Apre oggi la pubblico la mostra: “Italiana, l’Italia vista dalla moda 1971-2001”, curata da Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi, nella prestigiosa cornice di Palazzo Reale a Milano.
La mostra-evento vuole essere, più che un racconto, una celebrazione dove, attraverso le grandi firme, si esprime il pensiero creativo italiano, nel contesto del sessantesimo anniversario della Camera Nazionale della Moda Italiana, che tanto si è spesa per questa causa.
“Italiana”, quindi, non come aggettivo ma come sostantivo… Perché la moda non è solo costume e, soprattutto, non è il mondo del frivolo: è prima di tutto colonna portante dell’economia ed è rappresentativa della nostra immagine nel mondo. Chi infatti, sulla faccia della terra, non conosce Armani, Versace, Valentino, Gucci, Dolce&Gabbana? E cito solo alcuni dei nomi in mostra.
La moda è anche un elemento di diplomazia che crea ponti culturali: i fili di cotone, di seta e i broccati preziosi, sono più sicuri e solidi del mattone e del cemento armato. Di certo questi ponti non crollano.
Non solo, il 1971 vede nascere il prêt-à-porter, che mette a disposizione di tutti l’alta moda, nell’obiettivo di universalizzare il buon gusto. Qui, non solo si creano i ponti ma si abbattono anche le barriere. Siamo stati i primi al mondo, non dimentichiamolo!
Il 2001 invece, è un anno “cerniera”, per restare nella terminologia sartoriale. La moda italiana diventa un fenomeno globale mentre il sistema internazionale, a seguito degli attentati dell’11 settembre e dei cambiamenti geopolitici del decennio precedente, viene messo definitivamente in discussione.
30 anni di storia raccontati, non secondo un ordine cronologico ma secondo un susseguirsi di “atmosfere” che definiscono la cultura italiana nelle sue forme e nelle sue espressioni.
La moda è uno sguardo sulla quotidianità: non è vero che l’abito non fa il monaco. “Vestiamoci” dunque di coraggio e di consapevolezza nell’eccellenza del Made in Italy: siamone e fieri e contribuiamo, con il buon gusto e un “filo” di spirito patriottico, a costruire il futuro. Perché la bellezza è utile!
Testo e foto a cura di Simona HeArt