Al Museo del 900 in piazza Duomo a Milano è stata esposta un’opera insolita e inedita. Si tratta de Lo Scherzo, un video di 25 minuti realizzato dal giovane artista marchigiano Riccardo Giacconi tutto incentrato sulla vita di Alberto Camerini.
L’operazione, patrocinata dall’emittente televisiva SKY e CAREOF, la fucina artistica che da circa 10 anni a Milano si è installata alla Fabbrica del Vapore, ha vinto l’edizione 2016 di ArteVisione, il concorso artistico che ha l’obiettivo di sostenere l’arte italiana under 30.
Lo Scherzo è stato proiettato per una settimana nella Sala Fontana del Museo di arte contemporanea milanese. E il suo creatore, Riccardo Giacconi, appena più che trentenne, era particolarmente emozionato all’idea di essere accostato a maestri dell’arte. “Lo sono ancor di più – ci ha detto con affianco il protagonista del suo video – a presentare quello che abbiamo fatto assieme ad Alberto Camerini, una figura dell’arte italiana che mi ha sempre interessato per la sua carica espressiva”.
Strano connubio quello che si materializza davanti a noi (e che è andato in onda su Sky Arte HD. Un ritratto del cantautore nato artisticamente in Italia sulle ceneri del punk e dominatore del pop alternativo nei primi anni 80. Quando in pratica l’artista che lo ritrae in video non era ancora al mondo. Evidentemente il mix di folk, elettronica e tematiche ispirate alla Commedia dell’Arte (Camerini era l’Arlecchino del pop) hanno avuto lunga eco.
Lo Scherzo è un vero pezzo d’arte, con le sue allegorie, le conversazioni ricche di silenzi montate su archivio di immagini inedite della carriera canora di Camerini. Giacconi lascia emergere un racconto ricco di dettagli, variazioni e citazioni rivivendo il percorso insieme al cantautore, in una continua riflessione fra la sua dimensione pubblica di allora e una più privata di adesso.
Lo stesso Camerini si definisce “cyberclown, arlecchino, burattino”, e sono le radici personali e politiche e le testimonianze di figure “vicine” a costruire l’ossatura del video. Immagini in dettaglio, distorte, collegate da simbolismi da approfondire svelano cosa c’era veramente dietro i successi da Festivalbar (come Rock’n’Roll Robot). Due generazioni si sono incontrate e sono più vicine di quanto si possa pensare.
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