Da piccolo laboratorio artigianale a brand riconosciuto nel mondo: Ulturale nasce dalla grande tradizione sartoriale napoletana, e negli anni si arricchisce di competenze e sfumature stilistiche che la rendono una vera eccellenza italiana.
Oggi ha tre boutique (Milano, Roma, Napoli) e tanti punti di distribuzione nelle vie dello shopping più blasonate di Belgio, Giappone e Russia. Una storia iniziata negli anni del dopoguerra. Napoli tenta di rialzare la testa dopo le privazioni della Seconda Guerra Mondiale anche grazie all’intraprendenza di uomini comuni ma dotati di grande coraggio, artigiani o piccoli imprenditori che vogliono riprendere in mano il loro futuro. Tra questi c’è Mario Ulturale, che già dal 1948 ha allestito un piccolo laboratorio sartoriale di confezione in una stanza della sua casa, in cui produrre cravatte semilavorate.
I simboli, i miti, i valori e i colori di Napoli ispirano le cravatte per le stagioni calde, rinnovando una tradizione di alta sartoria ormai ultratrentennale
Cos’è la napoletanità? Una filosofia di vita che affonda le sue radici in una storia millenaria. Un mix di tradizioni, culture, colori, odori, sapori, musiche, riti e scaramanzie che difficilmente si possono racchiudere in una semplice definizione. Per celebrare i colori delle stagioni più calde, Ulturale ha deciso di mettere tutta la napoletanità nella nuova collezione primavera-estate 2019,che viene presentata l’8 marzo a Milano e il 9 marzo nei flagship store di Roma e Napoli. Mito e ospitalità sono i concetti attraverso cui in questa collezione si declina l’inimitabile essenza della città che ha dato i natali a Ulturale. Si rinnova così la tradizione di un marchio che da oltre trent’anni è sinonimo di eccellenza italiana nel mondo.
Questione di identità
Gli anni Cinquanta, con l’esplosione della Golden age hollywoodiana, hanno visto diverse star assurgere all’ambito ruolo di fashion icon, ma in pochi raggiunsero le vette di eleganza di Cary Grant. I suoi outfit hanno lasciato un segno tanto quanto i suoi film. A rendere il suo stile intramontabile è il connubio tra qualità e semplicità, per un gusto talmente classico da essere rimasto tuttora attuale. Grant sceglieva abiti sartoriali con una grande cura per le proporzioni e tagli che cadevano a pennello. Niente fantasie chiassose o linee complesse, nessun colore troppo acceso: l’accessorio su cui puntare era la cravatta, assolutamente irrinunciabile, meglio se in tinta unita e di satin.
Nella nuova collezione, tra i ventuno diversi colori,regna sovrana una gamma di blu – il colore del mare – ulteriormente estesa rispetto al passato, ma c’è spazio anche per nuove proposte di fondi estivi con toni più accesi, neutri e colorazioni sottobosco per combinazioni che rispecchiano lo stile internazionale. Tra i tessuti spicca il Twill, un tipo di intreccio molto leggero, per lo più di seta sottilissima, con righe diagonali in rilievo.
Nella collezione primavera-estate 2019,inoltre, per la prima volta, orgogliosamente, appare un pattern costruito con l’iniziale del logo Ulturale,a celebrare l’identità che dagli anni Ottanta rappresenta lo stile della casa. Spazio poi agli jacquard geometrici, pois, stelle, rettangoli, micromotivi che si stagliano sui toni dei blu ormai classici di Ulturale.
Fin dalla sua nascita, nel 1957, il figlio Vincenzo impara a “respirare” quel mondo. Le cravatte sono nel suo destino, i suoi primi giochi sono le stoffe, i tessuti e gli strumenti del laboratorio. Inevitabile che, una volta cresciuto, tocchi a lui portare avanti l’attività del padre, facendole fare un passo decisivo nella trasformazione in azienda vera e propria. È il 1985 quando Vincenzo Ulturale apre il primo laboratorio artigianale dove realizzare il prodotto finito su misura, principalmente per clienti napoletani e campani.
Con gli anni, grazie a un bagaglio di competenze sartoriali sempre crescente, Ulturale diventa un protagonista riconosciuto del settore. L’azienda continua a realizzare cravatte dal gusto profondamente classico, e allo stesso tempo perfeziona alcune piccole ma significative innovazioni, come la cravatta “scaramantica” con cornetto portafortuna o il modello 00 Tiè. Contemporaneamente cambia anche il mercato: negli anni Novanta e Duemila le cravatte non si vendono più tanto in negozio quanto direttamente ad aziende e professionisti, e Ulturale è in prima fila insieme a clienti di grande prestigio.
Negli ultimi anni, grazie anche all’ingresso di un nuovo partner, alla boutique monomarca di Napoli si sono aggiunte quelle di Roma e Milano. E si sono aperte le porte per lo sbarco all’estero: oggi Ulturale vende le sue cravatte in tutto il mondo, soprattutto in Giappone e in Corea, e ha nel mirino lo sviluppo del business europeo e statunitense.
La storia continua, con un occhio alla tradizione e un altro rivolto al futuro.