16 Dicembre 2021

Napoli anni 80, Alessandro Gassmann dirige “Fronte del porto”

"Abbiamo voluto ricostruire la vita del porto, le vite degli operai, i loro aguzzini, attaccandoci ai suoni, ai rumori, ai profumi ed alla lingua di questa città" racconta il regista.

16 Dicembre 2021

Napoli anni 80, Alessandro Gassmann dirige “Fronte del porto”

"Abbiamo voluto ricostruire la vita del porto, le vite degli operai, i loro aguzzini, attaccandoci ai suoni, ai rumori, ai profumi ed alla lingua di questa città" racconta il regista.

16 Dicembre 2021

Napoli anni 80, Alessandro Gassmann dirige “Fronte del porto”

"Abbiamo voluto ricostruire la vita del porto, le vite degli operai, i loro aguzzini, attaccandoci ai suoni, ai rumori, ai profumi ed alla lingua di questa città" racconta il regista.

Al Teatro Nazionale di Genova è andato in scena il nuovo spettacolo di Alessandro Gassmann, dopo lo straordinario successo di Qualcuno volò sul nido del cuculo, prende vita un’altra “storia cinematografica”, quella di Fronte del porto, indimenticabile film diretto da Elia Kazan nel 1954 scritto da Budd Schulberg con la collaborazione di Stan Silverman.

Stavolta Alessandro Gassmann dirige Daniele Russo e altri dieci attori in una riscrittura in cui Enrico Ianniello mistura le suggestioni del testo originale con quelle dei poliziotteschi napoletani degli anni ’80, assistendo ad una storia ambientata nella Napoli di quarant’ anni fa che gioca con i riferimenti culturali dell’epoca – dice Ianniello: «La città stava cambiando pelle nella sua organizzazione criminale, gli anni del terremoto, gli anni di Cutolo. Anni in cui il porto era sempre di più al centro di interessi diversi, legali e illegali».

Alessandro Gassmann costruisce uno spettacolo che ci trascina nella Napoli di quasi 40 anni fa, in quasi due ore di performance intensa. Fotoservizio di Mario Spada.

Sulla scena la storia prende vita tra la baraccopoli di Calata Marinella, la Chiesa del Carmine, il molo Bausan, la Darsena Granili e l’avveniristica Casa del Portuale di Aldo Rossi. Gli attori si muovono agilmente interpretando personaggi di ieri, ma fondamentalmente di oggi. Di sempre. I colori sgargianti dei costumi ci portano a rivivere quelle sensazioni visive come se fossimo dentro un quadro che abbiamo già visto, del quale, forse, i pittori siamo noi. Un quadro per chi, nato e cresciuto in una città portuale, scambia con la propria esistenza, con i suoi odori, i suoi vuoti, le sue barche, il gasolio, le funi. Lo spettacolo restituisce la forza drammatica della storia, facendo prendere parte allo spettatore d’uno spaccato di realtà. Tanto da farci arrabbiare, protestare, farci desiderare che tutto si concluda al più presto e senza altro spargimento di sangue. «Come già avvenuto per Qualcuno volò sul nido del cuculo, anche in questo caso la scelta è caduta su un testo ed una tematica che mi coinvolgono profondamente e che portano verso una ricerca di libertà faticosa. Ricostruiremo la vita del porto, le vite degli operai, i loro aguzzini, attaccandoci ai suoni, ai rumori, ai profumi ed alla lingua di questa città» racconta Alessandro.

Il pubblico di Genova, sempre numeroso e attento, applaude a piene mani questa rappresentazione augurando che mai più possano accadere tali soprusi ai lavoratori. Batte fortemente le mani anche un anziano signore seduto accanto a me con un accenno di lacrime sugli occhi, gli sorrido e mi risponde: “Sa…io ero un camallo”.
Bravi gli attori, in tutte le loro caratterizzazioni: il già citato Daniele Russo, Antimo Casertano, Sergio Del Prete, Francesca De Nicolais, Vincenzo Esposito, Ernesto Lama, Daniele Marino, Biagio Musella, Edoardo Sorgente, Pierluigi Tortora, Bruno Tràmice.
In coproduzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Catania e con le musiche del duo Pivio-De Scalzi.

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Fabrizio Lopresti

Fabrizio Lopresti

Fabrizio Lopresti, autore, giornalista e regista, nonché attore della famosa sitcom “Sensualità a Corte”. Viaggiatore di cultura, per la rubrica culturale di The Way Magazine tratta di tutto quello che potrà nutrire l’anima. Festival, rassegne, cinema, mostre, libri, viaggi interspaziali e musicali. Tutto in prima persona, vivendo quel momento per raccontarlo ai lettori. “Perché la cultura sociale ci aiuta a vivere meglio, ci aiuta a diventare persone migliori”, dice.
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