Reduce da una mostra autunnale di successo al Palazzo delle Esposizioni a Roma, Don McCullin è protagonista di un grande progetto editoriale che riguarda i suoi viaggi in Asia. Mentre la maggior parte di noi si stava riparando dal Covid, Don ha esplorato le montagne, le valli e la costa della Turchia occidentale, alla ricerca delle rovine più toccanti e potenti dell’Impero Romano. Ha creato una meditazione sul paesaggio, sugli effetti della luce sulla pietra antica, sul modo in cui le nuvole animano il passato, ma parla inevitabilmente anche di conflitti passati. Sulla conquista, sull’imperium, sul potere.
Viaggi attraverso l’Asia Minore romana ci mostra un mondo ancora pieno di incanto e meraviglia. Ci mostra i marciapiedi un tempo calpestati da Aristotele e Alessandro Magno, Cesare e Silla, San Paolo e Adriano. Attraverso il suo obiettivo vediamo antichi teatri che scendono a cascata lungo i pendii delle montagne, ponti vecchi di duemila anni ancora utilizzati dai contadini di collina e troviamo acqua sorgiva che scorre in fontane ancora dominate dalle statue degli dei.
Il libro illustra il lavoro del famoso fotografo Sir Don McCullin e la sua esplorazione delle rovine romane in Asia Minore, documentate nel libro “Journeys Across Roman Asia Minor”. McCullin, noto soprattutto per catturare scene di guerra, ha un profondo interesse per i paesaggi e le civiltà antiche .
Scorrendo il libro si avverte come si sviluppa la prospettiva di McCullin sulla fotografia , intesa quale strumento per registrare e congelare momenti nel tempo.
Il volume sottolinea la lotta di McCullin per tutta la vita contro l’etichetta di “artista” e il rifiuto del titolo di “fotografo di guerra”. Nonostante i suoi reportage su conflitti brutali, McCullin trova conforto e bellezza nei paesaggi, utilizzandoli come parallelo al processo di creazione di immagini.
McCullin fa le sue prime esperienze con i paesaggi antichi durante il servizio militare a Cipro e i successivi trasferimenti in Algeria.
Il libro mette in luce la stretta collaborazione di McCullin con Barnaby Rogerson, curatore del volume, che lo ha accompagnato in due spedizioni attraverso il Levante e la Turchia occidentale. Nee’ sorta la pubblicazione dei libri “Southern Frontiers” e “Journeys Across Roman Asia Minor”. Quest’ultimo esplora la presenza romana in luoghi come Troia, Pergamon, Efeso e Pamphylia.
Rogerson fa un escursus storico ambientando il libro nella storia dell’Asia Minore dai primi giorni all’età antonina.
Sfogliando il volume il lettore sara’ attratto dalla capacità di McCullin di catturare la quiete e l’umanità nelle sue fotografie, anche nelle antiche rovine.
Le sue immagini possono essere paragonate al lavoro degli esploratori-fotografi del XIX secolo e il suo focus sui resti romani è elaborato come una comprensione intuitiva della storia.
Un aspetto rilevante messo in luce in questo volume riguarda l’approccio di McCullin alla fotografia di monumenti e manufattistorici : si avverte il suo occhio da scultore per il marmo e la sua capacità di rappresentare qualità animate in oggetti inanimati.
Si coglie altresi’ l’interrelazione tra i paesaggi antichi di McCullin e la sua fotografia di guerra: viene enfatizzato costantemente il canone della bellezza nei segni delle rovine e una ricerca verso l’elegia poetica dei luoghi.
La sezione conclusiva discute fotografie specifiche, come il Tetrapylon nel sud-ovest della Turchia, interagiscono intimamente con la precedente immagine iconica di McCullin dei Guvnors a Finsbury Park.
Questo splendido volume fotografico mette in risalto il “continuum” artistico nel lavoro di McCullin, associando le sue fotografie ad una tradizione estetica più ampia , anche attraverso la sua percezione emotiva della campagna britannica.
E’ un inno alla estetica della fotografia in tutti i sensi.
Il libro e’ pubblicato da Cornucopia Books, UK. Testo a cura di Gianni Foraboschi