Nel mondo della moda ci sono stati i big break che hanno cambiato i giochi. Specie tra gli anni 60 e 70 del 900, l’industria si è definita per alcuni memorabili step. Uno di questi è stato quello messo a segno da Antonio Lopez, un talentuoso fashion illustrator che ha creato una nuova forma d’arte, l’illustrazione dei capi immaginati dagli stilisti.
Questo mese è presentato in tutto il mondo il film biografico che lo ricorda, intitolato appropriatamente Sex Fashion and Disco, un documentario sull’artista scomparso (1943-1987), che ripercorre la sua carriera tra Parigi e New York, assieme a tutto quello che accompagnava il circo della moda intorno agli anni 70.
Per darvi meglio un’idea del lavoro che il regista James Crump ha fatto, vi basterà leggere l’elenco delle celebrità che si sono lasciate coinvolgere nella biopic: Jessica Lange, Grace Jones, Bob Colacello, Jerry Hall, Grace Coddington, Patti D’Arbanville, Karl Lagerfeld, Juan Ramos, Bill Cunningham, Jane Forth, Yves Saint Laurent, Donna Jordan, Paul Caranicas, Joan Juliet Buck, Corey Tippin e Michael Chow.
Le ricerche sono andate così, a detta del regista: “Mi sono avvicinato al lavoro di Antonio Lopez e Juan Ramos quando ero teenager e compravo Interview di Andy Warhol. Ho approcciato l’erede della loro arte, Paul Caranicas, che mi ha dato accesso a migliaia di disegni e girati in super 8″.
Sembra davvero di essere agli Oscar del mondo fashion nel periodo d’oro, guardando questo film. Anche la musica selta come soundtrack del film è una capsula temporale preziosa, con pezzi di Donna Summer, Marvin Gaye, Evelyn “Champagne” King, Isaac Hayes, Curtis Mayfield, Chic e Temptations.
Il film si concentra sulla narrazione delle capitali della moda tra il 1969 and 1973 quando il portoricano cresciuto nel Bronx si accostò all’arte e al glamour portando con sè elementi urban ed etnici che fecero la fortuna del suo immaginario artistico. Nessuno aveva visto mai la moda come qualcosa di legato allo street style. Questa separazione non esisteva più per Antonio che iniziò a scoprire delle muse per i suoi disegni. Bellezze inusuali come Cathee Dahmen, Grace Jones, Pat Cleveland, Tina Chow, Jessica Lange, Jerry Hall e le tre Warhol Superstars Donna Jordan, Jane Forth e Patti D’Arbanville.
Parte della storia si concentra anche sul rapporto col suo partner Juan Ramos (1942-1995), anche lui portoricano ma cresciuto ad Harlem, con richiami ai talenti come il makeup artist Corey Tippin e il fotografo Bill Cunningham. Tippin è entrato nella storia anche per una convinzione: ritiene che sia suo il “pacco” fotografato da Andy Warhol sulla copertina di Sticky Fingers dei Rolling Stones nel 1971. Erano quegli anni, insomma.
Nel film anche girati d’annata di posti mitici come la Carnegie Hall, l’Hotel Chelsea, e le testimonianze chiave del momento storico che tutti i fashion victim avrebbero voluto vivere in prima persona: il passaggio dalla couture classica al prêt-á-porter.
Il regista James Crump ci sa fare su questo territorio. Ha esordito al Tribeca Film Festival del 2007 con Black White + Gray, il film sul collezionista Sam Wagstaff e lo scabroso fotografo Robert Mapplethorpe. Nel 2015 ha lanciato Troublemakers: The Story of Land Art che ha debuttato per l’Europa alla Fondazione Prada di Milano.
James Crump ha avuto un ottimo parterre alla premiere londinese del documentario. Jeremy Irons, Ronnie Sassoon, Nick Rhodes dei Duran Duran e la stilista Zandra Rhodes hanno applaudito il lavoro al London Film Festival la settimana scorsa.