Nel mio lungo girovagare per lo Stivale alla ricerca di osterie antiche, ricette di lontana memoria, volti e racconti, mi sono fermato nel borgo di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino.
Un’ insenatura con la sua Abbazia, la sua Torre, le tombe dove riposano gli avi di una antica e famosa famiglia genovese, i Doria: mercanti, navigatori e ammiragli come Andrea Doria.


E c’è una famiglia altrettanto importante nel borgo: quella dei Bozzo. Siamo alla fine dell’800 quando Lorenzo Bozzo acquista una piccola costruzione sulla spiaggia adibita a ovile dai Doria trasformandola in una osteria dove venivano serviti polli e lasagne al pesto. Nel corso degli anni gli avventori più prestigiosi sono passati da loro; re e nobili, attori con le loro belle al seguito, attici con altrettanti belli per mano, capi di stato, cantanti.
Partendo da lì non si sono più fermati. Trasformando e allargando il primo edificio oggi è un vero e proprio ristorante e a portare avanti tutto il lavoro di più di cento anni di storia ci sono i lontani parenti di quel Lorenzo. C’è Giovanni Bozzo, un uomo silenzioso e genuino, capace di illuminarsi per uno sguardo amichevole, capace di battute comiche sottili e per intenditori. Un uomo legato al mare, legato alla sua creatura, al suo ristorante. Un uomo che impasta ancora le lasagne a mano per poi fermarsi ed affacciarsi alla finestra a guardare il borgo, i turisti che arrivano in battello per poi rivolgere uno sguardo a sua moglie Pinuccia complice di tanti anni di lavoro e soddisfazioni, arrivata a San Fruttuoso come maestra elementare e corteggiata assiduamente da Giovanni con tanto di serenate alla chitarra, al chiaro di luna, per poi non lasciarsi più.
Ci sono anche Lorenzo, figlio di Giovanni e Pinuccia, insieme alla sua Chiara che, come anni e anni prima fece Pinuccia, arriva nel borgo quasi per caso per non andarsene più.

Ci sono isole felici nel mondo, costruite col sudore della fronte e con passione. Il ristorante Da Giovanni è un’isola, proprio perché sembra di stare in un’isola, senza macchine e traffico – a parte quello dei turisti, benedetti, per carità. Da Giovanni puoi pure dormire, è anche albergo con camere tutte affacciate sul mare.
Ma la sera la pace regna nel borgo e sedersi a tavola da Giovanni è una esperienza unica.
Giovanni è pronto tra i fornelli, come un direttore d’orchestra, accanto ha il suo primo violino – il figlio Lorenzo – che a sua volta ha accanto a sé colei che coordina la cucina: sua moglie Chiara, insostituibile ragazza immersa tra i suoi capelli biondi e la gentilezza senza eguali.
I lavoratori della cucina sono una orchestra: giovani cuoche formate dai consigli di Giovanni e Lorenzo, come Kaoutar Rhennim e Najwa Rhennim, a loro volta coadiuvate da Alessandro Rosasco detto Stecca (se verrete al Borgo capirete perché) e Correia Santos Marize.
Sempre col sorriso, sempre pronti a curare le materie prime e cucinarle nel modo più attento possibile, con la maestria che un branzino alla ligure necessita.
Seduto sul terrazzo del ristorante guardo anche io il Borgo sottostante e la spiaggia, lambita dalle onde mentre il personale di sala si prende cura degli avventori al tavolo.
Sono Gabriel Barbieri, Noemi Ottonello, Ken Tamares, Pablo Barrazuetae tra i tavoli sono la squadra perfetta. Portano, sparecchiano, servono condividendo il loro futuro e i loro sogni di ragazzi giovani in un lavoro affascinante e utile come questo insieme a Viacava Mirella, la San Fruttuosina doc, Molinetti Caterina e Lopez Sharlotte che si occupano prettamente del servizio bar.

È arrivato il momento di ordinare: le lasagne al pesto – il pesto è anch’esso fatto a mano ed al palato è un autentico piacere – grigliata mista e moscardini fritti, insieme al Vermentino e al Pigato a coronare il tutto.
Ma la curiosità è tanta. Vado in cucina e osservo l’orchestrazione di tutto quello che avviene. Vedo cucinare le ordinazioni degli altri clienti, le vedo comporre nel piatto, le vedo uscire dalla cucina. E capisco tutto il che lavoro ci sta dietro. L’ho capito dagli occhi soddisfatti di Giovanni, la mattina, quando un pescatore gli ha portato un pesce spada per i clienti e lo capisco dai loro occhi soddisfatti ogni volta che infilano la forchetta nella bocca.
Le fritture miste, le grigliate, “il pesce alla ligure”, le linguine allo scoglio, le acciughe marinate e ripiene: la Liguria è qui e ogni volta che assapori la freschezza dei loro piatti ascolti quella sinfonia che solo le materie prime di qualità possono dare.
Forse il più bel concerto che potrai mai ascoltare.

Il Borgo è anche un luogo ricco di eventi: Il 22 luglio si rinnova l’appuntamento con la processione al Cristo degli Abissi, la statua protettrice del Borgo di San Fruttuoso e della gente di mare, immersa a 16 metri di profondità e opera dell’artista Guido Galletti. La sera il borgo si spegne, restano accese candele e lumini, mentre un corteo d sub e appassionati nuota fino alla fine della baia che, insieme alla Guardia Costiera e sub professionisti, depongono una corona di fiori in mare. La cerimonia è molto suggestiva e alla fine viene celebrata anche una messa in spiaggia. Nell’Abbazia dei Doria è ancora in programmazione la mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin, un appuntamento anche per visitare gi interni della struttura medioevale e le tombe dove riposano gli antenati dei Doria in ardesia e marmo.