Palazzo Ducale a Genova presenta la prima grande retrospettiva di immagini a colori del celebre fotografo Elliott Erwitt.
L’evento è unico perché i lavori in bianco e nero del grande maestro “della commedia umana”, così come viene indicato da tutti, sono stati esposti in numerose mostre di grande successo all’estero e in Italia, la sua produzione a colori, invece, è completamente inedita.

Solo in tempi molto recenti Erwitt ha infatti deciso di affrontare il suo immenso archivio a colori; una tecnica che aveva scelto di dedicare solo ai suoi lavori editoriali, istituzionali e pubblicitari: dalla politica al sociale, dall’architettura al cinema e alla moda. Immagini dunque sostanzialmente diverse, immagini sulle quali ha posato uno sguardo critico e contemporaneo a distanza di decenni, che ci fanno conoscere un mondo parallelo altrettanto straordinario. Elliott Erwitt, che meglio di molti suoi contemporanei ha immortalato la società americana, sorprende per l’eleganza compositiva, l’uso del colore, l’ironia, talvolta la comicità.
La mostra, a Genova dall’11 febbraio prossimo al 16 luglio, comprende circa 135 scatti, che Elliott Erwitt ha selezionato personalmente, traendoli dai suoi due grandi progetti a colori, Kolor e The Art of André S. Solidor.
Kolor è il titolo del grande volume retrospettivo per realizzare il quale Erwitt ha rivisitato tutto il suo archivio, con un impegno imponente che attraversa tutta la sua produzione a colori. Sono foto scoperte dei vecchi negativi Kodak, in cui si ritrova il tipico linguaggio di Erwitt, dai ritratti di personaggi famosi alle immagini più ironiche
The Art of André S. Solidor è invece l’esilarante e sottile parodia del mondo dell’arte contemporanea con i suoi controsensi e con le sue assurdità. Un lavoro ricco di autoritratti che creano l’alter ego di Erwitt come emerge anche in un breve ed esilarante filmato. Qui il maestro si confronta con metodi moderni: André S. Solidor ama il digitale e il photoshop, la nudità gratuita e l’eccentricità fine a se stessa, ma somiglia ad Elliott Erwitt più di quanto appaia: ironia, metafora e puro divertimento surreale sottendono una seria riflessione sui meccanismi e le assurdità dell’arte contemporanea e del suo mercato.

Membro dal 1953 della storica agenzia Magnum, fondata tra gli altri da Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, Erwitt ha raccontato con piglio giornalistico gli ultimi sessant’anni di storia e di civiltà contemporanea, cogliendo gli aspetti più drammatici ma anche quelli più divertenti della vita che è passata di fronte al suo obiettivo. “Nei momenti più tristi e invernali della vita, quando una nube ti avvolge da settimane, improvvisamente la visione di qualcosa di meraviglioso può cambiare l’aspetto delle cose, il tuo stato d’animo. Il tipo di fotografia che piace a me, quella in cui viene colto l’istante, è molto simile a questo squarcio nelle nuvole. In un lampo, una foto meravigliosa sembra uscire fuori dal nulla“.
PERSONAGGI – Marilyn Monroe, Fidel Castro, Che Guevara, Sophia Loren, Arnold Schwarzenegger, sono solo alcune delle numerose celebrità colte dal suo obiettivo ed esposte in mostra. Su tutte Erwitt posa uno sguardo tagliente e al tempo stesso pieno di empatia, dal quale emerge non soltanto l’ironia del vivere quotidiano, ma anche la sua complessità.
Con lo stesso atteggiamento d’altra parte Erwitt riserva la sua attenzione a qualsiasi altro soggetto, portando all’estremo la qualità democratica che è tipica del suo mezzo. Il suo immaginario è infatti popolato in prevalenza da persone comuni, uomini e donne, colte nel mezzo della normalità delle loro vite. Come vedete nello straordinario scatto accanto, una delle più iconiche anticipazioni visive della mostra.

VITA – Nato a Parigi nel 1928 da una famiglia russa di origini ebraiche, Elliott Erwitt trascorse l’infanzia in Italia e si trasferì definitivamente negli Stati Uniti nel 1939, prima a New York e poi a Los Angeles. Ebbe a dire, a proposito delle leggi razziali: “Grazie a Benito Mussolini sono Americano”.
In mostra anche due filmati che documentano la sua lunga carriera di autore e regista televisivo e una video collezione di alcune delle sue più significative fotografie in bianco e nero. Nell’audioguida, il testo illustrativo del percorso, prezioso frutto di una documentazione ricostruita dalla curatrice con l’autore, e mai pubblicato in precedenza.
La mostra è curata da Biba Giacchetti, con il progetto grafico e di allestimento di Fabrizio Confalonieri. Promossa dal Comune di Genova e dalla Fondazione di Palazzo Ducale, la rassegna è prodotta da Civita Mostre con la collaborazione di SudEst57.
ELLIOT ERWITT
KOLOR
Genova, Sottoporticato di Palazzo Ducale 11 febbraio – 16 luglio 2017
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