Analizzare le serie tv nella loro essenza, senza perdere di vista lo spettacolo della visione e dell’anteprima, anzi delle anteprime. Conferenze che ne esplicano il senso e ne tratteggiano la loro evoluzione nel corso dei decenni. Le serie tv, prima identificate semplicemente con l’appellativo di ‘telefilm’, rappresentano, ancor di più in questi ultimi anni, lo spettacolo cinematografico sul piccolo schermo o su quello che ormai rimane. Le nuove realtà ‘on demand’ e piattaforme streaming, come ‘Infinity’, Amazon Prime e Netflix hanno garantito fino adesso, garantendo anche in futuro, una fruizione immediata di ogni singola stagione di titoli pregiati della categoria.
Ma a parte questo la seconda edizione di ‘Fest’, la festa della serie tv’, alla Triennale di Milano, ha il compito specifico di scavare a fondo nelle innovazioni che coinvolgono la creazione di quello che negli Stati Uniti d’America vengono considerati ‘Show tv’.
La partenza, si potrebbe definire, non solo è a razzo ma è diretta, senza attendere troppo si arriva al dunque con la prima anteprima che innesca il primo dibattito di questa due giorni e mezzo di mero full immersion: ‘Euphoria’ è il titolo di apertura; il dibattito, invece, è introdotto, prima, dalla giornalista Marina Pierri, nonché ideatrice della kermesse, e poi aperto dalla medesima. Euphoria ha come tema il mondo adolescenziale. Ma attenzione: non è il classico teen-drama.
Creata dallo showrunner Sam Levinson, la serie offre uno spaccato del mondo giovanile nudo e crudo, senza mezzi termini e rivolto, principalmente non solo per il linguaggio e per le scene, ad un pubblico totalmente adulto. Il dibattito si è svolto prima della visione dell’episodio della prima stagione, la quale andrà in onda su Sky dal prossimo 26 settembre.
Hanno preso parte al dibattito: la Youtuber Muriel, il presentatore Costantino della Gherardesca, la dj Paola Maugeri, la psicologa Cinzia Sacchelli, l’attivista transgender Gabe e il Presidente di ‘Diversity’ Francesca Vecchioni. I presenti hanno affrontato il tema di come un personaggio, creato nel modo innovativo, possa rappresentare, al giorno d’oggi, non più una sorta di ‘handicap’ nell’essere se stessi, anzi. Ma di riconoscersi senza troppe paure e senza farci ossessionare dai giudizi di chi ci circonda. È pur vero, però, che nonostante ‘Euphoria’, racconta una nuova realtà giovanile, come una gioventù ancor più bruciata, quasi, di quella di James Dean, le estremizzazioni, come da copione, non sono mancate. Non per spettacolizzare, ma per porre l’accento su alcuni comportamenti e di sottolinearne, seppur indirettamente, le conseguenze negative. I protagonisti, per la maggior parte, sono quasi tutti al femminile.
A seguire sì è giunti al secondo momento clou della giornata d’apertura: la presentazione della serie tv, anche intesa come Fiction italiana, dal titolo ‘Cohousing – Il Nido’ con Giorgio Tirabassi. Con lui erano presenti anche il regista e regista della serie Luca Ventruscolo, il Vice – Direttore di Rai Fiction Ivan Carlei e la produttrice di Rai Fiction Paola Lucisano ed introdotti da Giorgio Viario, secondo ideatore di ‘Fest’ insieme a Marina Pierri. Con ‘Il Nido’ i toni non solo della trama da svelare ma anche del dibattito sono stati più leggeri, più da commedia. La serie, che uscirà prossimamente sulla Rai1, forse, narra la storia di un avvocato arrestato per possesso illegale di droga. Riuscito ad ottenere i domiciliari lo sventurato, interpretato da Giorgio Tirabassi, sarà costretto a vivere nella casa della sua ex, chiamata proprio il nido.
Durante questo secondo dibattito si pone l’accento della quasi annosa questione della non esistenza, nella nostra cultura televisiva, di uno showrunner italiano. Ovvero uno sceneggiatore che ha dimestichezza sia con il lato produttivo, sia con il lato economico. Anche questo particolare riguarda l’innovazione delle serie tv, ma non tanto nella creazione dei personaggi, quanto nella fase embrionale del mero progetto seriale. La serata si è chiusa con il dibattito sul ‘El Camino’ film seguito della serie ‘Breaking Bad’.
Testo e foto a cura di Vincenzo Pepe.