Classe 1935, si è spento il 18 agosto dopo una lunga malattia, un re del cinema francese: Alain Delon. Forse il destino di attore è racchiuso nel mestiere del padre, che gestisce un piccolo cinema di provincia. Il giovane Delon, soffre la separazione dei genitori e a 18 anni va a combattere in Vietnam, nella guerra d’Indocina. Non è solo dotato di una bellezza smagliante, ma di un indiscutibile talento che, guidato da registi di fama mondiale, lo fa assurgere ben presto a ruolo di star internazionale. Tra i suoi film “Rocco e i suoi fratelli”, “Il Gattopardo”, “L’eclisse”, “La piscina”, “Frank Costello faccia d’angelo”, “La prima notte di quiete”, “Tre uomini da abbattere”, quest’ultimo al fianco della splendida attrice Dalila Di Lazzaro.
Cara Dalila, ti sento per un triste motivo: la morte di Alain Delon.
Sono frastornata: sapevo che stava male da tempo, ma non si è mai pronti per accogliere una notizia del genere.
Come vi siete conosciuti?
Ho conosciuto Alain Delon in Francia sul set del film Tre uomini da abbattere per la regia di Jacques Deray. Alain è stato da subito speciale con me: mi chiamava la mia bella italiana, e tra noi c’era una chimica innegabile.
Un giorno ero sulla sua roulette a provare la parte, e viene chiamato per delle prove luci sul set.
Aveva un molosso nero, regalo del grande attore Renato Salvatori, con cui aveva lavorato in Rocco e i suoi fratelli diretto dall’immenso Luchino Visconti. Quel cane era la sua ombra e letteralmente lo adorava, tanto da non distaccarsene mai.
Restata sola ed in quell’ambiente ristretto, il cane mi punta e resto paralizzata dal terrore!
Per fortuna proprio in quel momento Alain rientra e lo mette a cuccia. Inutile dire le mie rimostranze! Ma che hai fatto? Mi lasci sola così! Ho avuto una paura mostruosa! Ovviamente un sorriso e due parole tenere, bastano a rilassarmi, e tutto ritorna a posto.
A proposito di amore verso i cani, Delon ha chiesto di essere sepolto con il suo Loubo.
Pure io ho sempre avuto cani, e non mi stupisce affatto questa sua richiesta: concordo con le sue parole, che affermano che un cane ti ama con sincerità, perché non è impressionato come le persone dal nome famoso e dall’essere una star.
Che ne pensi della battaglia legale per l’eredità, accesa dai figli mentre era ancora in vita?
Mi rattrista non tanto questo, che rientra nell’avidità umana, quanto l’isolamento in cui era sprofondato. Io stessa lo avevo cercato, ma mi aveva risposto al suo cellulare il figlio Anthony. Lo avevo pregato di farmi richiamare, ma non è mai accaduto. Eguale trattamento ha ricevuto Claudia Cardinale con cui era legatissimo dai tempi del Gattopardo, e la stessa Brigitte Bardot, non è riuscita ad incontrarlo. Questo fare barriera, e prendere le redini di un uomo come Alain che ormai fragile, non riesce a difendersi, mi sgomenta avendolo conosciuto come un uomo potente, una sorta di re in Francia. Mi sembra il triste epilogo di una stella luminosa, che viene messa in un angolo buio, in balia degli altri, dopo avere avuto in mano lo scettro del potere.
Un ricordo di Delon e uno di Alain.
L’uomo pubblico era particolare: non facile da gestire perché molto determinato. D’altronde è stata proprio quella determinazione a portare Delon sul tetto del mondo! Si parla sempre della bellezza assoluta di Alain, ma era pure un grande attore, perfezionista in modo maniacale: sul set nulla gli sfuggiva, e nulla era dovuto al caso. Il pregio dell’uomo era la totale assenza di vizi, in un ambiente molto corrotto e devastato dalla droga, non ne ha mai fatto uso. Sosteneva che era imbevuto di un’adrenalina naturale, che lo teneva perennemente acceso! Fascino carattere vitalità, aveva qualcosa di speciale. Davvero un grande talento, quando lavorava il set doveva essere perfetto, sapeva il suo lavoro e ne conosceva ogni sfaccettatura.
Voi avete avuto una storia d’amore?
Un flirt, una molto affettuosa amicizia, fatta di grandi baci di un uomo che conosceva l’amore, ed era fatto per amare ed essere amato. Tra noi ci sono stati purtroppo i limiti relazionali imposti da due persone che non erano libere: io avevo un fidanzato in Italia, e lui era sposato con Mireille Darc, con cui mi confidò di essere molto in crisi. Era vero: infatti chiuse le riprese, poco dopo sopraggiunse la separazione. Resta il rimpianto che se fossimo stati privi di legami, poteva esserci di più, ma la vita non sempre fa incontrare le persone al momento giusto. Conservo il ricordo della sua passione nei miei confronti e dei lusinghieri complimenti con cui mi subissava, ripetendo di continuo che ero stupenda.
Lui ti fece un regalo di commiato importante?
Alla fine del film, a riprese concluse, io mi appresto a rientrare in Italia. È il triste momento degli addii, e mi consegna un astuccio di gioielleria con dentro una collana con un medaglione, su cui aveva fatto incidere la frase ne m’oublie jamais, in italiano non dimenticarmi mai. Oggi questo dono assume un valore profetico: certo è che non potrò mai dimenticare una persona che per tutti è stato uno straordinario attore: per me, tanto di più.
Un rimpianto?
Alain mi aveva pronosticato una bella carriera, ed era convinto che quel film che in Francia spopolò, sarebbe stato un successo anche oltre le Alpi. Invece il produttore italiano lo distribuisce ad agosto, e lo danneggia con un brutto doppiaggio, che toglie la spontaneità del mio ruolo, recitato in francese in presa diretta.
Mi racconti un episodio che ti ha colpito?
Eravamo nello splendente Opéra a Parigi, per una grand soirée promozionale. Io entro al suo braccio, elegantissima in un sontuoso Dior, ed alle nostre spalle segue la moglie Mireille Darc. Stiamo per prendere posto, scorge Romy Schneider e si precipita per abbracciarla. Lei lo sposta con grazia, saluta la moglie, e solo dopo lo bacia. Romy era stata lasciata da Alain perché la prima moglie Nathalie era incinta. La loro grande storia si era bruscamente interrotta, dopo che erano stati il grande amore l’uno dell’altro. Quel gesto, da me è stato interpretato come un riposizionarlo in un momento presente, che non lasciava spazio ad equivoci passati.
Come immagini ora Delon?
Finalmente sereno e tranquillo, può riposare in pace, dopo tanto dolore, che ha inquinato gli ultimi anni della sua vita.