30 Dicembre 2018

Antonella Ruggiero: “La musica libera fa bene all’anima”

"Quando facevo la cantante", un'opera in 6 dischi e un libro. L'ex voce dei Matia Bazar ci ha detto: "Voglio vivere liberamente la mia professione".

30 Dicembre 2018

Antonella Ruggiero: “La musica libera fa bene all’anima”

"Quando facevo la cantante", un'opera in 6 dischi e un libro. L'ex voce dei Matia Bazar ci ha detto: "Voglio vivere liberamente la mia professione".

30 Dicembre 2018

Antonella Ruggiero: “La musica libera fa bene all’anima”

"Quando facevo la cantante", un'opera in 6 dischi e un libro. L'ex voce dei Matia Bazar ci ha detto: "Voglio vivere liberamente la mia professione".

“Prima di scrivere qualunque cosa, per favore, ascoltate il mio disco”, dice Antonella Ruggiero, cantante da due decenni solista, voce intramontabile e indimenticata protagonista del periodo d’oro dei Matia Bazar. “Quando facevo la cantante” (Libera/distr. Artist First), la nuova opera discografica di Antonella Ruggiero in sei dischi e centottanta pagine di libro di accompagnamento (disponibile al link: http://bit.ly/AR-QFLC) è divisa in diverse aree tematiche e raccoglie molto della produzione dal vivo e in studio della cantante supervisionata dal maestro produttore Roberto Colombo, marito dell’artista.

«L’idea di raccogliere parte degli innumerevoli brani suonati e realizzati dal 1996, anno in cui ho ripreso la mia attività in veste di solista, al 2018, è venuta a Roberto Colombo. commenta la cantante – Una sera mi dice: “senti, dobbiamo farci un regalo, sarebbe giusto realizzare una raccolta di brani di diversa natura che sia un racconto sonoro di ciò che è avvenuto.” Ci pensai un po’, e mi resi conto che le esperienze fatte in questi anni sono tali e tante e di natura così diversa che sarebbe stato giusto metterle a disposizione di chi ama la musica e ne ricerca le espressioni più disparate. Ho conosciuto Colombo nei primi anni ’80 e da allora, da quando ho ascoltato per la prima volta i suoi arrangiamenti, in quel caso di “Tango” e “Aristocratica”, mi sono resa conto di quanta inventiva sia capace. Lui prende le parti musicali, le seziona, mescola i suoni, lavora sui dettagli, tagliando, aggiungendo, sovrapponendo, eliminando, assemblando, come un artista visuale. Senza limiti o confini stilistici.»

Centoquindici brani in cui l’interprete e autrice raccoglie il meglio delle sue registrazioni live dal 1996 ad oggi, insieme a brani, registrati sia in concerto che in studio, mai pubblicati finora. Un lungo viaggio attraverso le mille sfumature della ricerca musicale compiuta da Antonella Ruggiero nel corso della sua carriera solista.

“Quando facevo la cantante” è stato realizzato con la straordinaria partecipazione di: Frank Gambale, Mark Harris, Maurizio Colonna, Ramberto Ciammarughi, Riccardo Fioravanti, Bebo Ferra, Ivan Ciccarelli, Paolo Di Sabatino, Fabio Zeppetella, Francesco Buzzurro, Giuseppe Milici, Luca Colombo, Renzo Ruggieri, Andrea Bacchetti, Francesco Cafiso, Gabriele Mirabassi, Claudio Fasoli, Arkè String Quartet, Guitart, Banda Osiris, I Virtuosi Italiani, Hathor Plectrum Quartet, Banda Osiris, Palast Orchester, Ensemble Hyperion, Italian Saxophone Orchestra, Coro Sant’Ilario e Coro Valle dei Laghi, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra dell’Accademia Naonis di Pordenone, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Orchestra Sinfonica di Brescia, Orchestra Cantelli, I Pomeriggi Musicali e Polifonica Santa Cecilia.

Antonella Ruggiero feat Claudio Romano Quartet suoneranno l’11 e il 12 gennaio al Teatro Summarte di Somma Vesuviana. Qui sono ritratti da The Way Magazine al concerto di Natale di Piano di Sorrento, dicembre 2018.

Hai fatto una scelta di seguire un tipo di carriera fuori dal mercato. Come ci si sente?

Questa nicchia permette di vivere, ho lavorato e ho dato lavoro a tante persone  in questi anni che sono contente di fare cose bene, lavorare bene. Questo è il massimo per i musicisti e per tutti fare un buon e onesto lavoro alimenta gli animi e alimenta il lavoro. Mi rende orgogliosa questa cosa, perché dimostra che si può vivere di musica bella.

