Luca Miano nasce a Catania il 7 Gennaio 1990, vive a Zafferana Etnea e frequenta il liceo a Acireale. Dopo, si laurea in Giurisprudenza a Bologna. Eppure coltiva un sogno stelle a strisce, che prende corpo quando a soli venticinque anni si trasferisce a Hollywood. Bel ragazzo, si può pensare a una carriera di attore, invece lui vuole stare nella stanza dei bottoni, e fare il produttore cinematografico, vedendo step by step, un progetto prendere corpo e sostanziarsi in un film o in un documentario.
Ti laurei a Bologna in Legge e poi voli in America: come nasce il tuo sogno americano?
Dopo la laurea, atterro negli Stati Uniti il 5 Maggio 2015. Con un amico, con negli occhi tanti film visti, affitto una macchina e attraversiamo l’America in un “coast to coast”da antologia. Dopo quattro settimane di meraviglie negli occhi, arrivo a Los Angeles. È amore a prima vista: è lì che voglio stare, e realizzare il mio sogno.
E che accade?
Intanto sono felice di respirare l’aria tanto amata del mondo del cinema, perché i miei sogni mi sembrano a portata di mano. Dopo, tocco il cielo con un dito: sono l’unico aspirante italiano ammesso, tra i migliori 25 candidati di tutto il mondo, al prestigioso “American Film Institute” (Afi), dove conseguo il “Master in produzione cinematografica”.
Immagino che questa formazione sia stata un grande volano per la tua carriera.
Senza dubbio: realizzo numerosi cortometraggi, alcuni dei quali vincitori a dei film festival. In più, ho l’opportunità di avvicinare dei veri miti, Neil Canton di “Ritorno al Futuro”, Richard Brown di “Catch 22”, serie Tv su Sky Italia diretta da George Clooney, Lianne Halfon & Russell Smith di “Juno” e “Noi Siamo Infinito”, Stan Brooks di “Marvel” e “ Agents of Shield”, Ed Decter di “Tutti Pazzi per Mary”.
E dopo il Master che accade?
Concretizzo il mio desiderio di produrre, e fondo una società di produzione di cinema indipendente “Lord Gentleman Pictures”, con sede tra Italia e Stati Uniti. Per un siciliano in America, non esiste confine ed io, con il mio cinema, ambisco a raccontare sul grande schermo storie senza barriere. Il cinema indipendente permette di procedere a piccoli passi, dando voce a progetti rilevanti culturalmente.
Quali sono i tuoi maestri?
Sono un accanito lettore e naturalmente, un appassionato cinefilo, da sempre innamorato di Fellini, David Lynch, Carlo Ponti, Dino De Laurentiis, Irwin Winkler e Scott Rudin. Da produttore, i miei esempi spaziano dai registi, agli attori, ai produttori. Tuttavia in modo sovrano, è la storia da raccontare che mi deve intrigare. Se riesco nell’intento di vederla trasposta in un film, io ho vinto!
Qual è il tuo prossimo progetto?
Vi ho lavorato per un anno, riuscendo ad acquisire l’esclusiva dei diritti di “Chasing 4:00.0”, una sceneggiatura che prende spunto da Roger Bannister, atleta inglese che nel 1954 batte il record del miglio in meno di quattro minuti, tempo epocale. Mi ha catturato un mondo inglese carico di sentimenti variegati, dove domina la voglia di raggiungere un obiettivo, sfidando l’incredulità del mondo che ti considera folle. Anche io, nel mio piccolo, ho sgomitato per ottenere i finanziamenti per realizzare il progetto. Sono perseverante, proprio come il campione a cui ho deciso di dare voce. Spero che l’America sia benigna con me.
L’intervista è terminata e la scrittora augura che per ogni sogno che vola, ci sia un posto dove possa atterrare.