Tra dibattiti, anteprime e presentazioni di nuove serie tv. Così si è svolta la terza ed ultima giornata dalla manifestazione interamente dedicata all’intrattenimento seriale. Da segnalare, fin da subito, l’ottimo episodio di apertura della nona stagione di ‘American Horror Story’, il quale è stato molto convincente. In cui i richiami a pellicole del periodo come ‘Halloween’ e ‘Venerdì 13’ rappresentano, quasi sicuramente, un mero omaggio del genere. Il sottotitolo di questo nuovo ciclo di episodi è semplicemente: 1984.
Per quanto concerne gli incontri che sono stati organizzati si sono mantenuti rigorosamente sulla linea tracciata fin dall’inizio di questa seconda edizione. Il ‘breaking stereotypes’ ha sortito comunque effetti positivi. D’altronde la serialità presa singolarmente, e sembra un controsenso usare questo termine, ha già di per sé, da tempo, rotto ogni tipo di schema stereotipato fruito e mostrato in questi ultimi decenni.
In tale contesto è stato definitivamente provato che le serie tv hanno oltrepassato i confini geografici, che in questo senso la globalizzazione funziona ed è una cosa positiva. Dall’altro non bisogna mai dimenticare ciò che è stato il mondo delle serie tv prima: a partire dagli albori o comunque tenendo presente i diversi generi.
Per esempio durante l’incontro in cui si analizzava il rapporto i serial e l’arte musicale non è stato ricordato un famoso titolo di un telefilm che negli anni ’80 fece scuola in tal senso: Miami Vice. Fu il primo ad accompagnare alcune scene dei vari episodi, trasformandoli così indirettamente in veri videoclip musicali. Il titolo è stato suggerito dal pubblico.
D’altronde, si sa, l’evoluzione è continua e non può essere fermata. Può darsi che tra qualche anno si tornerà indietro e che comunque, come ipotesi paventata in questa full-immersion di mini-conferenze, il cinema stesso si riapproprierà di quelle che le ‘proprie’ trame e la magia che lo ha sempre contraddistinto. Ciò non vuol dire assolutamente dire che la differenzazione tra linea orizzontale e verticale scomparirà; si evolverà in base ai periodi e a ciò che tira in quel dato momento. Sia il cinema che le serie tv troveranno sempre numerosi sbocchi per autoalimentarsi.
Ritornando alle anteprime: le altre due attirano ancor di più e la curiosità aumenta visto che riguarda dei generi poco battuti in Italia: il soprannaturale ed il legal drama. Una prima anteprima ha riguardato ‘Il Commissario Ricciardi’, personaggio ideato dal genio di Maurizio De Giovanni attraverso la serie di racconti e romanzi da lui scritti. L’ambientazione è la Napoli degli anni ’30 del 1900. Presenti all’incontro con il pubblico un attore che di genere soprannaturale se ne intende, Lino Guanciale; fresco dall’esperienza de ‘La Porta Rossa’. La trama è semplice: il protagonista principale ha un dono, ovvero quello di vedere le anime di coloro che sono stati ammazzati. Lo stesso Guanciale ha sostenuto che un personaggio, così, negli Stati Uniti d’America sarebbe stato considerato quasi una sorta di supereroe eppure è una persona solitaria, con problemi che lo affliggono. Sarà un vero successo?
La stessa domanda viene estesa anche per ‘Il Processo’, nuovissima serie targata Mediaset, ed interpretata da una bravissima Vittoria Puccini, nei panni di un Pubblico Ministero alle prese con l’efferato omicidio di una diciassettenne. Ambientata a Mantova, con questa serie si cerca di rompere, anche in questo caso, lo stereotipo secondo cui, in Italia, il legal drama non troverebbe vita facile.
Come d’obbligo che sia l’appuntamento si rinnova sicuramente per l’anno prossimo, con la speranza di partecipare e vedere una festa delle ‘Serie Tv’ con più giornate.
Testo e foto a cura di Vincenzo Pepe