Quando arrivano le prime modelle al primo piano di Palazzo Turati a Milano, le sale ottocentesche si illuminano di un sapore retrò immediato. È un portale del tempo di ieri e di oggi che prende vita sul ricamo, tessitura, arte di donne, sapienti e precise, che intrecciano stoffe, fili e merletti. La moda di Atelier Regjina fa così il suo debutto alla Milano Fashion Week, edizione 2021 per la primavera/estate 2022 con la presenza al prestigioso International Fashion Expo.
Non sono solo indumenti, ma testimonianze della genealogia di una famiglia, in modo particolare di donne che con dedizione e perseveranza hanno lavorato nell’ombra delle mura domestiche, ci rivela Alfred Ejlli, fondatore e direttore creativo del marchio Regjina. Un brand che già dal nome, quello della madre dell’imprenditore, evoca suggestioni passate.
“La mia terra, l’Albania, faceva da sottofondo ingombrante a ogni istante della vita domestica di queste donne – racconta Alfred – . Questi abiti raccontano il desiderio che animava il cuore di ogni fanciulla di allora. Dopo aver scoperto questo e gli altri abiti nell’armadio, ho rivolto molte domande alla donna più giovane che avevo accanto: mia sorella, Vera. Perché quelle sono donne che guardano il futuro con occhi pieni di speranza e che si sentono libere di esprimersi attraverso il loro vissuto mettendo in risalto gli elementi tradizionali e moderni di una cittadinanza globale senza alcun tipo di confine e pregiudizio“.
REGJINA veste donne con una personalità e carattere forte, donne fresche e che trasmettono tanta trasparenza vitale e leggerezza.
territorio italiano come una linea Made in Italy, ed è un tributo alle donne e al ruolo che ricoprono
nella società: grandi lavoratrici e combattenti coraggiose. REGJINA veste donne con una
personalità e carattere forte, donne fresche e che trasmettono tanta trasparenza vitale e leggerezza.
La collezione veste donne dal nome REGJINA.
La collezione nasce e si ispira alla storia famliare di Alfred Ejlli, ma prende vita, cresce e spicca il volo nel territorio italiano come una linea Made in Italy, ed è un tributo alle donne e al ruolo che ricoprono nella società: grandi lavoratrici e combattenti coraggiose. “Nell’estate del 2017 – racconta lui – sono tornato per un breve periodo nel mio paese, l’Albania. Mentre mi trovavo a casa dei miei genitori, ho scoperto in un vecchio armadio dieci abiti confezionati da generazioni di donne che hanno fatto parte della famiglia, a partire dalla mia trisavola. Davanti ai miei occhi avevo pagine e pagine di tessuti e ricami che, come parole su un foglio, raccontavano le miei origini e la mia storia familiare, grazie a tutte le donne che hanno indossato e vissuto quegli abiti nel tempo. Non sono solo indumenti, ma testimonianze della genealogia di una famiglia, in modo particolare di donne che con dedizione e perseveranza hanno lavorato nell’ombra della mura domestiche“.
C’è anche un risvolto di riscatto sociale in questa moda che dall’Albania approda oggi in Italia, con due ribalte d’eccezione come il red carpet della Mostra del cinema di Venezia e la Milano Fashion Week della ripresa degli eventi in presenza. Regjina nasce per dare voce alle donne che nel silenzio per tanti anni hanno lavorato e continuano a lavorare senza mai poter oltrepassare il confine, non solo geografico ma soprattutto quello che blocca l’espressione di queste donne.