28 Marzo 2023

The Sweet Sixties, mostra di moda e mode a Roma

A Castel Sant'Angelo l'esposizione curata da Stefano Dominella e Guillermo Mariotto fino al 23 maggio 2023.

28 Marzo 2023

The Sweet Sixties, mostra di moda e mode a Roma

A Castel Sant'Angelo l'esposizione curata da Stefano Dominella e Guillermo Mariotto fino al 23 maggio 2023.

28 Marzo 2023

The Sweet Sixties, mostra di moda e mode a Roma

A Castel Sant'Angelo l'esposizione curata da Stefano Dominella e Guillermo Mariotto fino al 23 maggio 2023.

The Sweet Sixties โ€“ Narrazioni di Moda a Castel Santโ€™Angelo

Inaugurata oggi, nella splendida cornice di Castel Santโ€™Angelo a Roma, la mostra โ€œThe Sweet Sixties โ€“ Narrazioni di modaโ€ curata da Stefano Dominella e Guillermo Mariotto in esposizione dal 27 marzo al 21 maggio 2023.ย 

Le parrucche di carta dell’artista Federico Paris alludono all’uso comune di indossare capelli finti negli anni Sessanta.

In una giornata che sembrava buia, fredda e bagnata attraversando il centro di Roma con i suoi splendidi scorci, un timido sole fa capolino dietro le nuvole, quasi a lasciar presagire il bello che si sarebbe mostrato. E cosรฌ, attraversando Ponte Umberto Primo, la vista di San Pietro riempie gli occhi, facendo risaltare la bellezza, a volte dimenticata, di Roma.

Nella foto di Camilla Di Biagio, le grafiche della mostra “The Sweet Sixties” a Roma, e seduti da sinistra, Stefano Dominella, Mariastella Margozzi, Lucia Borgonzoni, Guillermo Mariotto.

A Castel Santโ€™Angelo la conferenza stampa di presentazione della mostra si รจ svolta nella Cappella dei condannati a morte, che giร  dal nome ricorda la funzione di carcere del castello nei tempi passati, ma che oggi si apre al bello come spazio espositivo per mostre.

Mariastella Margozzi, direttrice del Museo Nazionale di Castel Santโ€™Angelo, ci tiene a sottolineare come gli spazi dedicati alla conferenza stampa e alla mostra siano stati da poco ristrutturati e recuperati per essere dedicati ad ospitare manifestazioni culturali. Uno dei punti fermi รจ stato il sottolineare come la moda non sia solo frivolezze ma โ€œcon la sua capacitร  di attraversare e interpretare le epoche storiche e rievocarne le atmosfere e le suggestioni diventi un delle piรน interessanti manifestazioni della nostra creativitร โ€ e cultura. A confermare questo punto di vista la presenza di Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato per il Ministero della Cultura, che sottolinea come la mostra โ€œrestituisca potentissima una delle innate capacitร  della moda: fare cultura.โ€ Viene espressa in questa esposizione โ€œtutta la carica creativa di un decennio che ha segnato la storia e la cui voce รจ in grado di risuonare ancora oggiโ€.

Successe tutto in 10 anni, finanche lo sbarco sulla Luna (1969). Un evento di portata storica che ispirรฒ una tendenza moda che richiamava la notte, le tute spaziali e l’immaginario dell’universo.
All’epoca si doveva viaggiare di persona per scoprire le vere tendenze street style. Ed Elio Fiorucci non fu piรน lo stesso dopo una visita nella Swinging London degli anni ‘60. Lรฌ formรฒ il suo bagaglio di icone pop riversate sui vestiti che hanno attraversato piรน epoche.

โ€œNegli anni โ€™60 sono state infrante le barriere della moda borghese dei primi anni โ€™50, dando vita ad una moda democratica rivolta ai giovani. Industriali tessili e manifatturieri scoprono che i giovani potevano diventare il nuovo mercatoโ€, racconta Stefano Dominella descrivendo questa mostra, non come storico, ma come studioso della moda da un punto di vista sociologico. Il lifestyle di unโ€™intera generazione, โ€œche si รจ ritrovata a fare i conti con lโ€™effervescenza britannica dei sixsties, il ritmo dei Beatles, il fascino di James Bond, la rivoluzionaria minigonna di Mary Quant e film come Barbarella con Jane fonda e Catherine Deneuveโ€, viene totalmente reimmaginato.

