Lo stilista Josè Lombardi, 36 anni, brasiliano di nascita, originario di Morcone in provincia di Benevento, e romano di adozione, si sta imponendo come un nome di punta nella moda italiana. Estro creativo, charme, fantasie ricercate e gusto cromatico, sono la cifra stilistica dei suoi abiti, con cui, nel settore dell’alta moda, ha vestito donne di spettacolo e dell’alta società.
Dopo avere studiato a Roma presso la quotata ‘Accademia di Moda e Costume’, vince un concorso di moda che lo fa accedere a uno stage da Valentino. Nella creazione dei suoi vestiti, la parola d’ordine è usare materiali di prima scelta, quali il cady, il raso, la seta, il pizzo, naturalmente affidandosi al lavoro di ago e cucito di sarte che ancora conoscono quell’insostituibile formazione artigianale, che Lombardi tende a tutelare e mantenere.
Sei soddisfatto di come stanno andando le tue griffe di Haute Couture “Josè Lombardi” e “J&Gio” per il prêt a porter?
Quest’anno lavorativo è stato di grandi soddisfazioni. È andato davvero alla grande perché ho avuto molti riconoscimenti, sia pubblici che nel lavoro ordinario, e gli abiti della Maison Lombardi sono sempre più richiesti.
Hai vestito tante star tra cui Marina Orlova, attrice russa di richiamo internazionale.
È stato un onore e una gioia immensa vestire Marina Orlova al Festival del Cinema di Venezia: ha una carriera notevole e, tra gli altri, ha recitato al fianco di Eric Roberts. Nel prestigioso scenario del Lido di Venezia ha sfilato sul red carpet con ben quattro abiti di Haute Couture della “Maison Lombardi”, assolutamente spettacolari. Ho creato apposta per lei, una linea elegante, semplice, sensuale, ma mai volgare. I vestiti erano uno arancione, uno, fucsia, uno oro, uno nero. I punti di forza sono stati come sempre i ricami, gli Swarovski, la preziosità dei tessuti e le rifiniture artigianali. La Orlova è stata talmente ammirata da avere catturato tanti scatti su di sé, finendo immortalata e decantata con le mie creazioni su numerosi magazine internazionali.
Sei stato recentemente insignito del premio “Vincenzo Crocitti” in qualità di giovane stilista in carriera. I premi oltre a essere un onore personale, quanto aiutano la professione?
Inutile dire che i premi non solo aiutano e sono un trampolino di lancio, ma costituiscono anche una soddisfazione personale, perché rafforzano la convinzione che si sta procedendo lungo il sentiero giusto. Il premio “Vincenzo Crocitti” è destinato ai personaggi in carriera e talentuosi, che si sono distinti in una particolare arte. Ho ritirato il premio a Roma il 12 Dicembre nel meraviglioso contesto del “Green Park Hotel Pamphili”, alla presenza di personalità di spicco del mondo dell’arte e dello spettacolo. Essere appellato come “giovane stilista in carriera” mi ha riempito d’orgoglio.
Si può dire che il sogno di essere uno stilista è nato e cresciuto con te?
Proprio così! L’amore per lo stile è una dote che è nata con me e ho coltivato sin dalla prima infanzia. Mi ritengo un privilegiato perché vivo grazie a qualcosa che amo profondamente. In più, ho avuto il modo, negli anni, di evidenziare e mettere alla prova con sempre nuove sfide, il mio talento.
Ti attende un grande traguardo.
I tempi sono ormai maturi e non vedo l’ora di aprire la mia sartoria di Alta Moda in Roma, sto vagliando alcune possibilità di location e sono pronto al grande salto.
Tu tieni particolarmente alla filosofia del capo unico.
Per me è uno stato mentale, da rispettare sia nel pret a porter, che nell’Haute Couture. La filosofia del capo unico, significa consegnare a quella persona, e solo a quella, un abito che la deve fare sentire amata, unica, scelta. Ultimamente si sono più volte verificati incresciosi casi di donne che, in feste importanti, si trovassero a vestire, pure con griffe famose, il medesimo abito, con l’imbarazzo e la delusione che ne consegue. Con me, non si corre questo pericolo!
