Un weekend sulla Divina Costa d’Amalfi in tarda primavera è un’esperienza da godere molte volte nella vita. E se poi ci si ferma a Cetara, lontano dai clamori e dalla folla di Amalfi o di Positano, allora tutto diventa più soft.
Il ritmo rallenta e il soggiorno diventa piacevole in questo angolo di costa della provincia di Salerno. Tutto all’insegna del progetto “Cetara Contadini Pescatori – Gal Terra Protetta” che ha puntato “sulla voglia di fare vacanza in una maniera diversa, traendo dal periodo di interruzione dal lavoro un’esperienza da “portare a casa”, orientata alla ricerca dei valori radicati nella cultura e nelle tradizioni delle mete turistiche, che vale nel sentiment collettivo dei turisti molto di più di un banale souvenir acquistato. Un’esperienza del luogo che si è scelto per le vacanze che metta insieme una serie di offerte che puntano tutte a coinvolgere i cinque sensi del turista”.
Al mattino, è impagabile la colazione da “Chocholami”, dove la dolcezza è di casa, tra cornetti e brioches e scorzette d’arancia, un cappuccino prima di godere del pallidosole di un’estate che stenta a comparire con il caldo che scalda le spiagge. Poi la visita ai limoneti adagiati sulle balze del monte Falerio e sui colli che abbracciano Cetara; da quello di Simona Tafuri, immerso nel verde con il mare in prospettiva ad un altro più nascosto, quello di Roberto Luigi De Crescenzo che profonde saggezza e sagacia antica nel coccolare le sue piante di limoni una ad una.
E la pausa pranzo la gustiamo a “Casa Torrente”, all’ombra delle sale adorne di affreschi barocchi d’un antico convento; qui, la cucina ha radici profonde nel mare antistante. Tra le specialità uniche nel loro genere, il must? La succulenta semplicità d’una fetta di pane cosparsa di burro e Sua Grazia l’alice di Cetara, inconfondibile, da cui si genera goccia dopo goccia, l’arcana Colatura. È Giulio Giordano della storica azienda “Nettuno” a svelarci i segreti di una pratica secolare che ha reso Cetara famosa nel mondo dei raffinati gourmet. E di sera, la cena al “San Pietro” dove tra un trionfo di colori della Costiera, il pesce appena pescato arriva guizzante nelle “spaselle” per essere preparato in modo da esaltarne il profumo delle alghe e degli scogli.
Il giorno successivo è il panorama sul mare dalla Torre Vicereale a lasciare senza fiato: all’interno delle sale sono esposte le opere di grandi artisti dei luoghi e allestito nelle sale della parte inferiore, ha trovato posto il Museo Cantina della Pesca e della Colatura di Alici, unico nel suo genere.
Un altro ritrovo d’eccellenza per il pranzo di mezzogiorno è la “Cianciola”. La sua cucina valorizza tradizioni locali e gli spaghetti con frutti di mare e l’immancabile cucchiaio di colatura sono superbi, come la delicatezza di una fritturina di mare ruffiana e accattivante o il tortino di alici complice la piazzetta antistante con vista mare. Il pomeriggio è all’insegna del relax totale pur con il timido sole, tra i piccoli negozi dai colori accesi della ceramica locale e i prodotti del mare che porteremo con noi al ritorno in città. Prima di ritirarci per l’ultima notte del nostro weekend, nelle coloratissime tre stanze del B&B “A’ Regina”, al centro di Cetara, non possiamo concludere che al ristorante “Acqua Pazza” a due passidal porto e poco distante dalla spiaggia del Lannio. Di nuovo le alici sono le protagoniste assolute come il filetto di pesce allo sfusato amalfitano o il dentice al sale. E per finire, un delizioso tortino caldo agli agrumi che infonde al palato quella nota intensa e profonda dei limoni e delle arance di terre e di spiagge uniche al mondo.
Testo di Teobaldo Fortunato