Molti ti indicano come una delle voci più belle del nostro panorama. Che altre voci ti piacciono?

Mi ha sempre fatto pensare la schiocchezza dei paragoni. Ce ne sono tante di cantanti bravissime, molte artiste che mettono dentro un sentimento che va oltre la potenza vocale. Siamo unici e anche chi scrive o realizza arte o fa sport ad alti livelli lo è. Non si può paragonare l’arte.

Come hai scelto i brani da inserire in questa operazione così corposa?

Per me è stato un processo del tutto naturale, non c’è mai una congettura in quello che faccio, esclusivamente canto quello che mi arriva. La funzione della musica deve essere questa, l’empatia, deve succedere qualcosa dentro, altrimenti c’è una discarica di suoni che può solo disturbare.

Quindi la musica non è solo positiva? Può esserci anche un valore negativo?

Gli animi delle persone specialmente giovani, che spesso fanno scelte di vita, possono essere influenzati negativamente. Si vedono giovani che vivono una vita a volte drammatica, la musica può avere delle responsabilità in questo, ci sono musiche che inducono all’alienazione. Bisogna stare attenti alla musica, può essere un cibo avvelenato oltre che un dono.

Il percorso che fai ti aiuta a vedere le cose in maniera positiva?

Sono felice, io continuo a lavorare in luoghi dove le persone creano rassegne, in luoghi naturali meravigliosi o teatri antichi. Ci sono tante forze positive in Italia che con grande fatica, senza aiuti dal punto di vista politico, si battono e preparano la strada all’arte. Conosco tantissime persone che si fanno strada in ambienti positivi, che costruiscono, che creano occasioni per l’ascolto della musica in posti bellissimi. Io frequento queste persone, quindi per me è naturale essere positiva.

Antonella Ruggiero si esibisce con i Claudio Romano Quartet

Il tuo rapporto col passato?

Oggi suono i miei successi tutti stravolti, ma non posso dimenticare di essere stata Matia, per 14 anni ho fatto parte di un gruppo. Quei brani per me tuttora sono dei piccoli capolavori e li rifaccio in modo diverso, perché gli accompagnamenti cambiano, i tempi cambiano e non c’è rischio di annoiarmi mentre canto una canzone che ha tantissimo tempo. Il bello è questo: la canzone rimane e il vestito cambia, sarà sempre così per me. Ma credo che le cose fatte non si ripetono, specialmente quelle fatte bene. Non si devono più ripetere perché il bel ricordo nessuno lo può distruggere.

C’è un fil rouge tra il tuo repertorio e le musiche di altri che proponinei tuoi spettacoli?

Il brano originario deve rimanere, la melodia e il testo sono uguali, l’intento o la ritmica può cambiare. Gli autori tra la prima e seconda guerra mondiale che ho riscoperto ne sono un esempio. Io mi accosto a queste persone anonime che hanno scritto capolavori in maniera semplice ma con musicisti che azzardano, quando sono bravi ci mettono l’anima e non si mettono solo a leggere la musica, ma la fanno propria.

Come vedi il tuo posto nell’attuale panorama discografico?

Quando ho avuto cose da proporre mi presento. Diciamo che entro ed esco dalla ribalta ma non vado a cercare un tipo di successo popolare, non ci penso neanche. Perché per avere obiettivi di massa devi piegarti a dei discorsi, a delle relazioni che nemmeno mi interessano. Questa convinzione l’ho maturata prima di andar via dal gruppo, poi mi sono fermata 7 anni, e ho fatto una pausa necessaria. Queli sono meccanismi che non fanno bene a chi vuole vivere liberamente la propria professione. Se non sei libero, nella musica, diventi succube di qualcun altro, e non c’è motivo per essere in questa condizione, per me.

Sei consapevole di aver lasciato un segno nella musica italiana?

Beh, direi di sì, immagino di sì, spero di sì. Anzi sono convinta di sì.

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Christian D'Antonio

Christian D'Antonio

Figlio degli anni 70, colonna del newsfeed di The Way, nasce come giornalista economico, poi prestato alla musica e infine convertito al racconto del lifestyle dei giorni nostri. Ossessionato dal tempo e dall’essere in accordo con quello che vive, cerca il buono in tutto e curiosa ovunque per riportarlo. Meridionale italiano col Nord Europa nel cuore, vive il contrappunto geografico con serenità e ironia. Moda, arte e spettacoli tv anni 80 compongono il suo brunch preferito.
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