AKaSo è il marchio di moda di Philippe Vertriest, un creativo belga che sta esplorando nuovi confini del fashion. AKaSo infatti lavora con il popolo Kara in Etiopia, uno dei più autentici dell’Africa – conosciuto per il body painting astratto, da riportare sulle maglie e felpe.
“Il mio primo incontro con il popolo Kara avviene due anni fa a Duz, uno dei soli tre villaggi Kara – ci ha detto Philippe Vertriest che ha esposto all’ultimo White di Milano – . Mi sono fatto accompagnare da Desta, un antropologo etiope, perché volevo che il messaggio fosse capito dai locali: esprimere la loro creatività prendendo l’arte e trasferendola sui tessuti. I disegni che ripropongo sulle maglie hanno gli stessi posizionamenti che avrebbero sul corpo. Ci ho messo solo una notte alla comunità Kara per selezionare sei giovani artisti di body painting”. Nessuno copione prestabilito, si segue il proprio istinto.
Sono così nati i Kara Six, il vero team creativo di AKaSo, che ha come mente Philippe Vertriest, padre di due bimbe etiopi e sposato con un’italiana da cui ha preso spunto per il nome del marchio.
Certo, Philippe aveva visto il libro Painted Bodies. Poi ha chiamato gli stilisti belgi Sandrina Fasoli e Michaël Marson, diplomati presso La Cambre, l’accademia di moda di Bruxelles, per trasformare le creazioni in un lusso essenziale da vestire in Occidente. Magliette e felpe con originali motivi decorativi ispirati ai disegni del popolo Kara, dal taglio pulito e in tessuti di altissima qualità. In alcuni spunti il processo richiama allo stile Basquiat, che su tela aveva a suo tempo portato l’innocente dirompenza dei basici graffiti primitivi. AKaSo ora lo fa con la moda, sempre a caccia di una dimensione lineare e pura che dia un senso all’affannoso oggi servendosi della semplicità di ieri. Uno stile urbano, contemporaneo che obbedisce al must dei nostri giorni: rispettosa multiculturalità.
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