Roberto Polillo ha portato una Venezia così moderna e onirica a Milano…che sembra venire dal passato. Il fotografo milanese, famoso per aver curato per anni le immagini della rivista Musica Jazz, si è riavvicinato all’arte della fotografia come un viaggiatore dell’800. Vuole catturare il “Genius Loci” dal suo obiettivo e ci riesce benissimo con queste mega-fotografie che sembrano dei quadri dell’Impressionismo.
Roberto Polillo usa la tecnica di ripresa ICM – Intentional Camera Movement. Cioè impugna la macchina fotografica come se fosse un pennello: tempi molto lunghi e movimenti di ripresa molto scattanti ed estemporanei. Muove la macchina in maniera diversa e immeditata, in verticale, orizzontale, lentissima o brusca. Sono delle rappresentazioni pittoriche della realtà, con canali, vicoli e archi o ponti che svaniscono nei contorni, ma emergono nella loro malinconica intimità. A volte si discostano dalla forma fotografica e si accostano alle suggestioni evocate dalle opere di Van Gogh, Renoir, Matisse.
La Venezia di Roberto Polillo è popolata da fantasmi reali, visioni di barche e gondole che sfumano nei colori estremi e tenui, un contrasto che disorienta, un puzzle di punte e affusolamenti che richiamano suggestioni antiche.
Eppure Polillo usa metodi moderni, le reflex digitali Canon con zoom di media focale con filtro grigio scuro anche con il sole. Il ritocco di Photoshop sembra rispettoso e minimale, il mosso o lo sfocato sono naturalmente presenti nella ripresa originale. Magnifiche le 75 stampe (fine art William Turner di carta o Artist Hahnemuhle le canvas) riprodotte nel pregevole catalogo Skira.
Da non perdere, con allestimento e curatela di Alessandro Luigi Perna, perché Polillo riesce a essere ricordato per riscoprire il confine evanescente tra pittura e fotografia.
Roberto Polillo Visions Of Venice
fino al 13 novembre 2016 . Fondazione Stelline – Corso Magenta, 61 20123 Milano
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