“Era accussì bella che nun può capi, O vas’ e na sirena me fa sta accussi“. Tutta la delicatezza del canto d’altri tempi fusa con la sapienza dell’hit maker di successo si ritrova in Amalfi, il nuovo singolo di Napoleone, giovane cantautore campano, al secolo Davide Napoleone, che si affaccia al mercato discografico del 2020 con un vero balzo.
Un passo avanti nel solco della raffinatezza di un cantautorato italiano che si fatica a riprendere, quello fatto di sentimento e qualità, cose sentite e vissute e non raccontate per sentito dire. Napoleone non deve certo dimostrare le sue qualità, visto che la sua penna è dietro molti successi dei divi da classifica degli ultimi anni. Ma la scelta di tornare alle sue radici con una costruzione pop senza tempo è di notevole impatto. “Un progetto nato con molta sincerità che se riesce a farsi strada mi renderà felice – ci racconta nel giorno dell’uscita del pezzo – ma non sono ambizioso per la mia carriera di cantante. Ho un lavoro di autore che mi appaga, anzi, non sgomito per il palco e per stare sotto i riflettori in prima linea. Mi piace molto di più il momento di creatività in studio”.
“Amalfi” è una storia che è iniziata tanto tempo fa. Una storia di famiglia, sospesa tra presente e passato. Non una canzone costruita in studio, ma una storia che ha preso vita tra i vicoli della Costiera Amalfitana e ha l’ambizione di arrivare a più persone possibili. Tutto nasce casualmente dalla ricostruzione di un albero genealogico, un lontano parente, Vito Manzo (Amalfi 05/05/1919 -4/03/1957), alcune tracce di una vena artistica mai sbocciata. L’amore, la paura del futuro e i limoni, questi sono i tre elementi su cui gira la canzone. Tutto finisce per puro caso tra le mani di Davide Napoleone che con suddetto personaggio condivide musica e nome d’arte.
Per il momento ci gustiamo il suo omaggio al Sud Italia: Amalfi è una canzone senza tempo che abbraccia più di un lustro di storia italiana rimanendo sempre attuale, una storia d’amore che sembra impossibile ma che grazie alla magia dei luoghi incantevoli in cui avviene trova compimento.
Il brano è stato prodotto da Davide Napoleone e Fractae, mix e master Simone Sproccati per l’etichetta Tippin’ the velvet di Gianluigi Manzo.
Napoleone dice: “Mi ero ripromesso di cantare nel momento in cui avessi qualcosa di sentito ed era adesso il momento giusto e farlo. Tra l’altro le canzoni che sono state ispirate a questi ritrovamenti amalfitani, non saprei a chi proporle, sono talmente personali che mi sono deciso io a portarle avanti. Ne uscirà un’altra a settembre e poi credo che faremo un concept album o un EP tutto di questo tono“.
Originario di Capaccio non fa distinguo: “Casa mia è tutta la costa del Cilento ad Amalfi, non ho un legame così forte sentirmi solo appartenente a un luogo. Del resto la costa campana è tutta figlia della stessa storia, il senso di appartenenza è quello alla Magna Grecia”.
Le canzoni di Davide iniziarono a suscitare interesse nel decennio appena conclusosi, tanto che l’artista ha fatto da spalla durante le date campane, a cantanti come Max Gazzè, Brunori Sas, Levante , Riccardo Sinigallia. Nel maggio del 2016, a 23 anni, ha iniziato a collaborare con Sony Atv sotto la guida di Paola Balestrazzi. Nel settembre del 2016 ha partecipato ad un primo camp di scrittura con altri autori Sony negli studi di Ron a Garlasco.

La sua prossima uscita discografica da autore è il 3 luglio 2020 per il disco “Bonsai” di Chiara Galiazzo con la quale firma il brano “Ci siamo persi”.
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