Marco Coretti è uno stilista romano che ha attraversato nella sua carriera, finora, alcuni luoghi simbolo della moda mondiale. Da AltaRoma a Sorelle Fontana, dagli studi a Parigi alla formazione in USA. Ha avuto come modelle le celeberrime Carol Alt e Linda Evangelista e ha anche un primato: è il primo stilista ad aver disegnato un pacco di pasta (Maffei). Dal suo esordio professionale (1997) a oggi, ovviamente il mondo è cambiato, non solo per il mondo fashion. Ma Marco ha dimostrato di avere un talento davvero universale per l’alta moda, è uno stilista con i fondamentali saldi e un gusto per il bello innato. Uno di quei creativi che si può esprimere in mille modi e non perdere la sua creatività dirompente. E il suo apprezzamento presso gli ambienti dello showbiz e gli addetti ai lavori lo conferma.
Di Coretti ci ha stimolato molto la sua vicinanza all’ultima grande musa del cinema internazionale recentemente scomparsa: Lucia Bosé.
Quando hai iniziato a disegnare e che formazione hai?
Ho iniziato da ragazzo lavorando ed apprendendo il mestiere del couturier a Parigi negli atelier di haute couture. Tra i miei maestri ci tengo a ricordare Azzedine Alaïa.
Cosa ti attrae nell’arte del disegnare accessori e monili per la bellezza femminile?
La mia più che una passione è una missione: ho sempre amato la bellezza femminile in tutte le sue declinazioni e la mia vocazione, fin da ragazzo, è di magnificarla.

Come sei venuto in contatto con un’icona come Lucia Bosè?
Lucia Bosè ho avuto il privilegio di conoscerla grazie al suo biografo ufficiale e mio grande, caro amico, Roberto Liberatori .
Cosa la attraeva delle tue creazioni?
Lucia era un icona di stile con una grande conoscenza di haute couture e penso che il mio stile sobrio e ricercato le appartenesse, soprattutto nei piccoli dettagli che solo la vera alta moda può ancora dare: rifiniture, tessuti e colori unici. Come il famoso Blu che ho fatto stampare su un grand foulard di seta pregiata: un manufatto unico e un colore unico, per una diva unica.
Avere una testimonial che immaginiamo, sia stata spontanea, ha cambiato il modo in cui vengono recepite le tue creazioni?
Sicuramente. Il mio lavoro mi ha permesso di conoscere molte donne speciali che poi sono diventate mie testimonial, muse e qualche volta anche amiche … Una di queste è stata la Bosè.
Hai avuto un ritratto da Gianmarco Chieregato, come è nata la vostra collaborazione?
Con Gianmarco siamo amici da sempre, lo stimo moltissimo come persona e come artista: amo posare per lui e quando succede è sempre un bel momento.
Altra musa per il tuo lavoro è Vanessa Redgrave, ci racconti del vostro incontro ?
Vanessa fu una delle prime a credere in me. Ricordo che ero emozionatissimo di incontrarla e rimasi colpito dalla sua semplicità: rispecchiava la sua grandezza.
Dove si trovano le tue creazioni e cosa hai in mente di realizzare in futuro?
Le mie creazioni si trovano negli armadi delle mie collezioniste o nei libri di moda, mi dicono anche in alcuni musei, la cosa mi fa sentire un po’ vecchio. Ho ancora molto da raccontare e di sicuro continuerò con tutto quello che mi potrà appassionare oltre alla moda.