Lo storico lido di balneazione napoletana Bagno Elena ha approntato tutte le misure necessarie per la riapertura il 30 maggio 2020. Una stagione che sembrava compromessa totalmente all’inizio della pandemia post-Covid, ma che ora timidamente riparte con le dovute cautele.
I liguri e i napoletani sono stati i primi in Italia a usare il mare come luogo curativo e ricreativo. La storia e il fascino del Bagno Elena sono racchiusi dal 1840 nella splendida baia di Palazzo Donn’Anna sul mare di Posillipo, la parte signorile della città del golfo. Stabilimento balneare di giorno, al tramonto si trasforma per magia in uno spazio privato estremamente versatile, dove l’ospitalità è spiaggia e la spiaggia diventa evento.
La nascita della balnazione a Napoli, quello che si diceva “prendersi i bagni”, avvenne nella metà del 1800 per merito dei principi e nobili che avevano visto quello che succedeva a Brighton in Inghilterra. Le persone trovavano giovamente nello stendersi al sole e prendere bagni in acqua nei momenti miti dell’anno. Prima questa abitudine non esisteva e per questo, a Napoli, incantò i protagonisti del Grand Tour, da Richard Wagner a Oscar Wilde.
Il personale di Bagno Elena, per questa riapertura, ha lavorato sempre alacremente come in tutte le stagioni. Ha risanato le strutture, ripristinato gli oggetti in tutti gli ambienti e distanziato i lettini con riposizionamento degli spazi concessi ai clienti. Da quest’anno si accede solo su prenotazione su bagnoelena.it.
La sua struttura si compone di un pontile centrale su palafitte in legno adibito a solarium privèe e una spiaggia grande che accontenta le esigenze di tutti. C’è poi una spiaggetta, a dimensione familiare, ideale per i bambini, il Beach Bar, un’area di ristoro attiguo alla spiaggia grande, con caffetteria, cornetteria e american bar e la tavola calda con tante proposte gastronomiche sia fredde che calde incluse quelle vegetariane, fusion e light, e un ampio menu’ dedicato ai più piccoli.
Raffinato è invece il “Ristorantino” all’aperto sul pontile, caratterizzato dai tipici colori mediterranei, dove su prenotazione si possono gustare le specialità di terra e di mare della cucina partenopea tradizionale e rivisitata.
Si ringrazia Michelangelo Iossa per la ricerca di fonti. Fotoservizio di Annaida Martorano.