12 Luglio 2017

A Palazzo Grassi il reggae di Lee “Scratch” Perry

Alla Biennale di Venezia la performance di un artista che si immerge nello Studio Venezia, la creazione dell'architetto Xavier Veilhan. Il 20 luglio.

12 Luglio 2017

A Palazzo Grassi il reggae di Lee “Scratch” Perry

Alla Biennale di Venezia la performance di un artista che si immerge nello Studio Venezia, la creazione dell'architetto Xavier Veilhan. Il 20 luglio.

12 Luglio 2017

A Palazzo Grassi il reggae di Lee “Scratch” Perry

Alla Biennale di Venezia la performance di un artista che si immerge nello Studio Venezia, la creazione dell'architetto Xavier Veilhan. Il 20 luglio.

Il reggae entra nella storia dell’arte e la Biennale di Venezia accoglie la provocazione a braccia aperte. In occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Palazzo Grassi – Punta della Dogana in collaborazione con il Padiglione francese, giovedì 20 luglio partecipa alla programmazione ideata per Studio Venezia di Xavier Veilhan: una “staffetta” musicale che parte con la sessione live presso il Padiglione della Francia alle ore 15.30, per continuare al Teatrino di Palazzo Grassi alle ore 21.00.

studio venezia biennale 2017
Lo Studio Venezia ideato da Xavier Veilhan per il padiglione francese alla biennale d’arte in corso.

Protagonista la leggenda del reggae Lee “Scratch” Perry (Kendal, 1936) in una performance d’eccezione affiancato da Starkee (1972). L’ingresso è libero, sino a esaurimento posti.

Eccezionale anche la location. Il Padiglione nazionale francese 2017 è stato affidato all’artista Xavier Veilhan (Lione, 1963) che ha dato vita al progetto espositivo di natura musicale Studio Venezia. Un vero studio di registrazione scultoreo, ispirato al Merzbau (1920 – 1936) di Kurt Schwitters (Hannover, 1887 – Kendal, 1948), a cura di Christian Marclay (San Rafael, 1965) e Lionel Bovier (Ginevra, 1970).

Il Padiglione è stato concepito come un dispositivo musicale all’interno del quale interverranno numerosi musicisti professionisti provenienti dal tutto il mondo, invitati dall’artista stesso e dai due curatori, Christian Marclay e Lionel Bovier. Attraverso questa installazione immersiva, l’architettura del Padiglione francese (muri, pavimenti e soffitti) si scontrano tra loro formando un paesaggio fatto di legni e di tessuti, in cui è installato uno studio di registrazione.

Un ambiente che evoca al tempo stesso il Merzbau di Kurt Schwitters e i dispositivi sonori utilizzati durante le registrazioni. Lee “Scratch” Perry, musicista giamaicano con all’attivo anche una brillante carriera come produttore discografico con l’etichetta Upsetter Record – che vanta tra i suoi artisti anche il celebre Bob Marley (Nine Mile, 1948 – Miami, 1981) – è uno dei personaggi più importanti per la storia della musica elettronica, in particolare per il considerevole apporto dato alla definizione del nuovo genere Dub. Xavier Veilhan così commenta l’invito rivolto a Lee “Scratch” Perry in occasione di Studio Venezia:

lee scratch perry

Lee Scratch Perry è una figura importante nella storia della musica del XX Secolo: il suo uso innovativo della tecnologia ha portato la musica giamaicana dall’essere solo folklore locale a fenomeno mondiale. L’uso spregiudicato che egli fa dello studio di registrazione, lontano dalle convenzioni, ha addirittura portato all’invenzione di un nuovo genere musicale: la Dub. Ho avuto la fortuna di incontrare Lee alla fine del 2014 a Londra, quando ha accettato di partecipare al mio progetto dedicato ai produttori musicali (Esposizione “Music”, galleria Perrotin). È stato un momento straordinario e oggi sono molto contento di poterlo ritrovare a Venezia. Spero che questa esperienza lo conquisti, al punto di diventare una sorta di padre putativo del progetto, accanto a Nigel Godrich.”

Ore 15.30
Sessione live al Padiglione francese alla 57. Biennale di Venezia
Ingresso libero per i visitatori del Padiglione francese

Ore 21
Concerto al Teatrino di Palazzo Grassi
Ingresso libero fino a esaurimento posti

www.palazzograssi.it

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Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Figlio degli anni 70, colonna del newsfeed di The Way, nasce come giornalista economico, poi prestato alla musica e infine convertito al racconto del lifestyle dei giorni nostri. Ossessionato dal tempo e dall’essere in accordo con quello che vive, cerca il buono in tutto e curiosa ovunque per riportarlo. Meridionale italiano col Nord Europa nel cuore, vive il contrappunto geografico con serenità e ironia. Moda, arte e spettacoli tv anni 80 compongono il suo brunch preferito.
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