La seconda serata del 73esimo Festival di Sanremo, orfano della presenza trionfante al debutto di Chiara Ferragni, supplisce a questa assenza, calando un tris d’assi Morandi, Ranieri, Albano, che si alternano nei loro cavalli di battaglia davanti a oltre 14 milioni di telespettatori, per poi esibirsi in un intreccio di voci. Nell’era dei rapper e degli autotune, sentire il bel canto di tre ugole d’oro, fa piacere alle orecchie e pure al cuore, perché a me evoca ricordi d’infanzia indelebili.
Riguardo alla nuova figura femminile sul palco, da Chiara Ferragni a Francesca Fagnani, non basta l’iterazione della F con cui iniziano entrambi i cognomi, per garantire un passaggio di staffetta adeguato: qui carisma e simpatia, ahimè latitano, e i commenti sui social fioccano.
Come dire che, dopo Chiara, il diluvio!
Prima canzone degna di nota è di J-Ax, in una sentita e attesa reunion degli Articolo 31 (sono al momento i divi canori più seguito sui social in Italia, 7 milioni di follower) poi il ritorno dopo ventidue anni di Giorgia, vincitrice nel 1995 con “Come saprei”. La cantante romana riconferma il virtuosismo vocale di chi ha una grande voce e la usa magistralmente, ma la canzone francamente, non è un granché, ed il quinto posto a fine serata, è tutto merito di un’ugola che, ha fatto miracoli, ma priva del pezzo giusto, più di questo non fa.
“Cenere” di Lazza, mi è piaciuta, e si farà ascoltare.
Il tributo al momento di riflessione popolare, arriva con la toccante e civica partecipazione dell’attivista italo/iraniana, Pegah Moshir Pour, poi affiancata da Drusilla Foer, che attenziona al terribile regime in Iran.
Accattivante il sound di Rosa Chemical con il suo “Made in Italy” e un contemporaneo “look Urban”: si lascia guardare, oltre che ascoltare.
Un commento sul comico ospite Angelo Duro: mi duole, avendo il ventre molle per chiunque provenga dalla Sicilia, constatare che non mi piace e non mi è mai piaciuto. Per non parlare del gesto di rimanere in mutande sul palco dell’Ariston! Trovo che la sua, non sia trasgressione, ma apologia della trasgressione, non immoralità ma apologia dell’immoralità, e così via all’infinito. Nel rifare il verso a certi miti, stereotipi, tabù, non li butta affatto giù dalla rupe. Anzi.
Sulla classifica, Colapesce Dimartino mi sono piaciuti, e tutto sommato, concordo sul primo posto, come sul secondo di Madame, che migliora pure nel look, fasciata in un total white e stivali sopra il ginocchio. Levante non è Miss Simpatia, ma forse un filo sopra, poteva stare, in più, una bellezza sicula mora che si stravolge la chioma con un colore zabaione improbabile impedisce riconoscibilità.
Su Paola e Chiara, trovo con consolazione, che gli anni passino pure per loro, e “Furore” riecheggia un mix di diversi motivi, affatto originale e bruttina: sono fin troppo sopra.
Questa la classifica della seconda serata:
1-Colapesce Dimartino – Splash
2-Madame – Il bene nel male
3-Tananai – Tango
4-Lazza – Cenere
5-Giorgia – Parole dette male
6-Rosa Chemical – Made in Italy
7-Paola e Chiara – Furore
8-Levante – Vivo
9-Articolo 31 – Un bel viaggio
10-Modà – Lasciami
11-LDA – Se poi domani
12-Will – Stupido
13-Shari – Egoista
14-Sethu – Cause perse
Questa la classifica generale con i voti della sala stampa di Sanremo 2023
1-Marco Mengoni – Due vite
2-Colapesce Dimartino – Splash
3-Madame – Il bene nel male
4-Tananai – Tango
5-Elodie – Due
6-Coma_Cose – L’addio
7-Lazza – Cenere
8-Giorgia – Parole dette male
9-Rosa Chemical – Made in Italy
10-Ultimo – Alba
11-Leo Gassmann – Terzo cuore
12-Mara Sattei – Duemila minuti
13-Colla Zio – Non mi va
14-Paola e Chiara – Furore
15-Cugini di campagna – Lettera 22
16-Levante – Vivo
17-Mr. Rain – Supereroi
18-Articolo 31 – Un bel viaggio
19-Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato
20-Ariete – Mare di guai
21-Modà – Lasciami
22-giaNMARIA – Mostro
23-Olly – Polvere
24-LDA – Se poi domani
25-Will – Stupido
26-Anna Oxa – Sali
27-Shari – Egoista
28-Sethu – Cause perse
Sul piazzamento generale: a parte i Coma_Cose che mi sono piaciuti incondizionatamente, e vorrei al primo posto, stranamente quest’anno, la classifica provvisoria mi trova abbastanza concorde.
Resta il fatto che le canzoni, come sempre, vincono in Rete e nell’ascolto reiterato, dato che non sono molto orecchiabili.
Poi ci sono dei posti in basso come quello di LDA, unico prodotto recente uscito da “Amici” quest’anno in Riviera, che tra il grande padre Gigi D’Alessio e i suoi followers, non ha motivo di cruccio per essere relegato laggiù: si rifarà altrove.
Ultima riflessione: manca quest’anno la vera canzone sanremese, quella che l’interprete canta a gola spiegata e braccia spalancate, mentre il pubblico in sala si alza d’istinto in un’infiammata standing ovation, che infatti non si è verificata.
A mio avviso “Tango” di Tananai (che ha anche un emozionante video dedicato a un amore travolto dalla guerra in Ucraina) è quella che più identifico in tale stereotipo, che non è affatto negativo, ma emblema del lirismo italiano, che varca l’Oceano e ha fatto conoscere Sanremo nel mondo.
Immagine di apertura: seconda serata di Sanremo 2023 -Foto ANSA concessa da Ufficio Stampa RAI a The Way Magazine.