Ali Hassoun è un artista nato a Sidone (Libano) nel 1964 e dal 1982 si è trasferito in Italia per proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
In occasione di Festival Volterra Jazz sarà presentata la mostra Crossover di Ali Hassoun, in collaborazione con Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea, Milano, presso la Loggia di Palazzo dei Priori dal 3 al 10 agosto. Le opere sono dipinti recenti di Ali Hassoun, coloratissime tele e acquerelli in cui l’artista italo-libanese approfondisce la ricerca che da ormai vent’anni conduce sul tema del nomadismo, della contaminazione, delle identità multiple, della compresenza e simultaneità di mondi diversi in una stessa realtà. Nella sua ricerca pittorica è centrale il viaggio, strumento per esplorare esperienze e visioni eterogenee, un modo peer evitare lo “scontro di civiltà” a cui Hassoun frappone un’idea di “umanità” come qualità universale e comune fra tutti i popoli, fondata su una spiritualità originaria che precede le diversificazioni religiose e politiche.
Le diverse anime che si intrecciano in Hassoun, nato a Sidone e approdato vent’anni fa a Milano dopo gli studi e una lunga permanenza in Toscana, tra Firenze e Siena, affascinato dall’Africa dove abitano alcuni dei suoi familiari, si rifrangono e ricompongono nei suoi quadri come in un gioco di specchi, di rimandi. Hassoun attraversa continuamente una frontiera nei suoi dipinti: le sue donne africane, le sue famiglie in fuga, i suoi funamboli si stagliano sullo sfondo di una galleria di dipinti che spaziano da Andy Warhol a Capogrossi, da Picasso a Michelangelo.
I dipinti di Hassoun sono come racconti per immagini che riprendono le forme narrative della letteratura araba: le storie che rimandano ad altre storie come in un gioco di scatole cinesi; la figura del viandante ( l’Alessandrino dei racconti “Maqamat” di Hamadani), che si travestiva per svelare solo alla fine i suoi stratagemmi narrativi, fingendo di accompagnarsi a poeti in realtà vissuti in epoche passate.
Nelle opere più recenti icone travestite da altre icone svelano significati nascosti attraverso sottili ironie, come Van Gogh con il basco di Che Guevara, o una moderna Giuditta con il volto di Amy Whinehouse che taglia la testa di un Oloferne-Cattelan. L’effetto pop di questi intrecci e mescolanze è quello che tutti noi abbiamo sotto gli occhi.