Algido e immobile, rigido e iconico, intoccabile e inarrivabile. Così appariva ai più Karl Lagerfeld ed è proprio per questa sua attitudine di ghiaccio (tanto che veniva chiamato il Kaiser della moda), che sconvolge quello che sta succedendo in queste ore. Proprio col dilagare dell’utilizzo di Instagram, il vero social media del fashion world, sembra che ci sia un’ondata enorme di commozione per la dipartita dello stilista tedesco. Che è riuscito ad arrivare ai vertici di due brand iconici come Fendi (Italia) e Chanel (Francia) rendendoli leggendari e appropriandosene senza snaturarli.

La sua grandezza, come gli riconoscono i vertici dello star system a tutte le latitudini con i post e le interviste, è stata quella di trasformare tutto quello che toccava in classe. “Grazie per avermi resa una principessa”, dice Fergie. Naomi ne piange la bravura, i colleghi Donatella Versace e Valentino gli tributano dei pensieri commoventi nella piazza dei social media.
L’uomo che amava Claudia Schiffer, nel 2007 finalmente riuscì nella transizione da couturier a ispiratore di progetti architettonici. Complice la lunga amicizia con Zaha Hadid, si fece costruire un guscio mobile gigante (“Mobile Art Pavillion”), per ospitare le mostre Chanel in giro per il mondo. Ora quel pezzo di design alloggia di fronte all’Institut du Monde Arabe nella capitale francese.

Tutto nella sua vita è stato rigoroso e all’insegna della grandeur. Quando nel 2011 decise di perdere peso (42 chili in 13 mesi), dall’esperienza fu scritto un libro. Al museo delle cere di Amburgo, Das Panoptikum, dal 2012 troneggia la sua statua. Ma nei cuori degli amanti dello stile, la sua iconica effige, la sua creatura più longeva, non si scioglierà mai.