Il Giardino Planetario, ispirato a MANIFESTA 12, la grande manifestazione artistica di Palermo, diventa una metafora per contaminare le forme e i colori della nuova collezione di Loredana Roccasalva. La stilista siciliana racconta l’ambiente e la materia prima del “granaio del mondo” all’interno di questi luoghi straordinari, catturati nei magnifici scatti di questa campagna estiva 2019.
L’azienda artigianale LOREDANA ROCCASALVA nasce nel 1995 a Modica in provincia di Ragusa, valle del barocco ibleo. Inizialmente l’azienda produce una collezione di abiti da sposa e successivamente abiti da cerimonia, il tutto affiancato da una produzione di abiti “su misura” haute couture.
Lo scorso inverno, Loredana Roccasalva è stato selezionato tra i brand accuratamente scelti per il Couturier Maestri D’Arte, il nuovo concept store situato nel cuore di Milano in Largo Donegani, 3, ideato dall’imprenditrice siciliana Raffaelli Verri.
La collezione 2019 “Il Giardino Planetario” ha come punto di partenza il concetto della coesistenza, colto dalla designer siciliana dall’edizione MANIFESTA 12, biennale nomade di arte contemporanea, che quest’anno ha scelto come sede Palermo.
La stilista in queste immagini e in questi capi riflette sulle fusioni, sull’inclusione e sulle sovrapposizioni, temi da sempre cari al suo stile.
Il Giardino Planetario diventa una metafora per contaminare le forme e i colori della nuova collezione e la materia prima del “granaio del mondo” all’interno di questi luoghi straordinari, viene trasformata in una nuova essenza. La tappa conclusiva di questo viaggio è il MuLINO, una fabbrica dismessa che trasforma appunto questo prezioso frutto del giardino planetario.
Questo luogo diventa un paesaggio surreale e anche la location perfetta per immortalare gli outfit della collezione in immagini senza tempo e legare il prodotto ai luoghi della sua trasformazione.
Da questa passeggiata nel giardino planetario che sta per nascere un progetto di riqualificazione del MuLINO a cura della designer che vedrà la ridefinizione di questo ex spazio produttivo degli anni ’50 ormai dismesso in un’area LAB, per future fusioni e incontri planetari.