20 Febbraio 2020

La moda di Calcaterra tra le note di Thomas Costantin

Per l'autunno/inverno 2020/21 a Milano si sono visti volumi anni 80 e minimalismo senza sovrastrutture. Anche i colori sono basici.

20 Febbraio 2020

La moda di Calcaterra tra le note di Thomas Costantin

Per l'autunno/inverno 2020/21 a Milano si sono visti volumi anni 80 e minimalismo senza sovrastrutture. Anche i colori sono basici.

20 Febbraio 2020

La moda di Calcaterra tra le note di Thomas Costantin

Per l'autunno/inverno 2020/21 a Milano si sono visti volumi anni 80 e minimalismo senza sovrastrutture. Anche i colori sono basici.

John Cage nel 1952 ideò la celebre musica contemporanea 4’33’’ eseguita dal pianista David Tudor alla Maverick Concert Hall, nello stato di New York. Da questa composizione musicale ci si aspetta una rappresentazione sonora di un pensiero e di una forma. Ci si trova invece davanti a un’azione che non si compie attraverso i consueti canoni, ma che mette in attesa, sospende un significato conosciuto, quello sonoro, per rivelare un silenzio sconosciuto. Provate a immaginare come Calcaterra è riustito a sintetizzare in moda questa sensazione.

La nuova collezione Calcaterra vuole mettere in discussione il significato stesso della parola “moda”, spiazzando lo spettatore con “il potere del proprio silenzio”, lasciandolo attonito, proprio come i 4 minuti e 33 secondi di Cage.

Alla sfilata di Calcaterra grande risalto a look e musica. Soundtrack // Thomas Costantin Hair // Tommaso Incamicia @myplace using R+COMake-up // Augusto Picerni @w-mmanagement.com

Un’assenza di suono-rumore quasi totale, che dapprima lascia spazio a uno smarrimento comune, a un silenzio immobile, per poi stemperarsi e lasciare che le reazioni più disperate prendano coraggio. Uno spazio in cui il silenzio, ovvero l’accettazione dei suoni esistenti, diventa musica e a cui solo l’orologio e il tempo prescritto dal compositore mettono fine”.

Mario Brunello “What inspires you?” è la domanda che ci pone la collezione Calcaterra Fall-Winter 2020/21, che abbandona l’inutile per concentrarsi sull’essenziale, in un minimalismo che ricorda Il Silenzio di Cage.

La collezione diventa una forma di difesa contro il superfluo. Ne deriva una poetica dal “basico irrazionale”: volumi, lunghezze e tessuti puri e preziosi si muovono come note mute ridisegnando la visione di uno stile che dosa echi di semplicità provenienti da epoche diverse.La collezione esalta elementi “scartati”, con accostamenti improbabili: bomber anni ’80 indossati con il denim di inizio ’90, capispalla intarsiati con geometrie anni ’20 si sovrappongono a linee più maschili e rigorose.

Una collezione antologica che supera storia e contemporaneità riportando al centro la funzione del vestire, spogliata di ogni sua sovrastruttura: gli elementi primordiali apparentemente storicizzati diventano gli unici protagonisti della collezione.

L’assenza di dettagli rumorosi lascia spazio alla poetica del ricordo, in cui ogni singolo capo sembra avere una storia da raccontare, evocando luoghi e spazi inattesi.

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