La mostra composta da 50 capi, divisi nelle cinque sale delle โ€œarmerie superioriโ€ del castello, รจ stata concepita e strutturata da Dominella e Mariotto, come una performance in cui gli abiti esposti prendono vita riportandoci a quegli anni attraverso unโ€™antologia fatta di atmosfere e citazioni. 

Nella prima sala โ€œCarnaby Streetโ€ convivono le due anime di questa mostra, quella fatta di pezzi cult abbinati a pezzi vintage trovati a Roma, Firenze e Napoli. Al centro della sala due abiti creati e curati da Mariotto, sono circondati da look contemporanei in cui capi originali di Biffi, Biba, Ken Scott, Max Mara si abbinano a pezzi di riuso e riciclo come minigonne ed accessori di negozi e mercatini dellโ€™usato. Un vero e proprio lavoro di upcycling molto caro ai giovani dโ€™oggi che preferiscono vestirsi con capi che hanno unโ€™anima ed una personalitร  invece di acquistare capi di fast fashion. 

Il ministero della cultura ha deciso di destinare una quota consistente dei fondi del PNRR per accompagnare la transizione green del settore favorendo la sostenibilitร , delle imprese culturali e creative, tra cui quelle della moda fino ad oggi tuttโ€™altro che sostenibile.

Modelli di Ken Scott alla mostra “The Sweet Sixties” a Roma. Grande stilista e designer statunitense, Scott รจ passato alla storia per essere il preferito dei clubbers dell’epoca, come la folla colorata che gremiva il Piper di Roma. Rizzoli ha pubblicato la sua prima biografia illustrata nel 2022.

Nella seconda sala abiti di Ken Scott โ€œil giardiniere della modaโ€ e di Fiorucci ci mostrano la genialitร  di quei creativi che davvero hanno riconcepito il lifestile dei giovani di quel periodo.

Nella terza sala, a dimostrazione che la moda percepisce ed anticipa gli eventi ritroviamo i capi ispirati alle atmosfere lunari di Courrรจges, Pierre Cardin, Paco Rabanne, Valentino Garavani creati prima dello sbarco sulla luna.

Non poteva mancare lโ€™alta moda, a cui รจ dedicata la quarta sala, con abiti dโ€™archivio di Gattinoni, Mila Schรถn, Irene Galitzine, Pino Lancetti e Carosa esposti con alle spalle numerosi bozzetti originali, vere e proprie opere dโ€™arte non meno dei capi. Per questo la Borgonzoni ci tiene a sottolineare come si debba preservare gli archivi storici, di abiti e bozzetti, delle grandi case di moda italiane e romane e promette la realizzazione di un museo per la moda, che Dominella richiede a gran voce a Roma.

Il trend optical nella moda negli anni Sessanta deriva dalla contaminazione dell’allora dilagante Op Art. La tendenza bicolore che usava segni geometrici si espanse anche agli arredi.

La mostra si chiude con la sala Optical nella quale Mariotto si รจ concentrato principalmente su linee, forme, materia e colore/non colore (bianco e nero) che caratterizzano particolarmente gli anni โ€™60. Mariotto rende omaggio a questโ€™epoca  creando ed esponendo un abito tributo a Giuseppe Capogrossi e alle celebri โ€œforchetteโ€ su disegno di Fernanda Gattinoni del 1961.

Dalla passeggiata nelle vie di Roma per raggiungere Castel Santโ€™Angelo al percorso della rampa a spirale che parte dall’Atrium girando internamente al Mausoleo e salendo per un dislivello in altezza di 12 metri fino alle stanze espositive, questa mostra merita di essere vista e vissuta in prima persona. Unโ€™immersione nella cultura attraverso i secoli fino ai nostri giorni.

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Camilla Di Biagio

Camilla Di Biagio

The Way Magazine ha un occhio sulla "grande bellezza" di Roma (e non solo) grazie a Camilla. Sempre attratta dal fashion world lo vive sin da giovanissima. Se tre รจ il numero perfetto, la perfezione nasce dal connubio moda, musica, spettacolo. Fashion designer, fashion stylist ed event planner, si dedica alla scoperta ed alla formazione di giovani creativi, preferendo il dietro le quinte alle luci della ribalta. Dopo una lunga stagione dedicata alla produzione e all'allestimento di sfilate (Milano Moda, Alta Roma) e alle mostre d'arte, ora affianca alla sua professione anche l'insegnamento allo Ied di Firenze.
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