25 Ottobre 2017

A Firenze un nuovo museo: è per l’arte di Franco Zeffirelli

L'amatissimo regista fiorentino ha aperto questa estate un museo di 4mila mq dedicato alla sua opera. Teatro, costumi, regia, tutti i cimeli raccolti dalla Fondazione.

25 Ottobre 2017

A Firenze un nuovo museo: è per l’arte di Franco Zeffirelli

L'amatissimo regista fiorentino ha aperto questa estate un museo di 4mila mq dedicato alla sua opera. Teatro, costumi, regia, tutti i cimeli raccolti dalla Fondazione.

25 Ottobre 2017

A Firenze un nuovo museo: è per l’arte di Franco Zeffirelli

L'amatissimo regista fiorentino ha aperto questa estate un museo di 4mila mq dedicato alla sua opera. Teatro, costumi, regia, tutti i cimeli raccolti dalla Fondazione.

Questo mese per il made in Italy è un grande momento di visibilità internazionale. A Firenze ha aperto al pubblico il museo che racchiude in un solo, prestigioso spazio espositivo tutta l’arte e l’immaginario magnifico del regista Franco Zeffirelli. Il creativo fiorentino stava lavorando da anni con la sua Fondazione all’allestimento della mostra permanente. E fonti vicine al maestro ci confermano che ogni pezzo, ogni posizione, ogni dettaglio è stato seguito e voluto personalmente da lui.

Il nome completo del museo è Centro Internazionale per le Arti dello Spettacolo Franco Zeffirelli (CIAS) e raccoglie una vasta panoramica su bozzetti di scena, figurini, disegni, fotografie e tutto quello che fedelmente documenta i settant’anni di attività del maestro Zeffirelli nel cinema e nel teatro di prosa e in quello operistico.

La sede è negli spazi dell’ex Tribunale di Firenze, a pochi passi da Palazzo Vecchio e piazza della Signoria. La Fondazione Franco Zeffireli onlus avrà in concessione, per 29 anni, i locali al piano terreno e al primo della location.

Franco Zeffirelli, Absolutely! (Perhaps), 2002_Archivio Fondazione Franco Zeffirelli. Disegno a tempera e acquerello (cm43 x 56). Londra, WyndhamÔÇÖs Theatre 2003
Franco Zeffirelli, Absolutely! (Perhaps), 2002_Archivio Fondazione Franco Zeffirelli. Disegno a tempera e acquerello (cm43 x 56). Londra, WyndhamÔÇÖs Theatre 2003

L’esposizione permanente, a cura di Carlo Centolavigna, Caterina d’Amico, Pippo Pisciotto Zeffirelli, mette a disposizione del pubblico le prove del talento di Zeffirelli scrittore,  scenografo, costumista, regista. Il corpus di opere è impressionante: nella sua carriera ha realizzato 18 film e ha messo in scena 31 spettacoli di prosa e più di  100  opere  liriche,  frutto  di  una  professionalità  costruita  con  impegno  e  rigore, sommando  l’esperienza  giovanile  di  attore  agli  studi  di  Belle  Arti,  all’amore  per  la musica.

La mostra prende  le  mosse  dall’immediato  dopoguerra,  quando  Zeffirelli frequenta  a Firenze i corsi della Facoltà di Architettura e contemporaneamtente recita con compagnie amatoriali e lavora come assistente dello scenografo Camillo Parravicini. L’incontro con Luchino  Visconti,  avvenuto  durante  le  prove  di  uno  spettacolo  al  Teatro  della  Pergola, determina  la  decisione  definitiva  di  abbandonare  gli  studi  e  di  dedicarsi  completamente allo  spettacolo,  entrando  nella  Compagnia  fondata  e  diretta  da  Visconti.  Accanto  a Visconti.  Zeffirelli  trascorre  sette  anni: “Sono stati preziosi, straordinariamente  formativi  e  costruttivi  per  il  mio  futuro”, dirà in seguito. Da direttore degli   allestimenti   scenici   per   uno   storico   spettacolo   disegnato   da   Salvador   Dalì, Zeffirelli poi diventa scenografo e primo aiuto regista, anche per film che sono entrati nella storia del cinema.

A  partire  dal  1953  la  Mostra  ripercorre  le  tappe  fondamentali  della  folgorante  carriera internazionale di Zeffirelli, resa più emozionante dagli intensi rapporti di amicizia che lo hanno  spesso  legato  ai  suoi  più  grandi  collaboratori.  Prima  tra  tutti  Maria  Callas,  che sotto  la  direzione  di  Zeffirelli  ha  interpretato  i  capolavori  di  Verdi,  Puccini,  Bellini, Rossini e Donizetti. Al museo anche un  costume  indossato  dalla  Divina  nel Turco  in  Italia (per  gentile  concessione del Teatro alla Scala di Milano).

zeffirelli abiti

Tra i 20 capitoli del percorso espositivo, più di metà è dedicata al teatro d’opera. Fin dall’infanzia  Zeffirelli  è  affascinato  dall’opera  lirica,  che  frequenta  come  assiduo  e appassionato  spettatore  e  che  definisce  “l’arte  che  le  contiene  tutte:  il  praticello dell’Olimpo  dove  tutte  le  Muse  si  riuniscono  tenendosi  per  mano.

