Si chiama Akris. Mode. Selbstverständlich (la moda senza sforzo di Akris) la mostra che è in visione fino al 24 settembre al museo di Zurigo. La mostra esplora le ispirazioni della casa di moda internazionale di St Gallen (capitale dell’omonimo cantone) fornendo allo stesso tempo uno sguardo sulla sofisticata lavorazione artigianale o sui processi tecnici dietro le collezioni. Akris è l’unico marchio svizzero presente alla settimana della moda di Parigi, distinguendosi per linee pulite, innovazioni tangibili nei tessuti e temi sorprendenti.
Solo poche case di moda al mondo conoscono una tradizione familiare centenaria. Akris è l’unica azienda di moda svizzera ad essere presente alla settimana della moda di Parigi e si distingue per linee chiare, innovazioni di tessuti tangibili e temi sorprendenti. Akris coltiva una cultura del minimalismo sensuale. I design moderni e senza tempo prosperano grazie al dialogo tra il direttore creativo Albert Kriemler e l’arte e l’architettura, con fotografi e registi.
Grazie al suo acuto senso dei materiali, del taglio e del colore, anche le creazioni insolite risultano “naturali”. La mostra presenta i mondi ispiratori della casa di moda internazionale di San Gallo e fornisce una panoramica degli impegnativi processi manuali o tecnici dietro le collezioni. Al Museo del design di Zurigo (Ausstellungsstrasse, 60) si vede un’esposizione curata da Albert Kriemler, con scenografia di Atelier Oï / Patrick Reymond, La Neuveville.
Creazioni di tessuti innovativi, design moderni senza tempo e collezioni sorprendenti che fare ripetutamente riferimento all’arte o all’architettura: Akris rispetta lo spirito del tempo, lo zeitgeist e permanenza, tra sperimentazione e tradizione. La mostra è un viaggio nei mondi del designer Albert Kriemler che nella sua carriera interagisce con professionisti di arte, architettura, grafica o fotografia.
Albert Kriemler cerca uno scambio con le opere di Imi Knoebel (primavera/estate 2021) e Carmen Herrera (primavera/estate 2017). Dialoghi culturali riusciti, come si vede in una serie fotografica di Thomas Ruff (autunno/inverno 2014) o con le architetture di Sou Fujimoto (primavera/estate 2016). La cosa affascinante di questa collaborazione è che le opere citate non sono mai ambientate per effetto, ma si adattano al tatto, al taglio, alla stampa e all’aspetto.
Lo stilista impiega materiali o tecnologie che hanno un effetto 3D analogo alle opere di Thomas Ruff sugli impermeabili di seta leggerissimi. O ricami che ricordano il geometrico Serpentine Pavilion di Fujimoto, ma con un sottile movimento femminile. In mostra ci sono quasi 100 look selezionati, presentati davanti a originali di grande formato ginalen del pittore tedesco Reinhard Voigt, davanti alle sculture in pietra dell’artista scozzese e poeta Ian Hamilton Finlay o collage dell’artista rumena Geta Brătescu.
Poiché la moda riguarda sempre la sensazione sensuale quando la si indossa e la sensazione del tessuto, nella mostra, il pubblico è incoraggiato a provare una gamma di capi di abbigliamento e per “capire” i tessuti ei materiali più diversi nel vero senso della parola.
L’accesso alla mostra avviene tramite un trapezio. Rappresenta una metafora visiva della lettera ben “A” in Alice, la fondatrice della casa, Akris o Albert. Il trapezio si può trovare in tutte le collezioni − dalle chiusure e ricami alle linee di taglio.
Numerosi video e proiezioni integrano e commentano i look e le opere originali. Il nome è Akris una giocosa derivazione dal nome Alice Kriemler-Schoch, la nonna dell’attuale proprietaria. Da giovane, appena diventata mamma, nel 1922 fondò la propria attività a San Gallo.
Nel suo studio impiegava giovani sarte che cucivano grembiuli con ricami. 10. Cento anni fa i grembiuli facevano parte del guardaroba di ogni donna. I grembiuli di Kriemler-Schoch erano diversi: più semplici, corrispondenti allo spirito degli anni ’20. Da questo momento, l’industria della moda internazionale si è sviluppata nell’arco di due generazioni sotto la direzione inizialmente di Max e Ute, poi Albert e Peter Kriemlercon circa 480 dipendenti lavoratori in Svizzera.
Akris è una delle poche case di moda ancora indipendenti.
Ha collaborato Gianni Foraboschi. Fotoservizio da Zurigo Gianni Foraboschi per The Way Magazine, 2023.