L’Arsenale di Amalfi è documentato già nel 1059 nelle testimonianze storiche dell’antica repubblica marinara campana. Si chiamava con il vocabolo arabo poi italianizzato “arsena” ed è quindi un evento eccezionale poterlo tornare a fruire in questi giorni negli stessi luoghi di mille anni fa. Tagliato il nastro del Museo della Bussola e del ducato marinaro, l’estate amalfitana 2022 verrà ricordata, quindi, non solo per lo straordinario afflusso turistico post-pandemia, ma anche per la restituzione alla cittadinanza di questo straordinario monumento.
Oggi i grandi spazi a metà strada tra il celebrato Duomo e l’affollata spiaggia, sono sede di un’esperienza immersiva per un museo dinamico, vivo, in cui la storia millenaria di Amalfi convive con le nuove tecnologie del virtuale.
Imponente ed elegante edificio in pietra, l’Arsenale di Amalfi è l’unico cantiere di epoca medievale che si presenta ancora oggi con la sua struttura originaria, situato all’ingresso del centro antico, di fronte al mare del quale racconta la storia, è un edificio che non ha eguali in tutto l’Occidente.
COSA SI VEDE NEL MUSEO – Amalfi è stata una “nazione” a sé stante, fulgida e valorosa, specie tra l’800 dopo Cristo e il 1300 e questo museo ospitato negli arsenali ne custodisce le testimonianze. Resti archeologici che vanno dalla terzo secolo avanti Cristo al periodo di furore internazionale della repubblica amalfitana (fino al 1300) e un pregevole plastico che fotografa l’insediamento urbano così come era 700 anni fa sono il fiore all’occhiello del nuovo museo. Al centro del primo enorme ambiente, in esposizione anche l’imbarcazione con cui gli amalfitani disputavano le regate tra le repubbliche marinare negli anni Settanta del Novecento, a memoria delle antiche rotte solcate dai galeoni.
L’Arsenale della Repubblica di Amalfi, monumento simbolo della potenza marinara della città, ospita il nuovo allestimento del Museo della Bussola e del Ducato Marinaro a ingresso gratuito per cittadini e turisti: qui si è cercato di sintetizzare le grandi rivoluzioni, le invenzioni, i manufati e la storia di Amalfi nel suo massimo apogeo.
Salvatore Esposito, architetto che ha realizzato il plastico di Amalfi esposto negli ambienti degli arsenali, ci racconta: ““Ho letto il libro “La città davanti al mare” del professore Giuseppe Gargano e mi sono sentito ispirato. Avendo origini amalfitane, ho proposto di fare un plastico della città nel 1200, un momento in cui dalla Repubblica si stava passando al ducato“. Esposito racconta di un’imponente opera di ricostruzione per rendere il plastico in scala il più veritiero possibile, con addirittura dettagli architettonici e morfologici oggi inghiottiti dal mare.
Si è così stabilito di “fotografare” quel periodo successivo alla caduta della Repubblica e prima del disastroso maremoto del 1343 che ha distrutto buona parte delle fortificazioni sul mare, costruite sull’arenile ampliato dall’eruzione del vesuvio di un millennio prima.
Il plastico è inoltre collocato nell’ambiente testimonianza del massimo splendore architettonico della Repubblica, un dettaglio straordinario visto che la collocazione dell’Arsenale è rimasta la stessa dalle origini fino ad oggi.
L’architetto Esposito racconta il processo di ricostruzione che ha guidato per la creazione del plastico, un unicum per quanto riguarda la storia delle città italiane: “La base delle ricerche per ricostruire visivamente la città sono stati i documenti di archivio di Stato che riguardano atti di compravendita dei beni, che spesso citavano anche edifici che non c’erano più. La cartografia regionale che ha curve di livello è venuta in prezioso aiuto per un lavoro che tra studio e montaggio è durato due anni. Su tutti, il lavoro di rilievo minuzioso in loco realizzato dall’architetto giapponese Hidenobu Jinnai dal 2000 in poi è stato un benchmark a cui riferirsi”.
L’operazione del plastico è un magnifico escamotage per raccontare ai posteri una storia eloquente delle strade che percorrono oggi. Ed è anche un obiettivo che ha evidenziato l’importanza di ricerche archeologiche e subacquee per riappropriarsi di un pezzo di storia ancora misteriosa della nostra Italia. E mette in luce ancora una volta l’influenza araba di questa parte della penisola: l’impianto architettonico degli arsenali richiama decisamente edifici di gusto islamico. In particolare, il sistema di archi acuti, volte a crociera e pilastri è identico a quello evidenziato nei resti dell’Ospedale amalfitano di Gerusalemme, fondato nel 1063.
Arsenale di Amalfi
Largo Cesario Console 3
84011 Amalfi (SA)
tel: +39 089.8736204
info@arsenalediamalfi.it
Orari di apertura
Periodo estivo
Tutti i giorni
ore 10.00-20.00
Periodo invernale
Dal martedì alla domenica
ore 10.00- 13.00 / 15.00-19.00
Lunedì chiuso