiva multipla oltre a sollecitare una pluralità di interpretazioni.
Nei 20 lavori a colori della serie Cose di natura, scorci di realtà conducono in una dimensione metaforica, densa di emozioni.
Molto rappresentativa è Anima (2013), il cui soggetto è una lettera di un internato nel campo di concentramento di Dachau, nella quale sono contenute parole piene di speranza, non consapevoli di un destino tragicamente segnato. II gioco luce-ombra caratterizza tutta la mostra. P Greco, accompagnata da Paradise Circus dei Massive Attack, raccoglie scatti dedicati alla simbologia della forma circolare, esaltandone alcuni aspetti ad essa connessi; ne sono esempi le fotografie Whenua, parola della lingua Mahori dal duplice significato di “terra” e “placenta”; Imprevisto che rimanda alla sorpresa in una vita troppo retta e monotona; Testimone un bulbo oculare inteso come registro di cose vissute; Fuga un foro circolare nelle crepe di un muro attraverso il quale evadere.
In linea con una ricerca che sconfina oltre la dimensione reale è la serie più recente e inedita Solo, che ben si unisce alle note di 21 Grammi di Ludovico Einaudi.
A conclusione, Ingredients for a Thought che approfondiscono il tema dell’alimentazione, con una ricca sequenza di simboli legati al colore, all’infanzia, alle parole, come si osserva in Christmast Balls, The Choice, Drop, ricrea una dimensione ludica che fa del cibo un intermediario fra sensi e memoria.
Il contesto è davvero spettacolare. Il modello per i Manin, antica famiglia di origine fiorentina poi salita negli alti ranghi della Repubblica di Venezia, è addirittura Versailles, la più fastosa dimora del continente. Ne è prova il fatto che il disegno del grande giardino a settentrione della villa viene affidato a un allievo francese (del cui nome però non è rimasta traccia) di André Le Nôtre, l’artefice delle meraviglie volute dal Re Sole.