Si capisce che Filippo Scuffi, toscano alla guida stilistica dell’inglesissimo Daks, ha studiato e insegnato psicologia della moda. Come interpreta lui i simboli della British royalty, nessun altro. La collezione autunno/inverno 2017/2018 vista a Milano ci ha dato l’idea del primo elegant man post-Brexit.

L’innovazione c’è ed è nei materiali lussuosi dei soprabiti, nei tagli shock dei pantaloni abbinati a bombette, cravatte e gilet. E anche in quel fil d’argento che delinea accessori e borse. Ma inevitabilmente di questi tempi, Daks guarda a se stesso, al suo glorioso passato (il marchio è nato nel 1894) e alle onoreficenze che i Windsor hanno attribuito al brand. E l’effetto è timeless.
Quindi tanto principe di Galles e pied de poule, spina di pesce e gessato (della sezione Daks Club Fannel) e i grigi in tonalità sfumate a far da sottotraccia alle reinterpretazioni del patrimonio estetico british maschile. C’è anche qualche incursione di blu, nelle ampie mantelle e nei giubbini sagomati corti con la zip.
La giacca è a doppio petto e i pantaloni preferibilmente a taglio corto per rivelare i disegni dei calzini, le calzature in pelle di vitello sono fatte in collaborazione con Trickers, le scarpe originali country dell’aristocrazia inglese.
Una collezione che si riprende il gusto identificativo di Londra, che è nell’immaginario estetico del mondo solo e sempre uguale a se stessa. E per questo intramontabile.
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