C’è un personaggio che vorresti vestire perché lo ritieni molto in linea con il tuo stile?
Io vorrei vestire Maria De Filippi: la immagino con un mio tubino classico, nero e elegante, che impreziosisce il suo stile sbarazzino e semplice. Poi Monica Bellucci, per la sensualità e sinuosità morbida e accattivante. Sarebbe perfetta con un “Josè Lombardi” addosso!
Raccontami la tua ultima collezione: quali sono le linee guida?
Sto preparando la nuova collezione autunno/inverno del pret a porter della “J&Jo”, e per la sfilata sto visionando una serie di palazzi d’epoca romani. Sarà ispirata agli anni ’90, molto carina, easy e colorata. Non mancano i jeans e i pantaloni, le giacche con le borchie, le stampe serigrafate, le pellicce ecologiche, e gli immancabili abiti da gran sera molto vistosi, lunghi e con grandi code, ricamati o con un tocco di animalier. Il capo punta, in uscita per ultimo, è interamente ricamato a mano con gonna di seta e un corpetto che richiama la pop art.
Ti stai avvicinando ai venti anni di carriera.
Vero, per l’alta moda nel 2020 festeggio i 20 anni di attività: un giro di boa importante, dato che ho iniziato giovanissimo. Per l’occasione farò una grande festa dopo una sfilata che sarà la summa della mia carriera. Sfileranno dai tubini agli abiti lunghi, dalle piume di struzzo agli chiffon, dai preziosi ricami alle code lunghe: strizzerò l’occhio omaggiando il biennio degli anni ’50/60, concludendo con l’immancabile abito da sposa, molto prezioso, ricamato tutto a mano compreso il velo, dal bustier stretto e ricamato, e una coda di tre metri a strascico.
Qual è il filo invisibile delle tue creazioni, il tratto caratteristico che rende riconoscibile la griffe “Josè Lombardi”?
L’eleganza allo stato puro. Quando si vede da lontano un mio abito pronto a sfilare, si deve dire “ecco lo stile raffinato e inconfondibile di Josè Lombardi!”
Hai mai pensato di disegnare per la sposa?
Sì, perché vedo che sono molto richiesto pure dagli uomini. La mia sposa ideale deve essere molto sensuale, perché il giorno del matrimonio si consegna all’uomo amato, ma al contempo sobria, in quanto non mi piacciono gli eccessi in generale. In questo momento va molto la sirena, a cui aggiungo comunque il mio tocco particolare tramite i tessuti, quali la crinolina, lo chiffon, l’organza.
A breve ci sarà il Festival di Sanremo: vestirai qualche star?
Per me il Festival è un appuntamento immancabile ed una vetrina di stile molto amplificata. Ho vestito un’ammiratissima Antonella Salvucci per due anni di fila. Ancora non svelo nulla per scaramanzia, ma posso anticipare che sarò presente pure in questa edizione.
Tu convivi con Giovanni Filangieri, rinomato parrucchiere di celebrities, che si occupa delle acconciature delle modelle nelle tue sfilate. Com’è il vostro rapporto?
Giovanni è mio socio, e grazie al suo aiuto oggi posso raccontare di una svolta importante della carriera. È un uomo dal grande gusto, accurato e attento a ogni dettaglio. Sceglie con me i tessuti e tengo alla sua approvazione finale, prima di passare alla fase di produzione delle creazioni. Siamo proprio in sintonia, sia nel rapporto privato che lavorativo.
Consegni un messaggio di eleganza alle donne che leggeranno quest’intervista?
Vestirsi con semplicità ma mai fuori le righe: con qualcosa di classico non si sbaglia mai. Ovviamente anche gli accessori giusti, come un paio di scarpe o di orecchini, aiutano la mise a risaltare con il famoso tocco di stile.
Fotoservizio di Luigi Scuderi presso Hotel Art in via Margutta, 56 – Roma