Annalisa è pronta per dimostrare che la cultura e la divulgazione possono essere anche stimolanti in tv. Ed è proprio questa la mission di Tutta Colpa di Galileo, il docu-viaggio nello spazio (da domenica 4 dicembre, Italia Uno, tre puntate settimanali) che la tv giovane di Mediaset le ha affidato. Non ci saranno solo segmenti di cultura astronomica e filmati divulgativi sugli addestramenti. Si indaga anche dell’ispirazione che lo spazio fornisce in attività come moda, cucina, musica.
La cantante ligure parte dal Planetario di Milano, visita il Politecnico, si trasferisce al Centro Astronautico Europeo (EAC) di Colonia. Qui la conduttrice, che ha già portato sugli schermi Tutta Colpa di Einstein con successo, si mette nei panni di ‘astronauta’ sperimentando qualche attività di addestramento che precede il lavoro nel laboratorio Colombus. “Ho fatto la centrifuga – ci ha detto entusiasta alla presentazione della trasmissione – perché è quella prova che ti fa capire a livello fisico cosa succede nello spazio. Io sono proprio appassionata di fisica, ho una laurea in Fisica e sono sempre stregata da questi argomenti“.
Annalisa dice di aver conosciuto Paolo Nespoli, uno dei più celebri astronauti italiani, “che è di un carisma particolare, lui ci ha fatto sentire davvero partecipi delle prove. Io sono pop, sono fiera di fare un programma di questa portata per un pubblico giovane. So che attraverso me molti avranno interesse per cose che solitamente non vedono in tv“.
L’avvicinamento di Annalisa alla tv divulgativa si deve a un caso fortuito. La DueB Produzioni di Luna Berlusconi era alla ricerca di un volto giovane ma credibile da far da guida alle varie fasi del programma e il legame tra la cantante e la fisica venne in mente all’autrice Alessandra Torre. Oggi dice: “Questo si è rivelato un programma che unisce grandi eccellenze italiane. Samantha Cristoforetti è la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, Luca Parmitano il primo italiano ad effettuare attività extraveicolare con 6 ore e 7 minuti di passeggiata spaziale“.
Insomma, per dirla come ci ha detto Annalisa, “bisogna rendersi conto che la scienza non è noiosa, ma è figa“.
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