Quattro sale sono dedicate a compositori (Pergolesi, Donizetti, Verdi, Puccini, Barber) e altre  sette,  monografiche,  sono  dedicate  alle  opere  che  Zeffirelli  ha visitato  di  più  nel corso  degli  anni,  ideando  ogni  volta  un  allestimento  diverso: Cavalleria  rusticana, Pagliacci, Falstaff, La traviata, Aida, Turandot, Carmen, Don Giovanni.

Degli altri capitoli, i primi due, introduttivi,  rievocano gli incontri con Luchino Visconti e  con  Maria  Callas.  Altri  due  sono  dedicati  al  teatro  di  prosa,  classico  e  moderno,  e illustrano  l’impegno  profuso  da  Zeffirelli  nel  rivitalizzare  il  grande  teatro  classico (soprattutto di ambientazione italiana, come Romeo e Giulietta, Molto rumore per nulla e Lorenzaccio)  e  nel  diffondere  all’estero  la  drammaturgia  italiana  (Verga,  Pirandello  ed Eduardo  de  Filippo).  Quattro  capitoli  raccontano  le  sue  opere  cinematografiche  più importanti:  i  film di  discendenza  letteraria (Romeo  e  Giulietta, Amleto,  Storia  di  una capinera),  i  film  opera  (Cavalleria  rusticana, Pagliacci, La  traviata, Otello),  i  film spirituali (Fratello sole, sorella luna, Gesù di Nazareth), i film autobiografici (Un tè con Mussolini, Callas forever).

Al  cuore  della  Mostra  è  una  grande  sala  dove  sono  esposte 55 tavole  originali  di Zeffirelli  per  la  trasposizione  cinematografica  dell’Inferno di  Dante (come in foto d’apertura fornita dalla Fondazione Franco Zeffirelli),  progetto  non realizzato  di  una  grande  coproduzione  internazionale  al  quale  Zeffirelli  aveva  lavorato con   entusiasmo   nel   1972. Il clou del progetto doveva essere il coinvolgimento di Dustin Hoffman nei panni di Dante. Insieme   ad   esse,   si   può   ammirare   una   installazione multimediale realizzata  da  Daniele  Nannuzzi  e  FXLab, che  rielabora  digitalmente  gli studi preparatori per l’ambientazione delle varie scene del film. Sono esposti quasi 300 tra bozzetti di scena e figurini di costumi disegnati da Zeffirelli, nonché   manifesti,   locandine,   fotografie   di   scena   che   rievocano   gli   spettacoli, accompagnate  da  istantanee  scattate  fuori  scena  o  durante  le  prove,  14  costumi  e  6 modellini scenografici,  in  modo  da  rievocare  nel  modo  più  eloquente  l’impatto  dei singoli  spettacoli,  per  valorizzarne  volta  a  volta  gli  elementi  più  significativi.    Tutte  le opere esposte sono accompagnate da didascalie in italiano e in inglese e da schede che riportano luogo, data e il cast degli spettacoli e dei film.

La  Mostra Permanente è accompagnata da un video, proiettato in una sala collocata al centro del percorso: The art of entertainment di Pippo Zeffirelli, uno dei suoi due figli adottivi.

Attualmente come mostra temporanea, c’è l’omaggio  a  Lila  de  Nobili,  pittrice, illustratrice,  scenografa  e  costumista  di  fama  internazionale,  amica  e  collaboratrice  di Zeffirelli, famosa nell’ambiente per dipingere tutti gli elementi scenografici a mano. In  esposizione 28 gouaches  mai  esposte  in  pubblico,  provenienti  dalla  collezione Zeffirelli, che la considera la più grande scenografa del 900.

I vip sono stati presenti all'apertura alle celebrità in estate. Al museo Zeffirelli sono arrivati Robert Powell, protagonista del celeberrimo Gesù di Nazareth, film degli anni 70; Riccardo Cocciante e Massimo Ranieri; Carla Fracci e le gemelle Kessler, che hanno condiviso col maestro momenti di relax nella sua villa di Positano.
I vip sono stati presenti all’apertura alle celebrità in estate. Al museo Zeffirelli sono arrivati Robert Powell, protagonista del celeberrimo Gesù di Nazareth, film degli anni 70; Riccardo Cocciante e Massimo Ranieri; Carla Fracci e le gemelle Kessler, che hanno condiviso col maestro momenti di relax nella sua villa di Positano.

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Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Figlio degli anni 70, colonna del newsfeed di The Way, nasce come giornalista economico, poi prestato alla musica e infine convertito al racconto del lifestyle dei giorni nostri. Ossessionato dal tempo e dall’essere in accordo con quello che vive, cerca il buono in tutto e curiosa ovunque per riportarlo. Meridionale italiano col Nord Europa nel cuore, vive il contrappunto geografico con serenità e ironia. Moda, arte e spettacoli tv anni 80 compongono il suo brunch preferito.
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